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I media e l’immagine femminile

Le donne normali, nelle pubblicità come in tv, sono del tutto assenti, le donne anziane si vedono solo nelle reclame delle dentiere, mentre gli schermi televisivi e i cartelloni pubblicitari abbondano di belle ragazze e modelle magre e dal fisico mozzafiato.

di Elisabetta Corsini - mercoledì 21 novembre 2007 - 11038 letture

Sono sempre di più le donne che occupano posizioni di rilievo nel mondo della comunicazione. Nelle medie e grandi aziende private italiane, le addette stampa sono il 74%, e il 77,8% sono dirigenti delle aree di informazione. Nonostante questo, però, l’immagine della donna veicolata dai media e dalla pubblicità continua ad essere legata a schemi e stereotipi tipici di una cultura profondamente sessista.

Di questo tema si è parlato alcuni giorni fa in Fiera a Bologna nel corso di una tavola rotonda organizzata da INAIL (Istituto Nazionale per l’ assicurazione contro gli infortuni sul lavoro) e dall’ Associazione della Comunicazione Pubblica.

"Negli ultimi dieci anni la comunicazione si è trasformata, passando da strumento di importanza marginale a elemento strategico per il successo delle aziende, sia pubbliche che private - ha spiegato Antonella Ninci, presidente del comitato Pari Opportunità dell’ Inail - in questo cambiamento le donne hanno svolto spesso un ruolo da protagoniste, a volte artefici inconsapevoli di successi e di cambiamenti. Si può quindi affermare che la comunicazione è donna, anche se le donne continuano a guadagnare meno rispetto ai colleghi maschi e le poltrone del potere sono occupate, nella maggior parte dei casi, dagli uomini".

"Purtroppo c’è un altissimo numero di messaggi pubblicitari che ledono l’ immagine femminile - ha detto Isabella Rauti, consigliera nazionale di Parità - manca un’ educazione seria basata sui principi non discriminatori e sul rispetto delle differenze di genere. Un esempio fra tanti è quello della pubblicità di una patatina che aveva come testimonial un noto attore di film porno. Un messaggio carico di allusioni sessuali e di volgarità, per il quale è stato chiesto e ottenuto, per fortuna, l’intervento del giurì della disciplina pubblicitaria".

Le donne normali, nelle pubblicità come in tv, sono del tutto assenti, le donne anziane si vedono solo nelle reclame delle dentiere, mentre gli schermi televisivi e i cartelloni pubblicitari abbondano di belle ragazze e modelle magre e dal fisico mozzafiato.

"La risposta a tutto questo è semplice - ha ammesso Roberto Vecchi, autore e regista televisivo - e si chiama audience. I dati Auditel, ad esempio, sono fondamentali per chi fa televisione, ed è innegabile che la presenza di una velina aumenti inevitabilmente il picco di ascolti. Solo una forte pressione da parte di chi si occupa di Pari Opportunità su chi gestisce i media potrebbe portare, forse, ad un’ attenzione e ad un rispetto maggiore nei confronti delle donne".

"Commentando una pubblicità della Tim che aveva come testimonial la Canalis, il quotidiano inglese Financial Times ha scritto che l’ Italia ha dimenticato il femminismo - ha aggiunto la Rauti - in effetti nel nostro Paese c’è una sorta di discontinuità storica e sociale nel percorso dell’ emancipazione femminile. E’ necessario proporre un’ idea di plurale femminile, di non adesione ad un unico modello, per uscire dallo stereotipo della donna velina, velona, poco vestita e sempre in atteggiamenti seduttivi".


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Un altro segnale di speranza
22 novembre 2007, di : M.M.

Mi fa piacere vedere che proprio le donne stiano alzando la testa, evidenziando il grave malessere sociale che investe il nostro paese...dai 12 ai 52 anni si cerca di dimostrare sempre la stessa età...questa idea che lo scopo della vita sia rincorrere e rimpiangere i 25 anni, fa perdere di vista ciò che ha davvero importanza...il piacere di crescere, evolversi, acquisire conoscenza, maturità, rispettabilità, sociale e personale ciò che ha spinto gli uomini fin dagli albori ad evolversi e passare dalle clave ai pc sembra non avere più importanza almeno per le donne...medici donne, avvocati donne, commercialiste, insegnanti, astronauti, militari e scienziati donne e la lista potrebbe continuare, lavorano spesso all’ombra...di potenti che stanno imponendo attraverso i media un’idea di società formata da eterni e istupiditi ragazzi che non costruiscono più nulla, non credono più in nulla e che vengono appagati dalle sgambettanti veline, consumatori e null’altro.

Complimenti all’ autrice

I media e l’immagine femminile
28 novembre 2007, di : Diana

Ha fatto bene Elisabetta Corsini a richiamare l’attenzione con il suo articolo su un problema, quello dell’immagine femminile nei media, spesso sottovalutato. Vi trascrivo una poesia sull’argomento,...per riderne un po’(ma senza dimenticare che la situazione è seria!:)

La donna della pubblicità

Sexy, tenera, efficiente,

un tantino deficiente

con la mini e i tacchi a spillo

lotta vispa come un grillo

contro l’unto che s’incrosta

e la polvere nascosta

Tutta market, casa e ufficio

compra pappe per il micio

surgelati e biscottini

e non scambia i suoi fustini.

