Alexis de Tocqueville, Uno Sguardo Realista e Dubbioso sulla Sicilia / di Emanuele Gentile
Alcune
Riflessioni sugli Extraits du Voyage en Sicile
Alcune
riflessioni sono d’obbligo dopo aver letto e commentato le annotazioni di
viaggio di Tocqueville.
Analisi
sintetica del testo. Il testo non comporta a livello di comprensione
alcuna difficoltà in quanto il modo di scrivere del
pensatore francese è lineare
e
strutturato. E’ lineare in quanto non appesantisce il testo con figure retoriche oppure parole o gruppi di parole
di dubbia comprensione. E’ strutturato perché organizza il testo in modo che
sia sempre evidente il suo pensiero, anzi è come se ci accompagnasse. Le frasi
hanno una costruzione semplice, e il sovente ricorso al punto e virgola è un utile viatico
per la lettura del testo. Non usa
quasi mai avverbi, ogni parola trova approfondimento mediante l’utilizzo di aggettivi. Tocqueville cerca in
ogni modo di agevolare il lettore in riferimento a
quanto ha visto o a un momento di riflessione su un evento, una persona, un
paesaggio o una costruzione.
Credo che strutturi il suo periodare in base al concetto anglosassone del reading for skills, ossia una modalità di scrittura del testo che
permette la riconoscibilità della struttura e la
comprensione degli argomenti più importanti. Quand’anche pone in essere momenti
di riflessione, li sviluppa con il desiderio constante di renderli leggibili.
Un altro aspetto che reputo importante, è che non annichilisce il lettore con
una valanga di annotazioni o supposizioni; cerca di
individuare un aspetto essenziale di un fatto o di una persona sempre
nell’ottica di un accesso lineare al testo. Per certi versi, il testo è molto
essenziale e rarefatto per una veicolazione ideale
delle impressioni del viaggio.
Magistrale l’inventio del dialogo fra don Ambrosio e don Carlo dove mediante il gioco
dialettico delinea alla perfezione lo stato
dell’arte dei rapporti Napoli/Sicilia. Ultimo appunto, non meno importante,
il testo è scritto sempre alla prima persona plurale, il fratello viene nominato solo una volta; mentre raramente scrive in
prima persona singolare.
Importanza. Un quesito che molti studiosi si sono posti è di conoscere le ragioni per cui Tocqueville non abbia mai pubblicato il suo diario di viaggio in Sicilia. A tal proposito l’amico Beaumont ricorda che Tocqueville fosse rimasto parecchio deluso dalla qualità del suo
scritto. Lo stesso Tocqueville
afferma alla fine del diario “…le but ne répondait pas à l’effort, et c’était
de notre part, du luxe de force et de ténacité.” In più, proprio in quel periodo il mercato editoriale francese e europeo
era sovradimensionato e,
di conseguenza, le possibilità di una sua pubblicazione erano quasi nulle.
Questi Extraits… sono un’opera minore
che ha indotto Helene Tuzet, nota
studiosa francese del Grand Tour, a non
includere Tocqueville nel novero dei viaggiatori
francesi che visitarono la Sicilia fra il Settecento e l’Ottocento.
Nonostante
questa concezione minimalista il resoconto del viaggio in Sicilia, assume un’importanza molto
forte all’interno del pensiero di Tocqueville in quanto sono presenti alcune idee forti che saranno
sviluppate in seguito. Sono gli anni dell’incipiente industrializzazione,
dell’affermazione di ideee liberali sia negli Stati Uniti che in Inghilterra (Reform Bill e Municipal Corporation Act), del
fallimento di processi rivoluzionari in altre parti dell’Europa, fra cui la
Sicilia, l’entrata in scena delle masse. Ecco perché è importante questo
viaggio in Sicilia
poiché è il primo momento di elaborazione del pensiero
di Tocqueville e di tecnica di analisi di un contesto
sociale, economico e politico. Fra l’altro, il viaggio in Sicilia anticipa quello più famoso
negli Stati Uniti e in Canada.
