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Una questione ancora aperta

Tre anni di dibattiti, battaglie legali e cortei contro il mega inceneritore nella Valle del Simeto. A Paternò, come nei comuni di Bellolampo, Augusta e Casteltermini, la questione rifiuti e la minaccia degli inceneritori è ancora tutta da discutere.

di Marina Mongiovì - mercoledì 11 ottobre 2006 - 4885 letture

Lo scorso 30 settembre a Paternò, presso l’Auditorium Don Milani, Rita Borsellino ha incontrato alcuni esponenti dei comitati civici contro l’inceneritore nella Valle del Simeto, i rappresentanti dei sindacati e delle forze politiche locali. Tanti i punti interrogativi e le ombre sulla questione. Diversi i dubbi relativi alla politica siciliana in materia di rifiuti. In sette lunghi anni il commissario straordinario per l’emergenza rifiuti, Totò Cuffaro, non ha fatto nulla per incrementare la raccolta differenziata, ferma ancora al 3%. Quest’ultima, prevista dal decreto Ronchi, è il presupposto fondamentale per la realizzazione degli eventuali termovalorizzatori. Evidentemente si è preferito il business. Costruire degli enormi inceneritori che, in una regione dove la raccolta differenziata è pressoché assente, potrebbero bruciare qualsiasi rifiuto causando danni alla salute dei cittadini, agli equilibri dell’ambiente nonché alle attività economiche dell’area.

Alfredo Corsaro, esponente del Comitato Valle del Simeto, sottolinea come il governo Cuffaro si sia preoccupato di legittimare a tutti i costi i dispendiosi ed ingombranti inceneritori piuttosto che incrementare la raccolta differenziata. E sempre Corsaro ricorda come, a tal proposito, vi siano stati diversi illeciti giuridici. Facciamo un passo indietro per rinfrescarci la memoria... A seguito del ricorso presentato da Legambiente, dal Comune di Paternò e dal Comune di Santa Maria di Licodia, il TAR di Catania, nell’ottobre del 2005, sospendeva l’ordinanza n. 183 con il quale si dava il via alla costruzione dell’inceneritore, sulla base dei gravi rischi per la salute pubblica nonché per gli eventuali danni ad un sito ambientale di rilevanza comunitaria qual è Contrada Valanghe. Il TAR evidenziò, inoltre, diverse anomalie: non erano stati interpellati i comuni confinanti, la preventiva Valutazione d’Impatto Ambientale (VIA) del Ministero aveva erroneamente ritenuto l’impianto come “confinante” e quindi esterno al Sito di Interesse Comunitario ed, infine, l’irrazionalità nella scelta del sito era dovuta ad una scelta operata in funzione della disponibilità dei suoli in capo a privati. Ma questa storia è ancora ricca di grottesche illegittimità: si pensi al piano regionale dei rifiuti, che palesemente non rispetta il decreto Ronchi, approvato e adottato dal Presidente Cuffaro (violando così, giusto due o tre, decreti che prevedono l’approvazione da parte dell’Assemblea Regionale Siciliana), fino ad arrivare al 27 gennaio 2006 quando una norma “ad hoc”, solo apparentemente riferita alla regione Campania, trasferiva la competenza dai TAR regionali a quello del Lazio.

Tante le vicende di questi anni, in parte ricordate nell’auditorium Don Milani che è stato più volte teatro di dibattiti sulla questione. E accanto ai decreti, alle illegittimità, ai ricorsi si sottolinea anche la mancanza di informazione. Sempre Alfredo Corsaro denuncia come i media abbiano attuato una sorta di “campagna pro-termovalorizzatore” e come i comunicati stampa dei Comitati Civici non siano mai stati pubblicati dal quotidiano La Sicilia.

L’avvocato Turi Asero, legale di Legambiente, nel suo appassionato intervento punta l’attenzione sull’assenza politica a causa della quale i comitati si sono spesso sentiti soli. “La questione - evidenzia Asero - “è essenzialmente politica se Cuffaro può esercitare un potere che decide la salute dei siciliani”. Paolino Maniscalco sottolinea come “l’illegalità sia stata la normalità nella gestione dei rifiuti in Sicilia” soprattutto per quanto riguarda i famigerati ATO. Dai Consigli di Amministrazione e dal personale ai sostanziosi fondi europei che la Regione ha elargito agli ATO per un piano di comunicazione che ha dato vita ad opuscoli con informazioni sbagliate quali, ad esempio, l’errata impossibilità a riciclare le lattine. Mimmo Fontana, presidente regionale di Legambiente, richiamando l’intervento dell’avvocato Asero, asserisce come non vi sia stata un’assenza politica ma che, al contrario, sia stata fatta “la politica con la P maiuscola”. “L’assenza dei partiti - afferma Mimmo Fontana - ha comunque permesso la crescita di una consapevolezza civica”.

