Alexis de Tocqueville, Uno Sguardo Realista e Dubbioso sulla Sicilia / di Emanuele GentileIl concetto di strano nella letteratura da viaggioC’è una relazione profonda fra la letteratura da viaggio e il racconto fantastico, questo risale agli albori della letteratura.[1] Su questo delicato aspetto della vicenda letteraria umana si interroga Michel Viegnes con un contributo intitolato L’étrangeté dans le Recit de Voyage et le conte fantastique: l’exemple de Merimée.[2]L’autore parte dal presupposto che lo sconosciuto e il mistero fanno parte del codice genetico della letteratura da viaggio, e cita i viaggi di Ulisse, di Sinbad o di Gulliver. Il viaggio è una scommessa per l’eroe e il lato meraviglioso, leggendario o scientifico, del mondo presuppone una visione coerente del mondo.[3]In contemporanea il ritorno da un viaggio è sempre un procedimento di affermazione della propria identità, di chiusura di un cerchio. Tuttavia qualcosa cambia per via dell’affermazione di un certo relativismo culturale che non è al di fuori dalla personalità del viaggiatore. Con l’avvento della letteratura fantastica si avverte un cambiamento profondo in quanto la destinazione non è più un luogo solare, ma un addentrarsi nei luoghi più bui e opachi della nostra psiche. A determinare questo contribuiscono in maniera fondamentale gli sconvolgimenti occorsi a cavallo dei due secoli. L’obiettivo cambia e da luoghi fisici si passa a luoghi metafisici.[4]Ciò non significa abbandono dello spirito di avventura, anzi è un forte conferma di un’apertura mentale notevole resa plastica dall’esempio di Chateaubriand che fuggendo dalla Francia intende trovare un Nuovo Mondo.[5] O ci vogliamo dimenticare l’esempio di Delacroix?[6]E’ innegabile che ci siano problemi di coerenza fra lo scrivere di cose
fantastiche e l’azione di ricordo. Questo è un aspetto molto importante.[7] Un
caso emblematico è La Seine et ses Bords di Nodier dove la descrizione dei luoghi conosciuti da origine
a storie inquietanti.[8] Anche
quello che conosciamo può essere origine di incontri particolari.[9] Non c’è quindi
opposizione fra letteratura del fantastico e letteratura da viaggio. Essi
appartengono ad un imperituro interesse dell’uomo a conoscere. Spesso paesaggi
bucolici nascondono un aspetto terribile e spettrale comprovando le teorie di Edmund Burke.[10] Ulteriore materia di approfondimento è fornita dalla serie di Notes d’un Voyageur… pubblicate da Mérimée,
nominato ispettore generale ai monumenti storici e antichità nazionale nel
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Alexis de Tocqueville, Uno Sguardo Realista e Dubbioso sulla Sicilia, di Emanuele Gentile
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