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Anche l’Europa dice no al ponte sullo stretto

La più imponente tra le grandi opere promesse da Silvio Berlusconi nel famoso contratto con gli italiani sembra essere destinata alla cartella delle promesse incompiute dell’attuale governo. Il Ponte sullo stretto di Messina è stato bocciato dal Parlamento europeo.

di Lorenzo Misuraca - mercoledì 17 marzo 2004 - 5377 letture

La più imponente tra le grandi opere promesse da Silvio Berlusconi nel famoso contratto con gli italiani sembra essere destinata alla cartella delle promesse incompiute dell’attuale governo. Il Ponte sullo stretto di Messina è stato bocciato dal Parlamento europeo. Giovedì 11 marzo a Strasburgo è stato approvato un emendamento presentato dal gruppo dei socialisti, verdi e sinistra al piano della Commissione. Favorevoli all’emendamento 231 deputati, contrari 189.

Il ministro della Attività produttive Antonio Marzano non dà importanza al parere europeo: «Il voto del Parlamento europeo non incrina minimamente la decisione assunta dal governo italiano di realizzare il ponte sullo Stretto di Messina». Il no al ponte, pur non escludendolo definitivamente dalla lista dei progetti prioritari, causerà probabilmente un ritardo nell’iter della rete transeuropea per il quale era stato concordato tra le varie istituzioni un binario privilegiato per accelerarne l’avvio. Bocciata anche la proposta di includere nella lista dei progetti prioritari, l’asse ferroviario Marsiglia-Torino, con il tunnel del Monginevro.

Il Parlamento europeo ha segnalato due punti da affrontare per inserire l’opera tra quelle meritevoli di essere considerate come progetto comunitario: una nuova valutazione ambientale e un’analisi costi-benefici. A questo punto soltanto un difficile compromesso nell’aula di Strasburgo potrebbe evitare di passare la questione al comitato di conciliazione, cosa che farebbe slittare i lavori di molto. Gli eurodeputati hanno comunque dato il loro avallo alla proposta della Commissione, accettando di riesaminare la proposta solo se sarà "modificata sostanzialmente o sostituita con un nuovo testo".

Arrivano i primi comunicati delle associazioni ambientaliste che da anni si battono per impedire lo scempio della zona di realizzazione del mastodontico ponte. Il segretario siciliano Giuseppe Messina di Legambiente ha commentato soddisfatto: «Le perplessità hanno trovato conferma oggi nella posizione dell’ Europarlamento». Nonostante le affermazioni di Marzano, la costruzione del ponte si scontrerebbe con una opinione pubblica contraria sempre più numerosa e manifesta.

Il ponte, costosissimo, non risolverebbe il problema del traffico tra l’isola e il continente, viste le pietose condizioni di autostrade e ferrovie in Sicilia e in Calabria. Interi quartieri di Messina rimarrebbero perennemente sotto l’ombra dell’inutile gigante. Inutile e pericoloso. Perché un ponte sospeso in una zona altamente sismica come quella di Messina (nel 1909 la città fu devastata da un maremoto, tra i più violenti della storia moderna) rischia di “strapparsi” alle prime sollecitazioni telluriche ad alta intensità. Senza contare che al centro dello stretto passa la faglia in cui si incontrano due placche terrestri e che causano un allontanamento continuo delle due sponde del braccio di mare in questione. Ultimo ma non meno importante, della valanga di soldi spesi per questo progetto faraonico, un bel po’ –metà secondo quanto previsto da più parti- andrebbe dritto dritto nelle tasche della mafia. Ma questo non è un problema: ricordate Lunardi? «con la mafia bisogna conviverci». Se lo dice il ministro... Però il ponte sullo stretto, almeno quello intanto, vorremmo risparmiarcelo.


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> Anche l’Europa dice no al ponte sullo stretto
10 maggio 2004

no al ponte non c’e’ altro da dire