Si dà sempre un gran da fare

a condire e cucinare

fra una teglia e una padella

ma ha la vita sempre snella.

Lava, stira, non si stanca,

la sua maglia è la più bianca,

cura i cani ed i bambini,

spazza, cambia i pannolini,

e se poi il marito arriva

con allegra comitiva,

per concluder la serata

gli fa pur la spaghettata.

(...Se più intima è la sera

mette calze e giarrettiera

e si sfila la sottana

con lo stile di Moana!).

I media e l’immagine femminile
1 dicembre 2007, di : Marista

Molto dipende da come le donne stesse si pongono. Al mondo c’è posto per tutte. Abbiamo bravissime attrici, che non sono bellissime, ma riescono e questo non solo nel teatro, ma nella televisione, nello spettacolo in genere, e belle figliole che fanno appunto..le belle figliole, e se una fa la ballerina o la velina per campare, io che sono di 63 anni, mai stata bellissima,sempre occhialuta, laureata, amante delle letture e del giardino, un po’ all’antica, be’ non ci trovo niente di male in una velina, in una attricetta, in una bella figliola ; io non sono stata mai discriminata in quanto normale donna con diversi difettucci, da parte mia, specie finchè ho avuto vita di relazione, ho cercato di curarmi per rispetto di me anzitutto, senza farmene però un problema. Se una bella figliola, fa due piroette e due moine, un balletto, cosa poi non tanto facile, una corsetta, e questo serve a pubblicizzare un prodotto e a farla gudagnare con quel che Dio le ha dato, non ci vedo niente di male.Una altra guadagnerà con altre qualità, normale. Che si debbano fare oltre le stupide ed avvilenti "quote rosa" pur le quote vecchia befana e le quote racchia, dai! Mi sembra eccessivo!Un po’ si denso del ridicolo dovrebbe aiutare credo.

Ora ritenere che una pubblicitaria donna, debba mostrare befane per cambiare "lo stereotipo femminile, mi pare un po’ bigotto. Allora dovrebbero che so, fare sfilare ragazzi racchi, Raoul Bova, andrebbe tolto di mezzo, o mostrato col viso coperto e vestito male per non privilegiare l’aspetto fisico. Via tutti gli uomini belli, viva i racchi e le racchie, ma dai.... sempre squilibrati , sempre eccessivi, sempre persecutori,che lagna!

I media e l’immagine femminile
11 dicembre 2007, di : M.

Ecco cogliamo i frutti che la televisione e questa assurda società del nulla ha creato... così pure una donna di una certa età fa la più sciocca delle equazioni...brava ma brutta ..bella ma incapace...chi ha mai detto che vogliamo vedere brutti ma bravi attrici e attori invece che sgambettanti bei figliuoli??..vorremmo qualità, contenuti, varietà di tematiche, spettacoli, arte, ballerini che ballano invece di fare la fame, cantanti che cantano, giornalisti che fanno il loro lavoro..bambini, giovani, vecchi..e cmq non si parlava solo del mondo dello spettacolo.esiste altro sa??..si parlava di medici, scienziate, avvocati, giornaliste che guadagnano meno dei loro colleghi uomini e non arrivano mai nei posti di potere e prestigio...i bravi attori di tutti i tempi erano forse tutti brutti?...e poi signora la laurea e l’istruzione in genere non è un premio di consolazione per i bruttini occhialuti..ci sono laureati stupendi...
I media e l’immagine femminile
13 dicembre 2007

Io ribadisco, le donne se vogliono il rispetto debbono prenderselo ognuna personalmente e non imporsi come "genere". Passare da una ghettizzazione ad una altra mi sembra sciocco ed inutile, oltre che avvilente. Io quel poco che ho conquistatolo ho ottenuto a grande fatica dati i tempi e dato il tipo di famiglia all’antica, dove mio padre avvocato insisteva perchè non mi laureassi in giurisprudenza in quanto donna, e ha osteggiato sempre ogni mio lavoro, ogni mio progresso, ogni mia scelta con la sua influenza. Io ho insomma goduto di una forte raccomandazione "al contrario", che è stat esercitata contro di me in quanto figlia femmina che doveva quindi avere il tempo di dedicarsi alla sua prossima vecchiaia . Nessuno più di me quindi può essere sensibile alle necessità delle donne, eppure se avessi conquistato qualcosa, o meglio se mi fosse stato dato qualcosa, anche minimo, solo in quanto donna, in quanto specie "minoritaria" e da proteggere, io mi sarei sentita diminuita e svilita come "persona".

