Partecipa alla Holding dei Poveracci,
al Corso di giornalismo de "I Siciliani" e alla
Giornata per l'informazione libera e democratica, un gruppo
di ragazzi attivo attorno a un foglio locale, "Girodivite".
All'interno della vicenda de "I Siciliani" si
tratta di una presenza marginale, un punto di vista esterno
che però può darci alcune indicazioni.
"Siamo entrati in contatto con "I Siciliani"
nel marzo 1994", ci dice Sergio Failla che di "Girodivite"
è stato a lungo coordinatore.
Da alcuni mesi avevamo messo insieme un
gruppo di ragazzi a Lentini, accomunati dal desiderio di
fare un giornale. Il nostro non era un gruppo politicizzato.
Alcuni di noi avevano esperienze di movimento, una sensibilità
comune verso l'ambiente, la solidarietà sociale.
Io personalmente, oltre a essere il più vecchio,
ero anche quello con più 'retroterra storico' dal
punto di vista politico, ma gli altri non andavano oltre
la comune esperienza della classe politica statica e accattona
del nostro paese. C'erano i problemi: l'acqua che non arrivava
e continua a non arrivare in alcuni quartieri, il degrado,
le discariche Avevamo voglia di parlare di queste
cose, e i fogli locali tutti legati a correnti politiche
non avevano mai voluto parlare di queste cose. In quel momento
poi, di scompaginamento della DC, anche i fogli locali avevano
cessato le pubblicazioni per cui si apriva un varco per
chi volesse fare informazione democratica, diversa. Abbiamo
cominciato a riunirci. Avevamo di fronte alcune difficoltà
pratiche, prima tra tutte quella di avere un direttore responsabile
che ci 'coprisse' dal punto di vista giuridico, e nessuno
di noi era giornalista. Siamo andati a trovare "I Siciliani".
Loro avevano già avviato il progetto della Holding
dei Poveracci. Abbiamo aderito. Facevamo viaggi periodici
a Catania, io e Giuseppe Riera che si occupava della grafica,
per imparare a usare Quark Xpress, il programma di impaginazione.
I ragazzi scrivevano gli articoli usando i PC 286 o le Amiga
che avevano a casa; si digitalizzavano le immagini e poi
si andava a impaginare con il Mac in dotazione alla Holding.
La sede era il pianterreno del palazzo dove c'era la redazione
de "I Siciliani". Sopra "I Siciliani"
e sotto noi. Direttore responsabile del nostro foglio, che
usciva come supplemento a "I Siciliani", era Riccardo
Orioles. Nessuno ci ha mai detto cosa scrivere. Quello che
scrivevamo nasceva dai nostri bisogni, nasceva dal 'sentire
comune' di quegli anni. Abbiamo imparato tutto da "I
Siciliani": a impaginare, a comunicare in un certo
modo. Essere con "I Siciliani" in quegli anni
per noi aveva un valore simbolico ben preciso: un valore
di impegno. Contro la mafia, che da noi significava Sebastiano
Nardo, luogotenente di Nitto Santapaola per i nostri paesi.
Ma noi eravamo più interessati a un discorso sociale
che non 'politico' . Nessuno di noi aveva mai avuto a che
fare con l'esperienza della Rete, che a Lentini non ha mai
attecchito.
Alla holding fecero riferimento 6-7
testate, uscite spesso per pochi mesi, nell'arco di un anno.
Oltre a "Girodivite", l'esperienza di "Il
Corvo" edito a San Giovanni La Punta, che ebbe un certo
successo giungendo alla distribuzione nelle edicole; "Scordia
Informalagente", portato avanti da Salvatore Agnello,
che uscì con un paio di numeri; "Icaro"
giornale di Biancavilla; "Fendinebbia" di Enna.
"Parole Contro", edito a Siracusa da Agata Ruscica
ebbe i numeri iniziali "coperti" giuridicamente
da "I Siciliani", ma non fece mai parte della
holding. La testata di punta della holding fu però
"Doccia Fredda", portata avanti da Massimo Malerba:
a carattere satirico, una impaginazione che portava alle
estreme conseguenze la grafica "povera" utilizzata
nei giornali della holding: lo si poteva leggere nei due
versi, avendo una doppia "prima pagina" (per leggere
la seconda parte occorreva "girare" il giornale).
"Doccia Fredda" arrivò ad avere una distribuzione,
per alcuni numeri, anche nelle edicole catanesi.
