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Se 10 secondi vi sembrano pochi

Il sesso senza consenso è stupro. Facciamoci sentire!

di Piero Buscemi - venerdì 14 luglio 2023 - 1580 letture

Negli ultimi giorni si sta parlando molto del tema del consenso, dopo che sono arrivati alla ribalta dei casi di cronaca molto preoccupanti. L’ultimo in ordine di tempo riguarda l’assoluzione di un collaboratore scolastico dall’accusa di molestia perché una palpata “sotto i 10 secondi” non sarebbe reato.

Da tempo denunciamo la presenza di stereotipi sessisti anche nelle aule di tribunale e per questo chiediamo la revisione dell’articolo 609-bis del codice penale affinché qualsiasi atto sessuale non consensuale venga punito.

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L’appello arriva da Amnesty Intenational che, qualche tempo fa, lanciò l’appello IL SESSO SENZA CONSENSO È STUPRO!, che è possibile ancora firmare. In questi giorni l’ipocrisia camuffata da politica si è pronunciata nel peggiore dei modi, regalando all’opinione pubblica mondiale un’altra immagine ambigua del nostro Paese. Non che l’Italia abbia l’esclusiva su questo argomento, visto che gli episodi di violenza nelle varie divagazioni sono ormai il quotidiano in tutto il mondo.

Se da una parte, con molto rammarico, si ha l’impressione di doversi rassegnare a una cultura traviata e votata alla violenza nel rapporto uomo-donna, ma ovviamente vale per qualsiasi rapporto umano, dall’altra ci si aspetterebbe un atteggiamento fermo e coerente a molte dichiarazioni svolazzate in qualsiasi occasione in cui i nostri politici abbiano l’opportunità di continuare all’infinito una campagna elettorale perenne, per poi facilmente smentirsi quando la vera natura prevale su un "farisaismo" tornato prepotentemente in voga in questi anni.

Ancora una volta ci riserviamo di tenere per noi qualsiasi parere personale o giudizio sulle vicende che hanno interessato il presidente del senato e le relative dichiarazioni discutibili, volendo anche gli ostinati e opportunistici silenzi del presidente del consiglio e delle altre donne e uomini in politica che hanno cavalcato battaglie sui diritti, o forse hanno solo inscenato una parte di circostanza, senza dimenticare la ancora pendente vicenda del figlio del fondatore del Movimento Cinque Stelle, un altro figlio della politica dal doppio volto, o del "due pesi e due misure", se preferite.

Lasciamo quindi al corso delle indagini l’incarico di rivelarci qualcosa che assomigli sufficientemente alla verità, limitandoci a riprendere quanto contenuto nell’appello di Amnesty che si rifà alla Convenzione di Istanbul, ratificata in Italia nel 2013 che sancisce che "lo stupro è un rapporto sessuale senza consenso". L’articolo 36, paragrafo 2, della Convenzione specifica che il consenso “deve essere dato volontariamente, quale libera manifestazione della volontà della persona, e deve essere valutato tenendo conto della situazione e del contesto“.

Siamo consapevoli che qualsiasi normativa internazionale sia stata promulgata negli anni ha trovato spesso una scarsa corrispondenza nella sua applicazione nella realtà. La dimostrazione di ciò è davanti agli occhi di tutti, anche quando gli argomenti sono di altra natura che possa andare dalla guerra a qualsiasi forma di tutela del diritto per l’essere umano.

La nascita e le attività di molte organizzazioni internazionali, la stessa Amnesty ad esempio, sono la dimostrazione di una forte necessità di ribadire e difendere leggi che, pur discutibili e modificabili, esistono ma sono stralciate dall’arroganza di chi con il potere, economico o bellico che sia, si pone nella condizione di non rispettarle rimanendo spesso anche immune a qualsiasi conseguenza.

Vogliamo essere coerenti con il nostro modo di comunicare e consapevoli di apparire prolissi, invitiamo chiunque, i nostri lettori abituali o occasionali, i politici che ipoteticamente avessero la "sventura" di imbattersi sulle nostre pagine, a valutare e ad operare tenendo sempre conto di un particolare da non sottovalutare: comprendere a pieno certe umiliazioni o violenze subite, implica avere il coraggio di uscire fuori dal personale mondo egoistico in cui ci rifugiamo e metterci al posto delle vittime umiliate dall’arroganza e dalla stupida follia che ci accompagna fedele nel nostro quotidiano.


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