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Treni sporchi: interviene la Procura

E mentre si discute sui futuri assetti della società i treni italiani continuano ad essere impresentabili...

di Vincenzo Raimondo Greco - venerdì 28 luglio 2006 - 4057 letture

Come si dice a Roma “nun gliene pò fregà de meno”, vale a dire che la questione non interessa. Esordisce così Primo Mastrantoni, segretario dell’Aduc, riferendosi alla nomina del presidente delle Ferrovie dello Stato, e relative appendici, che vede uno scontro tra diversi esponenti politici.

Prima la tessera di partito, ovviamente, poi le competenze!”, sbotta Mastrantoni che lamenta uno scarso interesse per gli utenti. “In questo modo i diritti degli utenti sono l’ultimo pensiero che possa attraversare la mente di questo o quel politico di turno”. Cosa è cambiato rispetto alla vituperata ‘prima Repubblica?’ Per gli utenti poco o niente: i treni hanno le pulci, arrivano in ritardo, sono sporchi, ecc. “A proposito di sporcizia c’e’ voluta una società esterna a Trenitalia - aggiunge il segretario dell’Aduc -per verificare che il personale addetto alle pulizie non effettuava le.... pulizie. Ma dove vivono i vertici delle Ferrovie?”.

Ma il segretario dell’Aduc si sofferma, anche, sui vertici della società. “Si parla di Mauro Moretti alla presidenza e di un ‘bilanciamento’, visto che Moretti viene considerato vicino ai Ds, con altra carica attribuita a persona contigua alla Margherita. Degli obiettivi da raggiungere non se ne parla, degli utenti nemmeno”. Giorni fa ha suscitato scalpore la liquidazione milionaria (10 milioni di euro, pari a circa 20 miliardi di lire) del presidente delle Fs, Elio Catania. “Suggeriamo un metodo”, conclude Mastrantoni, “fissare gli obiettivi e legare gli emolumenti (a parte una quota base) della dirigenza al raggiungimento degli stessi”.

E mentre si discute sui futuri assetti della società i treni italiani continuano ad essere impresentabili. Solo un anno fa l’amministratore delegato di Trenitalia, Roberto Testore (nella foto), dichiarava alla stampa: "Di certo non si tratta di alberghi a 5 stelle, ma abbiamo riportato le carrozze ad un livello di decoro”. Ma la situazione non sembra essere cambiata. “Dopo le zecche e le cimici trovate su alcune vetture, la sporcizia - si legge in una nota diffusa dall’Ugl/ferrovie -rimane sempre la compagna di viaggio di numerosi passeggeri”.

Il riferimento è alla ispezione effettuata dalla società che gestisce il traffico passeggeri delle Ferrovie. Nel mirino degli 007 le 13 aziende che lo scorso novembre si aggiudicarono l’appalto delle pulizie. Il risultato è raccapricciante: delle 261 carrozze ispezionate nessuna ha superato l’esame. La mancanza di pulizia è oscillata tra il 40 e il 70%, con punte che hanno raggiunto il 100%: 48 treni hanno infatti ottenuto il peggior voto possibile, “prestazione non resa”. Ciò significa che i treni sono ripartiti sporchi, così come erano arrivati in stazione.

Un danno enorme per Trenitalia che lo scorso anno aveva lanciato, dopo lo scandalo cimici e zecche, l’operazione restyling su 1.700 carrozze con un impegno finanziario di 630 milioni di euro. Sei le regioni finora interessate: Calabria e Campania, Liguria e Lombardia, Puglia e Sicilia. La situazione più critica è stata riscontrata al Sud. Maglia nera a Napoli: su 29 delle 39 carrozze ispezionate gli addetti alle pulizie non sono neppure saliti. A Lecce la proporzione è stata di sei su 40, a Reggio Calabria di 5 su 29, a Palermo di 3 su 14. Il “livello di decoro”, aggiungono le associazioni di consumatori, “deve essere assicurato sempre, in modo costante”; anche perché i passeggeri “pagano salati biglietti” che gli danno diritto ad avere un elevato standard di qualità del servizio. Ed è sull’onda di questa generalizzata protesta che la Procura di Vallo ha aperto una inchiesta.


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