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Una cena al buio con i non vedenti

Pochi giorni fa, intorno alle 20 in un’ osteria del centro di Bologna, la sala da pranzo era completamente immersa nel buio.

di Elisabetta Corsini - mercoledì 12 dicembre 2007 - 6374 letture

Se pensiamo ad una cena "al buio" la prima cosa che ci viene in mente è, probabilmente, un incontro in un locale alla moda fra persone sconosciute, magari single e in cerca di nuove conquiste. In questo caso, però, siamo decisamente fuori strada. Pochi giorni fa, intorno alle 20 in un’ osteria del centro di Bologna, la sala da pranzo era completamente immersa nel buio.

A dare una mano ai disorientati avventori, poco avvezzi a muoversi in assenza di luce per più di una manciata di secondi, giusto il tempo di trovare una candela o una pila quando in casa salta la corrente, uno staff di camerieri non vedenti: il personale, esperto per l’accoglienza e il servizio ai tavoli, è stato fornito dall’ API&ACI di Bologna (Associazione per la promozione dell’ integrazione e dell’ autonomia di ciechi e ipovedenti) che insieme all’ UNIVOC (Unione Nazionale Italiana Pro Ciechi), ha organizzato la suggestiva serata di ieri.

Essere costretti a fare a meno della vista, il senso sul quale facciamo maggior affidamento, imparare ad affinare tutti gli altri sensi, come il tatto e l’ udito, riconoscere le pietanze e il vino di un menù rigorosamente a sorpresa indovinando gli odori e i sapori, vuol dire immergersi, anche se solo per qualche ora, nel disagio vissuto - quello si - quotidianamente dai non vedenti.

Condividere le loro sensazioni, seguire i loro consigli su come affrontare tanti piccoli gesti quotidiani, come prendere in mano una forchetta o bere un bicchiere d’ acqua. "Chi non vede, apprende per necessità una serie di tecniche per gestire le più svariate situazioni - ha spiegato Mauro Marchesi, presidente dell’ UNIVOC - per capire ad esempio se un bicchiere è pieno, non ci si infila un dito dentro come molti credono, ma lo si scuote leggermente e lo si avvicina all’ orecchio. Iniziative come le cene al buio hanno l’ obbiettivo di creare empatia fra non vedenti e normodotati, e proprio per favorire la socializzazione i camerieri accompagnano le persone e le fanno accomodare al tavolo insieme a degli sconosciuti".

In questo modo si è praticamente obbligati a relazionarsi con chi non si conosce, ad ascoltare il suono delle voci, senza il condizionamento dell’ immagine e dell’ apparenza che hanno raggiunto ormai un peso enorme nella nostra vita. Un’ esperienza insolita e istruttiva. "L’ UNIVOC è un’ associazione di volontari che, giorno dopo giorno, si adoperano per rendere un pò più semplice e serena la vita dei non vedenti associati - continua Marchesi - i servizi offerti sono soprattutto attività di accompagnamento a visite mediche, spesa al supermercato, cinema, passeggiate, e anche attività a domicilio come la lettura di quotidiani o il disbrigo della corrispondenza. Lo scopo è quello di favorire l’ integrazione sociale dei non vedenti e di abbattere la solitudine e l’ isolamento che colpiscono soprattutto gli anziani e chi ha meno figure di riferimento intorno a sè".


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Una cena al buio con i non vedenti
16 dicembre 2007, di : Carlo

Sono rimasto colpito dalla vostra iniziativa..complimenti, bella davvero!!!
    Una cena al buio con i non vedenti
    23 dicembre 2010, di : maurizia

    sono rimasta sorpresa da questa bellissima iniziativa ma alla quale nn ho potuto partecipare perchè ne sono venuta a conoscenza solo pochi giorni fà ..., credete di poterla ripetere prox ??? grazie per la vostra attenzione