Atteggiamento. Tocqueville si avvicina al suo viaggio in Sicilia, e soprattutto alla Sicilia
stessa, con un atteggiamento non prevenuto e profondamente onesto. Si
percepisce questo dato fin dagli inizi dove a prologhi di natura moralista,
preferisce annotazioni di carattere paesaggistico. Predilige prima
l’osservazione e l’analisi, per poi esprimere il suo giudizio. Questa
espressione di pensiero non è mai per partito preso. Cerca, anzi, di sviluppare
nel giro di poche righe un ragionamento che prevede sempre e comunque una tesi ed un’antitesi. Piuttosto di schematizzare la
Sicilia per canoni e preconcetti come molti visitatori coevi faranno; l’autore
vuole vedere e rendersi conto di prima persona.
Questa modalità operativa ha informato l’intera vicenda del Tocqueville uomo di pensiero e fine analista. Egli non
anticipa mai la visione dell’oggetto, ma l’accompagna per poi darne una
valutazione la più avalutabile possibile dal
punto di vista weberiano. Il pensatore
riflette, mentre l’uomo di lettere (poeta o romanziere) sviluppa una visione quasi sempre soggettiva della realtà. L’atteggiamento del Tocqueville non solo è improntato a un senso di profonda onestà intellettuale, ma si può considerare come il
prodromo a una letteratura scientifica di viaggio in senso moderno ove si racconta
ciò che si vede e non si utilizza il reale per asservirlo a personali visioni.
Matrici
culturali. Diverse sono le matrici culturali che costituiscono il background del suo pensiero e di conseguenza della sua produzione letteraria. A tal
proposito occorre accennare alla formazione del pensatore francese. I suoi studi di giurista e le sue letture personali (su
suggerimento del padre) si sviluppano su tre direttrici principali:
l’Illuminismo di Rousseau e Voltaire; le nascenti
scienze economiche e sociali di Smith e Ricardo; e,
infine, il Romanticismo di Saint Simon e Chateaubriand. In cosa queste direttrici hanno influenzato Tocqueville e di riflesso la sua opera?
Dall’Illuminismo Tocqueville prende quella ratio che costituirà
la metodologia operativa della sua vita di testimone eccezionale di profondi
cambiamenti nelle società occidentali; le scienze economiche e sociali
rappresentano le tecniche di analisi delle dinamiche
di una società post Ancien Regime in cui si assiste alla fine
dell’Aristocrazia e l’avvento della Democrazia moderna; mentre il Romanticismo
è il lato emotivo e esistenziale della personalità del pensatore. Queste
direttrici non sono in conflitto fra di loro, ma,
anzi, contribuiscono a rendere piena la personalità di Tocqueville e aumentano in maniera decisa l’interesse verso
le sue opere. Qui davvero assistiamo a un caso più
unico che raro di Convergenze Parallele ove una componente contribuisce
a rafforzare le altre rimanendo sempre e comunque ben visibile e mai nascosta o diluita.
Questo background lo si nota lungo tutto
il testo. A Segesta prima descrive
i luoghi da lui vistati (lato illuminista del suo pensiero) e poi rende
manifeste le sue impressioni (lato romantico). Agrigento vede prevalere il lato
romantico del suo io con un’attenzione maniacale alle
rovine. La querelle contro i nobili e gli ordini monacali, invece, costituisce
l’aspetto illuminista che trova sponda subito dopo in un’analisi del
frazionamento della proprietà in Sicilia
dove emerge la formazione economista del medesimo. Alle Isole Eolie l’analisi
del paesaggio lo porta a delle riflessioni sul suo io
e sulla vita secondo tonalità del tutto romantiche ed esistenzialiste.
Quindi perché continuare a considerare mediocre questo
diario di viaggio? A me pare l’esatto contrario in quanto è proprio durante questo viaggio che inizia la straordinaria vicenda storica,
culturale ed intellettuale di Tocqueville. Extraits du Voyage en Sicile è un numero
zero che sarà sviluppato in altre occasioni con risultati, bien sure, più importanti. Infatti, c’è una
continua tensione intellettuale che pervade ogni riga di questo diario di
viaggio giunto fino a noi in maniera monca. E’ la nascita del metodo di analisi Tocqueville che implica
un’analisi rigorosa della realtà e dell’uomo, ma mai fredda o distaccata.