A concludere la lunga serata di dibattito Rita Borsellino che richiama il problema della carente informazione in materia e di come, con la rielezione di Cuffaro, i siciliani potranno prendere atto delle bugie della campagna elettorale. “Abbiamo un governo regionale – afferma Rita Borsellino - che ha preso a cuore temi non prioritari come il ponte sullo Stretto o la legge elettorale, tacendo sul dissesto finanziario e gli enormi problemi dell’isola”. Un governo che in materia di rifiuti ha scelto la strada sbagliata: ’’le politiche di gestione Ato istituiti in Sicilia - continua Rita Borsellino - non hanno prodotto un miglioramento del servizio. E’ mancata una seria programmazione degli interventi d’ambito e c’e’ stato un aggravio generalizzato dei costi con rincari che per i rifiuti sfiorano in alcuni casi anche il 300 per cento’’.


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SISTEMA AGRIGENTO
4 novembre 2006

Le scrivo per una faccenda poco chiara che riguarda la questione Rifiuti e relativi inceneritori da costruire in Sicilia (ben 4) ed in particolare quello di Casteltermini - Campofranco, che ci riguarda in prima persona. Ebbene dopo una lunga diatriba che dura da un paio d’anni , giorno 24 ottobre c.a. arriva al Comune di Campofranco una comunicazione scritta da parte della Soprintendenza per i beni culturali ed ambientali della provincia di Caltanissetta, nella quale la succitata soprintendenza dopo aver elencato svariate considerazioni riguardanti l’importanza paesaggistica nella quale dovrebbe sorgere il termovalorizzatore e l’impianto di selezione e biostabilizzazione, nega fermamente il permesso di costruzione dell’impianto. In data 30 ottobre al comune di Campofranco arriva un’altra comunicazione della stessa soprintendenza a firma delle stesse persone (ovvero Il responsabile del servizio Angelo Alù, Il responsabile dell’unità operativa IV Filippo Spagnolo ed infine il Soprintendente Rosalba Panvini) nella quale prendendo atto dell’ordinanza commissariale del 22 aprile 2005 G.U.R.S. 24 del 3 giugno 2005 riguardante il "Giudizio positivo di compatibilità ambientale ed autorizzazione alla realizzazione del progetto presentato dalla società Platani Energia Ambiente s.c.p.a., relativo al sistema integrato per l’utilizzo della frazione residua dei rifiuti urbani al netto della raccolta differenziata - sistema Agrigento" la succitata Soprintendenza comunica che il parere reso con nota Prot. 4091 del 24 ottobre 2006, di pari merito, è da considerare nullo. Rendiamoci conto:1) il decreto citato dalla soprintendenza in data 30 ottobre 2006 fa titolo al parere positivo della ditta che deve realizzare l’impianto e che non avrebbe assolutamente interesse a dare parere negativo. 2) sempre il suddetto decreto fa riferimento, per la parte che riguarda l’impianto di Casteltermini e Campofranco, alla distanza dell’impianto dall’alveo del fiume Platani che, per quanto afferma la "Platani Energia Ambiente" è superiore a 150 metri e quindi non di competenza della soprintendenza ai beni culturali ed ambientali, ma da quanto emerge dalle mappe del territorio l’impianto verrebbe a cadere nella zona di competenza della soprintendenza per i beni culturali ed ambientali in quanto entro i 150 metri dall’alveo del fiume Platani. 3) Com’è possibile che la soprintendenza si fidi del parere di una ditta privata che ha forti interessi nella realizzazione dell’opera? Infatti nel documento del 24 ottobre la Soprintendenza aveva revocato in autotutela quanto affermato nell’ordinanza commissariale del 22 aprile 2005 G.U.R.S. 24 del 3 giugno 2005, in quanto ciò che affermava con nota 4005 del 18/10/2004 gli impianti di termovalorizzazione e pretrattamento del "SISTEMA AGRIGENTO" ricadono nei 150 dall’alveo del fiume Platani e quindi sono soggetti ad autorizzazione ai sensi dell’art. 142 del D. Leg.vo del 22/01/2004. 4) E l’interesse paesistico, naturalistico e geomorfologico di grande rilevanza il tutto sottoposto a tutela paesaggistica ai sensi dell’art. 136 comma 1 del Decreto Legislativo del 22 gennaio 2004 n.42 Codice dei Beni Culturali e del paesaggio,citato nella lettera della soprintendenza del 24 ottobre 2006? Che fine fa? Tutto "nullo"?

Da notare che la Soprintendenza per i beni Culturali ed ambientali della Provincia di Caltanissetta ha dichiarato di non essere a disposizione dei mezzi che consentano la corretta misurazione della distanza tra l’impianto e l’alveo del fiume platani, quindi si affida alla dichiarazione della Platani Energia Ambiente!!! CHE SCHIFO! i VARI COMITATI CONTRO IL TERMOVALORIZZATORE HANNO PROPOSTO DI PAGARE DI TASCA PROPRIA DEI PROFESSIONISTI CHE EFFETUINO LA MISURAZIONE MA.... SI SONO RIFIUTATI: C’è qualcosa sotto?? Ribadiamo che l’impianto è nell’area di competenza della Soprintendenza per i beni culturali ed ambientali in quanto dista meno di 150 metri dall’alveo del fiume Platani (misure effettuate da professionisti del settore superpartes).