Proprio con "Doccia Fredda" e con il tentativo
delle testate della holding si arriva a un certo punto a
porsi in maniera diversa rispetto a "I Siciliani"
proprio dal punto di vista fondamentale della comunicazione.
Mentre le testate della holding si contraddistinguevano
per un taglio "giovanile", tutto orientato sulla
cronaca e i problemi delle città, ma dal punto di
vista più studentesco e persino goliardico - di contro
alla "serietà" de "I Siciliani"
- "Doccia Fredda" innescava un cortocircuito comunicativo.
La scelta stessa dei pezzi brevi e brevissimi, contrapposti
ai lunghi articoli de "I Siciliani" - nell'ambizione
del saggio di costume e dell'inchiesta - l'impaginazione
che usava in maniera spinta fondi, fondini, ritagli triangolari
e circolari, l'uso vernacolare del dialetto (come modello
era ripreso "Il Vernacoliere" di Livorno) erano
tutti elementi che portavano "Doccia Fredda" lungo
una tangente divergente rispetto a "I Siciliani".
Racconta ancora Sergio Failla:
Quando siamo entrati nella holding
erano state avviate diverse testate, noi siamo stati gli
ultimi. Abbiamo partecipato al Corso di giornalismo indetto
da "I Siciliani": una esperienza molto bella,
soprattutto per gli incontri che abbiamo potuto fare, conoscere
le altre realtà sparse in Sicilia, persone che spesso
per anni avevano lottato nei propri paesi in maniera isolata
e che grazie a un mezzo di comunicazione come "I Siciliani"
potevano rapportarsi tra di loro, conoscersi, scambiarsi
le esperienze. Nel quadro di debolezza estrema di mezzi
di comunicazione che c'era allora in Sicilia, "I Siciliani"
avrebbe potuto fare molto. Questo è stato fin dall'inizio
uno dei motivi 'forti' del nostro avvicinarci a "I
Siciliani" allora. Una esperienza molto intensa, in
un quadro politico in rapida mutazione. Si consideri come
nei paesi in cui vivevamo, le elezioni comunali differite
di pochi mesi tra Lentini/Carlentini e Francofonte hanno
dato esito diverso: la vittoria al centro-sinistra e pochi
mesi dopo al centro-destra a Francofonte, quest'ultima nel
quadro della rimonta generale del centro-destra di Berlusconi
in tutta Italia.
Abbiamo continuato a avere rapporti con "I Siciliani"
per buona parte del 1995. Il clima interno a "I Siciliani"
lo sentivamo tuttavia molto pesante. Si venne alla chiusura
dell'esperienza della Holding, ormai ridotta alla sola presenza
nostra e di un altro foglio che usciva in una delle città
etnee, "Icaro" di Biancavilla. Quando Riccardo
Orioles si fu allontanato, continuammo a uscire grazie alla
'copertura' di Marcello Baraghini di Stampa Alternativa".
"Girodivite" usciva come mensile,
in 4 o 8 pagine a seconda delle risorse finanziarie disponibili.
"Certamente senza i prezzi bassi che
riuscimmo a trovare a Catania grazie alla Holding non saremmo
mai potuti uscire in stampa. Ricordo che allora facevamo
il nostro giornale con 400 mila lire, mentre i tipografi
a Lentini ci avevano chiesto fino a un milione e mezzo!
Del resto ritrovarci in network ci stava bene, ci faceva
sentire più forti, parte di un progetto comune. Il
modello che abbiamo imparato allora ne "I Siciliani"
ci è stato essenziale per sopravvivere: con uno spirito
di network ci siamo poi avvicinati alle realtà dei
paesi vicini, Francofonte, Scordia, ma anche Palazzolo,
Pachino: senza l'aiuto di queste altre realtà non
avremmo certamente mai avuto la forza di continuare: il
quadro complessivo era di deterioramento dei gruppi e delle
realtà sparse nei paesi, senza l'umiltà del
network, del mettere assieme le poche risorse di cui si
dispone, nessuno di noi avrebbe potuto continuare [40]
Note: [40] Nel 1995 "Girodivite"
avvia la propria presenza su Internet, tra le prime testate
locali a essere sul web in maniera "completa"
cioè con tutto il proprio archivio consultabile.
Nel 1999 avvia l'esperienza di altre due testate, Bancarella
specializzata nella recensione dei libri economici, e Sherazade
quadrimestrale di storia di genere. "Girodivite"
è consultabile all'indirizzo: http://Girodivite.freeweb.org
[Aggiornamento: dal marzo 2001 è su: http://www.girodivite.it]