La Sicilia e Tocqueville. Le caratteristiche sopra riportate, afferenti allo stile, all’atteggiamento e alle matrici culturali; fanno si che il diario
di viaggio di Tocqueville sia un caso a parte nel
vasto panorama dell’editoria da viaggio dell’Ottocento. Non per nulla Guglielmino afferma “Dai brani tramandataci…che abbiamo
analizzato, Tocqueville ci appare come un viaggiatore
eccentrico e per certi versi anarchico, rispetto al genere letterario dei
viaggi che fu in auge nel secolo scorso.”
Infatti, la descrizione della Sicilia non è pittoresca o
ridondante, ma è modulata su registri di moderazione intellettuale. Lungo le
poche pagine degli Extraits du Voyage en Sicile si nota un reale interesse per la nostra terra. Molti hanno scritto della
Sicilia concentrando l’attenzione o sul passato o sulle manifestazioni più
appariscenti dell’animo siciliano senza, tuttavia, confrontarsi con la vera
realtà siciliana. Tocqueville, al contrario, si basa
sulla visione della realtà pura e semplice senza sovrapposizioni o fughe da essa (la realtà). Credo che il pensatore francese provasse un sincero interesse nei confronti della Sicilia
per tutta una serie di riflessioni presenti nel testo. Mi riferisco alla
questione afferente la miseria della Sicilia collocata
dopo la sua visita a Agrigento; oppure all’abissale differenza fra passato e
presente della Sicilia in occasione della sua ascensione all’Etna; od ancora al
dialogo fra don Ambrosio e don Carlo. Tuttavia, non legge il presente della Sicilia solo dal punto di vista della negatività poiché elogia lo sviluppo economico delle
aree prospicienti all’Etna.
La Sicilia di Tocqueville è un insieme di molte Sicilie. La Sicilia
naturalistica che si può invenire nella descrizione
della zona del suo approdo al porto di Oliveti, del
monte Pellegrino e dello Stromboli. La Sicilia della storia rappresentata da Segesta e Agrigento. La Sicilia sociale
ed economica in occasione delle sue visite nel centro dell’isola e dell’Etna. La Sicilia esistenziale con gli episodi dedicati a Segesta o alle isole eoliane.
Da quanto di può notare Tocqueville guarda nel totale alla nostra terra e ne da diverse chiavi di lettura in base all’item territoriale che ha visitato.
Forse sta
proprio in questo la grandezza degli Extraits du Voyage en Sicile poiché Tocqueville comprende che la Sicilia non può essere
analizzata utilizzando una sola metodologia interpretativa o di visione. La
Sicilia è un caleidoscopio di storia, paesaggi, visioni, situazioni, vicende e
personaggi unici al mondo. Il pensatore francese ha l’impressione, confermata,
di trovarsi in un mondo a parte, in una terra singolare.
Motivazioni
del viaggio. Alexis de Tocqueville compie il suo viaggio nel 1826, quindi in piena età romantica, appena
ventunenne assieme a suo fratello Edouard. Sulle
motivazioni del viaggio vi sono delle opposte opinioni. Per alcuni si trattava
di reale completamento del curricula studiorum anche se reale obiettivo del viaggio non era la Sicilia, ma Roma e Napoli. Per
altri si tratta di un viaggio per lenire le classiche pene d’amore in quanto a Metz, dove suo padre era prefetto, conobbe e si
innamorò di Margherite Rosalie Malye, figlia di un
archivista presso
la
prefettura. Questa relazione sentimentale durata a lungo
dovette interrompersi a cause delle diverse condizioni sociali della giovane.
Contesto
|
Alexis de Tocqueville, Uno Sguardo Realista e Dubbioso sulla Sicilia, di Emanuele Gentile
|