Finchè le donne saranno tanto stupide da considerarsi specie a parte e poi quel che peggio e che ancora vedo con sgomento, finchè saranno ipocritamente e falsamente unite nelle piazze, per poi nei posti di lavoro diventare le peggiori nemiche delle altre donne, visto che vivono una imbecille guerra in ogni momento della loro vita ed una continua sottile rivalità per "valere" avanti all’odiato maschio da abbattere ( in quanto ancora lo sentono sotto sotto come superiore, visto che loro stesse non si pongono come persone verso altre persone , ma come genere oppresso), care mie, finchè si continua così, non si va lontano. Non è vero che le donne normali sono assenti in TV,non è vero che le donne anziane reclamizzano solo dentiere, certo è ovvio che una donna anziana non la puoi mettere a fare la pubblicità del reggiseno pizzato,un prodotto per giovani sarà mostrato usato da giovani, certe puntualizzazioni di fatti di poca o nesuna importanza fanno si che ci diamo la zappa sui piedi da sole.

Come se il mio anziano marito si risentisse perchè reclamizzano abiti solo portati da giovani, magri belli, capelluti e senza pancetta, lo facesse, sarebbe da tutti ritenuto un idiota patentato.. pensateci

I media e l’immagine femminile
13 dicembre 2007, di : .

Evidentemente la lotta per normali diritti che 30/40 anni fa le donne hanno dovuto affrontare contro mariti e padri padroni...ha fatto si che quelle sembrassero crociate vinte coraggiosamente..queste sono cose normali era assurdo un tempo dover affrontare queste lotte..ora le donne in carriera lo sanno... devono intraprendere la stessa lotta contro i capi...tutti uomini e anche ora non ha senso!!mi creda per gli incarichi più prestiggiosi vengono PREFERITI gli uomini e (dato reale) alla pari di ruolo le donne prendono uno stipendio INFERIORE.... ci sono più laureate donne e con voti più alti dei colleghi come mai nei posti che contano ..( professori, manager ecc) arrivano sopratutto uomini?? qui nessuno vuole creare un ghetto da proteggere....e quei paranoici deliri sul sentirsi martiri inferiori agli uomini non so di chi siano...non delle donne di oggi!!! non sono disturbi psichici..sono dati reali economici...chi lavora ad un certo livello in Italia sopratutto ..lo sa!! e cmq mai visto il muscoloso fondoschiena di un uomo reclamizzare uno yogur!!!
I media e l’immagine femminile
14 dicembre 2007

Giusto. mai visto il fondoschiena di un uomo reclamizzare uno Yogurt...fin ora, aggiungo io. Io non sono pubblicitaria, ma ho lavorato in campo affine, e la mia sensibilità mi dice che i mutamenti (sacrosanti) dei costumi, porteranno presto alla accettazione sociale di mostrare anche il fondo schiena di un maschietto. Guardiamo al mondo in cui viviamo senza i paraocchi.Importante è che ci si senta e si sia "liberi" finalmente, senza dover offendere la sensibilità di nessuno, senza voler provocare col cattivo gusto, nessuno. Invece stiamo scadendo verso un degrado, ove finte libertà si impongono in un trionfo di cattivo gusto,stolta rozzezza, inutile arroganza.

Le lotte portate avanti in famiglia 40 anni fa, sottintendevano grosse e maggiori lotte nella società e sul campo del lavoro, lotte che si nutrivano di forza di volontà e di enorme professionalità, specie nel campo privato, dove colui che metteva in campo i suoi denari se ne fregava altamente di ciò che non fosse il vantaggio della ditta o della attività, e se chi rendeva era femmina, la valorizzava, a meno di avere a che fare con un minus habens mentale, ma in tal caso non sarebbe neanche stato buon imprenditore, certo che se si sceglie di muoversi solo nell’ambito del posto fisso, qualche differenza cera, tutto si paga, anche la comodità di stare a casa per maternità più di un anno, di usufruire di ferie ( nella scuola, per decenni feudo femminile ) notevoli... malattie ecc

Non è infatti da scordare che per vari motivi, non ultima la mancanza di aiuti strutturali statali (tipo asili nido, capitolo doloroso quando sono finalmente nati, anche a causa di prevaricazioni ideologiche, che li hanno fatti naufragare miseramente), dicevo per vari motivi, tra cui le necessità portate dalla specificità del ruolo nella società, le donne si sono ghettizzate nell’insegnamento , che a sua volta ha sofferto di un limite enorme, dato che limitate erano le prestazioni offerte, necessariamente in ordine di tempo e purtroppo a volte anche di qualità. Oppure hanno preferito il "posto fisso", o peggio hanno preferito per imporsi ricorrere ai mezzucci che usano spesso i soggetti che si sentono più debole, non ultimo lo "sbaragliamento delle colleghe femmine con ogni sistemuccio e con massima durezza e insensibilità. E non parlo solo per aver personalmente dovuto ai miei tempi aggiustare diverse ingiustizie causate da femminucce in carriera ed in crisi ormonale, nel goffo tentativo di mascolinizzarsi, non solo io ho notato certa "carognaggine", certa mancanza di empatia e solidarietà femminile, è ormai additata da molti.