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Salerno: all’Università il fumo la fa da padrone

All’Ateneo di Salerno si continua a violare la normativa sul fumo. I corridoi delle aule, i locali di disimpegno, sono diventati irrespirabili.

di Vincenzo Raimondo Greco - giovedì 30 marzo 2006 - 4230 letture

All’Ateneo di Salerno si continua a violare la normativa sul fumo. E’ vero che negli uffici non si fuma più; in alcuni casi, i più accaniti fumatori, lo fanno nelle ore di pausa, quelle che per intenderci sono a cavallo delle 13,30; ma i corridoi delle aule, i locali di disimpegno, sono diventati irrespirabili.

Sono costretta a prendere broncodilatatori, antiistaminici, spray per rinite e collirio tutti i giorni”, protesta Gina Di Muro, lettrice di madrelingua, che aggiunge: “mi dispiace per i fumatori che si sentono privati della loro libertà ma io non ce la faccio fisicamente”.

Eppure la legge è chiara: è vietato fumare nei locali chiusi, ad eccezione di quelli privati non aperti ad utenti o al pubblico; di quelli riservati ai fumatori e come tali contrassegnati.

Lungo i corridoi dell’Università numerosi i cartelli con l’indicazione: ’Vietato Fumare’; in alcuni casi è parzialmente visibile il nome del funzionario; in altri il timbro è scolorito; “ma - si lamenta Di Muro - nessun cartello contiene i riferimenti telefonici per eventuali proteste”.

Un insieme di elementi che fanno pensare ad un livello di attenzione che, progressivamente, è scemato; non si spiega diversamente la tolleranza nei confronti di quei fumatori che, in modo arrogante, violano continuamente la legge. “Eppure il fumo passivo, ed i rischi per la salute dei lavoratori che ne subiscono gli effetti dannosi, costituisce - dichiara Giuseppe Salvati, dipendente universitario - problema rilevante che deve essere adeguatamente affrontato dal datore di lavoro”.

Non a caso il diritto alla salute è ben definito dall’art. 32 della Costituzione e l’art. 2087 del codice civile impone al datore di lavoro di “adottare le misure necessarie per tutelare l’integrità fisica e morale dei lavoratori, rispettando non solo le specifiche norme prescritte dall’ordinamento in relazione al tipo specifico di attività imprenditoriale e lavorativa, ma anche quelle che si rivelino necessarie in base alla particolarità del lavoro, all’esperienza e alla tecnica”.

Ma c’è tutta una più recente normativa che impone ai datori di lavoro l’obbligo di “attivarsi per verificare che in concreto la salute dei lavoratori sia adeguatamente tutelata” e quindi anche l’obbligo di proteggere in via preventiva i non fumatori nei luoghi di lavoro ( articoli 1, 3, 4 e 31 del Decreto Legislativo 626/94 e l’ art. 9 D.P.R. n. 303/1956, N.d. R).

Non “demonizziamo e ghettizziamo i fumatori”, tuona Pellegrino Montuori, bibliotecario, fumatore incallito e rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (RlS). “Siamo costretti a sostare sui balconi o all’aperto”, aggiunge indispettito Montuori per il quale l’Università non ha ancora approntato locali idonei per i “patiti della sigaretta”.

E ricorda che l’art. 9 del D.P.R. 303 (19.3.1956) modificato dall’art. 33 del Decreto legislativo 62694 stabilisce che “nei luoghi di lavoro chiusi è necessario (...) far sì che (...) i lavoratori dispongano di aria salubre in quantità sufficiente (...)”.

Vero. A Fisciano, sede del campus salernitano, non ci sono locali riservati ai fumatori (art. 51, comma 1, lettera b ) della legge 16 gennaio 2003, n. 3) che spesso affollano corridoi “utilizzati anche dai non fumatori”.

Un ritardo inspiegabile per una Università che ha avviato, a proprie spese, un corso di “informazione sulla sicurezza” rivolto agli operai delle numerose ditte edili presenti nel Campus. Una scelta, questa, che colloca l’Ateneo campano, guidato dal rettore Pasquino, all’avanguardia nel panorama universitario. Ma una “contraddizione nell’affrontare, a 360 gradi, le politiche della sicurezza che la dice lunga - afferma Vincenzo Napoli, dipendente universitario -sui reali intendimenti dell’amministrazione universitaria salernitana”.


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Salerno: all’Università il fumo la fa da padrone
3 aprile 2006, di : Michele Nasti

Salve. Sono Michele Nasti, uno studente dell’università di Salerno. Studio all’università da 3 anni, e tutto questo "fumo" nei corridoi francamente non lo riesco proprio a vedere (e a sentire). Mi chiedo quali siano le zone interessate da questi "abusivi della sigaretta", vorrei controllare io stesso: molti miei amici fumano, e lo fanno tra una pausa e l’altra, SEMPRE all’esterno delle aule. Così fan tutti gli studenti. E per quanto conosca l’università, non mi sovviene nessuna volta che ho visto qualcuno fumare all’interno. Penso che molte altre persone sono disposte a testimoniare ciò che sto dicendo. I problemi dell’università sono tanti e sono altri, ma proprio il fumo nei locali chiusi mi sembra il voler andare a cercare l’ago nel pagliaio.
    Salerno: all’Università il fumo la fa da padrone
    5 aprile 2006

    Caro Michele, ti posso assicurare che non solo si fuma nei corridoi ma alcuni docenti fumano anche durante le ore di lezione. La cosa si è acuita in questi mesi ma si trascina da diverso tempo; lo dimostrano due dati incontrovertibili: a) una interrogazione presentata in Consiglio di Amministrazione, ; b) l’idea di redigere una circolare da inviare ai Presidi e ai Direttori di Dipartimento sull’obbigo di far rispettare la legge. E, comunque, se vuoi sono disponibile a fare un giro perlustrativo per l’Ateneo. Vincenzo Greco (rappresentante dei lavoratori per la Sicurezza dell’Università di Salerno)
    Salerno: all’Università il fumo la fa da padrone
    6 aprile 2006

    bisogna fumare nei locali chiusi capito!!!!!!!!!!!!!! io sono contento quando vedo la gete che fuma nei corridoi. la legge sirchia durera’ ancora poco. perche’ e’ una legge di..... perche’ non e’ giusto che uno per fumare una sigaretta deve uscire. fumate giovani!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! mi piaciono i locali che si sente l’ odore di fumo di sigarette o sigari