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Wonderland - In memoria di John Holmes

Diretto da James Cox, un film che riporta alla luce uno degli episodi più oscuri della vita del "re del porno"

di Sergio Di Lino - giovedì 19 febbraio 2004 - 22378 letture

Evidentemente non è bastato "Boogie Nights"… Forse era troppo subliminale il riferimento che Paul Thomas Anderson faceva alla figura di John Holmes. A dirla tutta, non sembrava assolutamente… Ma evidentemente il semisconosciuto James Cox non era molto d’accordo… Fatto sta che con "Wonderland" costui si perita di narrarci uno degli episodi più controversi della sfavillante carriera del "re del porno", ovvero le dinamiche che lo portarono a essere incriminato e processato per omicidio (per la cronaca: il tutto si risolse con un’assoluzione piena, anche se il regista sembra avere delle forti certezze circa la colpevolezza di Holmes). Il divo (tale era all’epoca), protagonista di centinaia di film a luci rosse, divenuto celebre con la serie di film dedicati al detective Johnny Wadd, viene ritratto nel momento in cui la sua china discendente è stata appena imboccata… Cocainomane, lontano dal cinema che lo aveva reso famoso, intrappolato in un giro di amicizie pericolose a causa della sua dipendenza, accompagnato da una minorenne, in rotta con il mondo intero, a trentasette anni Holmes è la larva dell’emblema virile che fu. Un’atmosfera decadente avvolge le assolate strade della Hollywood della fine degli anni Settanta - primi Ottanta, reduce sconvolta dall’amore libero e misteriosamente avviluppata su se stessa. Holmes è un ectoplasma che si aggira tra le macerie di un’epoca ormai tutt’al più sopravvissuta a se stessa, vilipesa, inesorabilmente fuori sesto negli anni in cui trionfa l’antiromanticismo e l’edonismo imperante. Forse il ritratto di Holmes offerto da Val Kilmer si piega troppo alle leggi del patetismo, ma risulta forse la cosa più convincente di un film altrimenti irrisolto. Non basta, infatti, una fotografia sgranata per restituire lo spirito di un’epoca; non basta una colonna sonora a base di rock psichedelico per fare atmosfera; non basta ritrarre i personaggi costantemente impegnati a bere/fumare/sniffare (contate le inquadrature in cui Holmes/Kilmer viene ripreso nel mentre di una o più azioni di questo tipo…) per restituire il clima di assoluta, totale, incosciente abiezione in cui stavano annegando i nostri antieroi. Anche per questo motivo, la sottotrama poliziesca, pur giocata diligentemente con momenti alla "Rashomon" (espediente fra l’altro usato e abusato, vedasi "Jackie Brown" di Tarantino o più recentemente il mediocre "Confidence" di James Foley) - la stessa vicenda narrata da diversi punti di vista, dando luogo a versioni discordanti di un medesimo racconto -, fa al massimo sorridere, tanto appare survoltata, caricaturale, inutilmente eccessiva, parossistica laddove sarebbero stati provvidenziali dei mezzi toni. Un film, "Wonderland", che si blocca in mezzo al guado, indeciso tra ferocia e compassione, dubbioso e ambiguo come dovrebbe essere un buon thriller di denuncia ma anche sguaiato come nelle peggiori pochades. Alla fine la caricatura trionfa sulla ricostruzione d’epoca, la faciloneria dell’incoscienza prevale sull’approfondimento, se non psicologico, perlomeno storicistico. Un film che fa dell’incompletezza il proprio asse portante. Di qui a dire che sia anche un bel film ce ne corre…


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> Wonderland - In memoria di John Holmes
25 dicembre 2004, di : luca

NO, assolutamente, una critica esagerata, adatta forse a chi non è mai entrato in certi ambienti. Il film è di una realtà perfetta. NOn mi pronuncio sulla presunta colpevolezza di Holmes ma il film è perfetto, descrive quel tipo di ambienti in modo perfetto. La realtà, purtroppo è questa. E’ davvero un bel film, e questo lo dice chi, in certi ambienti ci è passato e vissuto
> Wonderland - In memoria di John Holmes
10 marzo 2005, di : roby |||||| Sito Web: Gli originali sono meglio

Il mio consiglio è di vedere i film interpretati da John Holmes (ce ne sono parecchi su tropiciweb.com)in cui è intrappolata l’atmosfera dell’epoca: al di la delle polemiche si tratta si di porno ma con trame divertenti ed una notevole carica di libertà sessuale ed autoironia che appassiona tanto il lettore di Bukowski quanto l’appassionato di rock psichedelico...
    > psichedelia e patonza
    7 giugno 2005, di : ciro

    ma certa gente nei suoi giri psichedelici invece di aumentare la conoscenza gonfia solo la mazza? ..... io con l’lsd vedevo il mondo diverso, qui mi sa che c’è chi vede solo patonza ovunque ...... tanta bella tmosfera anni 70 nei film di John Holmes? mah, per me sono squalliducce flessioni di mazza e basta, e mi stà un pò sulle palle questa retorica del "porno di una volta", come se il porno commerciale di oggi non ne fosse la logica conseguenza.