Alexis de Tocqueville, Uno Sguardo Realista e Dubbioso sulla Sicilia / di Emanuele Gentile
Prologo
al Grand Tour
Il professore Nunzio Famoso (Università di Catania) ha curato nel 1999 un
libro piuttosto importante per capire il mondo dei viaggiatori che hanno
visitato
la Sicilia. Infatti,
nella parte introduttiva egli sviluppa un interessante excursus sul
viaggio e sulle sue diverse tipologie nel corso della Storia.
Agli inizi della Storia dell’uomo “il viaggio è metafora della vita.” In
questo contesto “la letteratura odeporica si alimenta
dell’incontro dell’uomo col mondo, della progressiva apertura di nuovi
orizzonti, del desiderio di vedere, sentire e decifrare lo spazio nella forma archetipa.” E’
l’epoca di Gilgamesh, Ciro, Mosè,
Giasone, Odisseo ed Enea. In epoca romana il viaggio assume particolarità non
proprio metaforiche, ma come semplice necessità per incontri o scambi
commerciali. Le classi più elevate preferivano le villeggiature in zone vicine a Roma; piuttosto
che imbarcarsi in lunghi viaggi.
Con il crollo dell’Impero Romano, la situazione cambia del tutto in
quanto il complesso sistema di trasporti realizzato in vari secoli dai romani
cade in disuso con il risultato di una stasi di rapporti fra le differenti
regioni facenti parte dell’Impero. L’unica forma di viaggio era quello
religioso e il pellegrino diventa la figura dominante e simbolo.
Il
viaggio è per lui fonte di grande nutrimento spirituale, perché attraverso un
lungo cammino, pieno di ostacoli e difficoltà, egli trova il castigo ai suoi
peccati e nel frattempo può purificare la sua anima. Il viaggio è dunque
vissuto, allo stesso tempo, come sofferenza ed espiazione, assumendo un
significato eminentemente penitenziale. Questi clerici vagantes seguivano percorsi abituali ed in genere
la loro meta tradizionale era Roma, città della fede per eccellenza, città santa con i suoi mirabilia urbis.
Snodi fondamentali di
questo viaggio erano i conventi da considerarsi le più importanti
infrastrutture di trasporti per quel periodo e che accomunavano un alto indice
di elaborazione culturale. Tuttavia, non esisteva soltanto la figura del
viaggiatore religioso, ma, anche, altre come quella del viaggiatore eroico.
Accanto
a questo tipo di viaggiatore religioso, quasi ad incarnare la nascita di una
originaria componente laica del viaggiatore, va ricordata la ricca schiera dei
cavalieri che al viaggio di gruppo preferiscono quello individuale. Il viaggio
d’individuazione, attraverso dure prove, mette in risalto la tempra del
viaggiatore, le doti morali e fisiche del cavaliere, il coraggio e l’eroismo.
In questo tipo di viaggio, che viene definito eroico, si ricercano la gloria,
la fama e gli onori.
Con l’Umanesimo il viaggio
eroico cambia modalità accentuando il lato individualistico e dilatando a
dismisura una sete di libertà che i secoli precedenti avevano contributo a
soffocare.
Un’idea
del viaggio che la curiosità e il bisogno d’evasione rendono più seducente, che
la nuova sensibilità indirizzata verso i luoghi della cultura classica e che è
sorretta dallo spirito di osservazione e della nuova scienza baconiana…Avventurieri in un mondo che va dilatando
velocemente i suoi confini e si
mostra sempre più aperto alla intraprendenza e all’ingegno, giovani che
attraverso il viaggio coronano il proprio corso di studi universitari,
aristocratici che con il viaggio sfuggire alla noia e alla
malinconia…costituiscono le schiere che innovano ed innervano il viaggio
nell’età umanistica.
Questa tipologia di viaggio sintetizza le precedenti rivelando nuovi
interessi e un notevole livello di conoscenza. Nascono, quindi, i primi
alberghi secondo la moderna terminologia, cominciano ad essere pubblicati i
primi resoconti di viaggio come anche le prime guide ad uso e consumo del
viaggiatore. Emblema del viaggiatore di questa epoca è sicuramente Michael de Montaigne il cui diario di viaggio in Italia fu scoperto nel 1774. E’ da
questa tipologia di viaggio che troverà fondamento il Grand Tour.
Il
pellegrino da mistico e religioso si è trasformato in viaggiatore laico e
colto, alla ricerca di una più ampia erudizione soprattutto di cultura
umanistica nelle maggiori biblioteche del tempo. Mutata è la trama urbana del
vecchi itinerario, non già tutto proteso alla meta finale (Roma) ma volto alla
ricerca, all’attraversamento e al godimento di altri punti nodali (Milano,
Venezia, Padova, Firenze, Bologna). Nel frattempo si è accresciuto il numero di
studenti, inglesi, francesi, tedeschi e di altre nazionalità, che si recano in Italia per seguire corsi nelle
Università del centro-nord e in contemporanea schiere di umanisti, soprattutto
anglosassoni, prendono a frequentare sempre più diffusamente corti e centri di
cultura italiani.
In questo contesto, l’Italia svolge un ruolo di primissimo piano in
quanto riesce ad accendere l’immaginario nordico permettendogli di far
conoscere i propri tesori, il suo territorio, la sua realtà culturale. Tutto
ciò ha un grande impatto su un vasto pubblico aristocratico e borghese. A
questa esplosione di un miraggio italiano provvede, anche, una produzione
enorme di disegni, dipinti ed incisioni che illustrano il nostro paese dandone
una lettura visiva
e
topografica. In tutto questo, purtroppo, scompare il paese
reale. Infatti, non ci si interroga sulla realtà socio-politica dell’Italia
relegando la realtà ad un fare pittoresco e spesso stereotipato. Comunque sia,
erano state gettate le basi del Grand Tour.
Contesto
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Alexis de Tocqueville, Uno Sguardo Realista e Dubbioso sulla Sicilia, di Emanuele Gentile
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