Siamo alle solite l’interesse economico, politico e mafioso vincono sugli interessi dei cittadini che vivono a poche centinaia di metri dal luogo scelto per costruire quest’eco-mostro e che hanno più volte detto no alla costruzione dello stesso!

Grazie per l’interessamento "Il Comitato NO all’inceneritore" di Campofranco"

    SISTEMA AGRIGENTO
    4 novembre 2006

    SICILIA: Le motivazioni della Soprintendenza nissena al blocco del termovalorizzatore 29/10/2006, La Sicilia 29/10/2006, La Sicilia

    Valori paesaggistici a rischio CAMPOFRANCO.

    Campofranco. La Soprintendenza per i Beni Culturali ed Ambientali di Caltanissetta preposta alla tutela del patrimonio paesistico e naturale, come anticipato ieri, non ha autorizzato la Società Platani Energia Ambiente ad eseguire i lavori per la costruzione dell’impianto di termovalorizzazione nei comuni di Casteltermini e Campofranco a ridosso del fiume Platani.

    «La realizzazione dell’impianto con le sue notevoli dimensioni che comprendono anche il ricevimento, lo stoccaggio e la movimentazione dei rifiuti, determinerebbe - si legge nella nota della Soprintendenza - una pesante trasformazione dell’intero aspetto dei luoghi, visibile da gran parte del territorio circostante ricco di beni culturali di notevole interesse regionale, e modificherebbe irreversibilmente i valori paesaggistici e panoramici di un contesto di notevole pregio soggetto a conservazione» . In quest’area infatti il torrente Favara confluisce nel fiume Platani e poco distante scorre il Gallo d’Oro, il più importante affluente del fiume Platani, che attraversa i rilievi gessosi di Monte Conca, le Rocche di Don Michele e di Tullio disegnando un quadro paesaggistico di rara bellezza. Tra le valli attraversate dal fiume Platani e dal Gallo d’Oro si erge il Monte San Paolino dove sorge Sutera e dalla cui sommità è possibile ammirare un panorama che spazia dall’Etna alle Madonie. L’area inoltre riveste un notevole interesse naturalistico per la presenza dei fenomeni geologici e carsici di Monte Conca. Tutti questi luoghi risultano sottoposti a tutela paesaggistica in particolare il Monte San Paolino ed il territorio circostante è stato dichiarato di notevole interesse pubblico per le sue valenze paesaggistiche con decreto assessoriale e l’area di Monte Conca è stata sottoposta a tutela paesaggistica. L’Assessorato Regionale Territorio ed Ambiente ha istituito la Riserva Integrale naturale Monte Conca che ricade in una più vasta area classificata quale Sito d’Importanza Comunitaria (S.I.C.), il cui perimetro lambisce l’area interessata ai lavori. Secondo la Sovraintendenza il fondovalle del fiume Platani è soggetto a conservazione perchè censito nell’ambito territoriale regionale quale emergenza di rilevante interesse geomorfologico in quanto fondovalle di pregio ed individuato tra le aree da assoggettare a particolare attenzione e tutela, area di livello 3 in quanto elemento qualificante di rilevanza eccezionale del paesaggio siciliano. La costruzione dell’inceneritore infine configurandosi come impianto di smaltimento rifiuti rientra tra quelle categorie di opere espressamente vietate per la componente del sottosistema naturale abiotico dalle Linee Guida del Piano Territoriale Paesistico Regionale. Il parere negativo della Soprintendenza è supportato dalla copia del verbale della seduta del Consiglio Comunale di Campofranco con il quale all’unanimità veniva espressa la volontà contraria alla realizzazione dell’impianto di termovalorizzazione, da una nota dell’Area Tecnico Ambientale dello stesso Comune che esprime parere contrario allo svolgimento dell’attività che riguardano la lavorazione dei rifiuti e da una nota dell’Assessorato regionale Territorio ed Ambiente che rigetta la richiesta di autorizzazione alle emissioni in atmosfera.

    Questo era il giorno prima, ma l’indomani........

    30/10/2006 " Preso atto in data odierna dell’Ordinanza Commissariale 22 Aprile 2005, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana n. 24 de 3 giugno 2005, Parte Prima, riguardante il"Giudizio positivo di compatibilità ambientale ed autorizzazione alla realizzazione del progetto presentato dalla società Platani Energia Ambiente s.c.p.a., con sede legale in Palermo, relativo al sistema di gestione integrato per l’utilizzo della frazione residua dei rifiuti urbani al netto della raccolta differenziata - Sistema Agrigento" questa soprintendenza comunica che il parere reso con nota prot. n. 4091 del 24 ottobre 2006, di pari merito, è da considerare nullo."

    Avete capito????

    ci si affida all’onestà del giudizio positivo di una della società che ha ricevuto l’appalto per la costruzione dell’inceneritore. E la Soprintendenza "cala le braghe"!