Con la sconfitta alle amministrative catanesi
del 1993 gli imprenditori ritirano il loro appoggio; il
ritiro non avviene in maniera netta, ma i rapporti vengono
progressivamente lasciati cadere. Claudio Fava lascia Catania,
Michele Gambino torna ad "Avvenimenti", gran parte
degli aderenti alla Rete defluisce.
All'interno de "I Siciliani" resta quello che
potrebbe chiamarsi il momento di "laboratorio".
Il "laboratorio" Siciliani nasce dalla impossibilità
a procedere nel "progetto quotidiano", che però
non viene accantonato. Del resto la stessa latitanza dei
finanziatori, che non negano esplicitamente l'impegno, mantiene
il gruppo di redattori nell'equivoco.
Il laboratorio è inserito all'interno della prospettiva
quotidiano, tutte le scelte sono finalizzate a porre tasselli
che potranno servire per la struttura quotidiano e possono
essere così schematizzate [36]:
a) Continua l'apertura agli studenti medi
come mezzo di reclutamento primario degli attivisti / collaboratori.
"I Siciliani" offrono alle attività dei
movimenti studenteschi cittadini - siamo in un periodo di
lotta e occupazioni - supporto tecnico e materiale, dall'uso
delle fotocopiatrici e fax, al tentativo di un giornale
studentesco sulla falsariga de L'Alba. "Mi ricordo
le riunioni di questi ragazzi" dice Sergio Failla,
"accovacciati a cerchio, a terra, al pian terreno della
sede di via Regina Margherita, a discutere del foglio che
avrebbero voluto diffondere. A queste riunioni decisiva
era la presenza delle ragazze, erano soprattutto le studentesse
a premere per la nascita del foglio degli studenti medi.
Tra di esse Caterina Carta..."
b) Nasce il progetto holding dei poveracci. All'interno
del progetto quotidiano significava poter disporre di redazioni
locali attorno all'unico mezzo serio per formare redazioni,
ovvero la creazione e il lavoro attorno a testate locali.
La holding nasce da una doppia intuizione: da una parte
Orioles che aveva creato "gabbie" utilizzabili
da chiunque - bastava disporre di un computer e riempirle
di contenuti. Dall'altra Massimo Malerba, che divenne il
coordinatore di questa iniziativa, e mise a punto il progetto:
creare un insieme di testate che si presentassero come un'unica
testata a tipografi e server di pellicolaggio, in modo da
"spuntare" un prezzo più basso e dunque
permettere la diffusione di testate locali altrimenti impossibilitate
a nascere a causa dei singoli prezzi esorbitanti;
c) Nasce Imminews, foglio coordinato e portato avanti da
un immigrato residente a Catania, Rida;
d) Nasce Il Foglio degli operai, portato avanti essenzialmente
da Rosanna Fiume. Il Foglio tenta di dare voce alle lotte
del ceto più colpito della ristrutturazione economica
succeduta alla fine dei "cavalieri del lavoro":
gli operai che lavoravano alla Ditta Costanzo soprattutto,
e poi il "popolo dei cancelli" di Sigonella, e
le lotte innescate nei processi di ristrutturazione delle
realtà industriali di Gela e Milazzo, e della zona
industriale dei petrolchimici di Priolo (Siracusa).
Nel momento in cui divenne finalmente evidente l'impossibilità
di giungere al quotidiano, nel 1995, Orioles tentò
un altro progetto, cui non si diede nome (tanto era forte
il desiderio di non arrendersi all'impossibilità
del progetto quotidiano) che noi qui possiamo chiamare per
comodità di riferimento "progetto network".
Il progetto network puntava alla creazione di un foglio
nazionale, di circa 16 pagine, al cui interno potessero
essere inserite e veicolate delle testate locali (a carattere
provinciale e/o regionale). In questo modo le testate regionali
non avrebbero perso autonomia né identità
ma si sarebbero rafforzate dal poter disporre di una parte
"nazionale" qualificata e qualificante.
A parte e marginale è da considerare
l'esperienza de "I Siciliani" "online".
"I Siciliani" non hanno avuto una chiara né
decisa "attenzione" verso i nuovi media. La debolezza
e il carattere "di nicchia" delle esperienze e
delle possibilità di comunicazione online in quei
mesi del resto non era tale da permettere molto.
Interesse verso i nuovi media hanno avuto alcuni di coloro
che giravano attorno a "I Siciliani", dei più
giovani. A Catania nel 1994 era nata Raggio di Luna, bbs
portata avanti da un giovane hacker. L'esperienza si era
rapportata con il tentativo della bbs PeaceLink di Taranto,
che aveva raccolto le bbs soprattutto del Meridione e impegnate
nel volontariato - antimilitarista e ambientalista.
Tra la fine del 1994 e l'inizio del 1995 si diffonde in
Italia Internet. A Bologna è l'esperienza "storica"
de La Città invisibile (www.citinv.it) portata avanti
da un gruppo di giovani, in gran parte ricercatori o assistenti
universitari. "I Siciliani" hanno una loro pagina
grazie alla presenza in quei mesi a Bologna di Lucio Tomarchio
che fa da intermediario. La pagina de "I Siciliani"
sul web non raggiunge mai il carattere di una vera e propria
testata ma rimane limitata alla singola presenza "di
bandiera". Tuttavia è significativa della tensione
verso il nuovo che la testata aveva.
Nella prospettiva tenacemente perseguita
di lavorare alla struttura quotidiano e porsi come gruppo
centrale all'interno dell'area (ormai non più di
partito) democratica catanese e siciliana, sono da segnalarsi
almeno due importanti iniziative:
- il Corso di giornalismo, tenutosi
tra il febbraio e il marzo del 1995, alla Camera del Lavoro
di Catania. Occasione d'incontro per un paio di centinaia
di persone, provenienti dalle province - soprattutto della
Sicilia orientale - per apprendere rudimenti di giornalismo
e tecnica di comunicazione;
- la partecipazione, nel marzo 1995, alla Prima Giornata
dell'Informazione libera e democratica, organizzata dalla
rivista Città d'Utopia. Viene formato un Coordinamento
cui partecipano sei realtà dell'informazione politica
siciliana. "I Siciliani" non ne sono promotori,
vi partecipano, ma escono dopo poche riunioni dal Coordinamento.
Il Corso è senz'altro uno dei
momenti più alti del lavoro politico e giornalistico
de "I Siciliani" (oltre ai numeri prodotti in
questa fase). Parte di quell'idea di "socializzazione"
delle tecniche di comunicazione proprie dell'assunto libertario
da cui provenivano alcuni dei giornalisti di punta de "I
Siciliani" di questa fase.
La Giornata dell'Informazione testimonia invece l'esistenza
di un quadro di debolezza complessivo e di frammentazione
delle testate democratiche dell'isola: "I Siciliani"
erano, tra le testate presenti, i più "professionisti"
dal punto di vista giornalistico, gli unici a essere nelle
condizioni di fare "informazione" e non "commento"
sulle cose che accadevano.
Debolezza anche testimoniata dal fatto che una Seconda Giornata
fu possibile organizzarla solo nel 1998, in tutt'altro clima
politico e con la partecipazione di molte meno testate giornalistiche
(le altre, tutte chiuse).
Note: [36] Per questa parte mi sono avvalsa
delle conversazioni con Sergio Failla, coordinatore di "Girodivite",
un mensile nato all'interno della Holding dei poveracci,
e Lucio Tomarchio, una nuova leva degli anni novanta, lavorava
al Foglio degli operai.