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Notizie velate

Si parla tanto di "fake news", tralasciando e sottovalutando l’importanza delle "leading news".

di Piero Buscemi - mercoledì 5 aprile 2017 - 4376 letture

E’ bastata una notizia che interessasse la cultura discutibile musulmana, umanamente soggetta alle contraddizioni imprescindibili dell’homo sapiens, per scatenare una reazione populista che ha "costretto" la stessa Boldrini a presentarsi davanti le telecamere per rivendicare il suo senso di libertà di pensiero e di culto, che a detta sua, contraddistingue l’Italia.

Una ragazzina, originaria di una famiglia del Bangladesh, si rifiuta di portare il velo, questo secondo la ricostruzione dei fatti, e i genitori per punizione le rasano i capelli. Gli efficientissimi servizi sociali della città allontanano la minore dal contesto familiare e subito dopo, la notizia riempie le prime pagine dei quotidiani e delle televisioni.

Non ci soffermiamo ad aprire l’ennesimo dibattito su una questione che, a nostro avviso, continua ad essere discussa e commentata senza cognizione di causa o, quantomeno, con eccessiva sufficienza. In questi giorni abbiamo preferito spostare la nostra attenzione su quegli episodi che, forse volontariamente, sono passati un po’ sotto ombra, come se dal nostro paese le culture oltre confine potessero veramente attingere lezioni di vita.

Ritornando a ritroso, con la paura di tralasciare l’importanza di una notizia rispetto ad un’altra, confusi emotivamente davanti ad un susseguirsi di eventi disumani, centellinati quotidianamente a ferire l’orgoglio spocchioso ed enfatizzato di essere civiltà, un termine usato a sproposito e troppe volte, senza una vera giustificazione. E’ un percorso che ci smarrisce, le frequenze delle reiterazioni dei reati che, purtroppo, nessuna trasmissione televisiva riesce più a frenare. E’ uno stillicidio di sangue familiare, disperso tra i contatti quotidiani di un’intera vita. Quella sequenza ininterrotta di omicidi, violenze e di vittime che ci stanno rendendo tutti assuefatti ad altri effetti collaterali di questa nuova ed orribile percezione della vita umana.

La donna uccisa a Caltagirone dal compagno al quale aveva affidato la sua sicurezza di sentimenti. Il ragazzo ventenne trucidato ad Alatri, vittima di una dimostrazione di "forza", all’interno di una società che vive ormai sul bisogno di apparire con qualsiasi mezzo, il barista ucciso a Budrio, nel bolognese, dove il probabile omicida di origine russa, fa sparire per miracolo l’inflazionato "extra". Il ventunenne colombiano accoltellato a morte all’uscita di una discoteca di Brescia da un coetaneo italiano, offeso ed umiliato da un giovane che si era limitato ad invitarlo ad allontanarsi, dopo i suoi arroganti apprezzamenti rivolti alla ragazza del ragazzo sudamericano.

Pochi giorni, poche ore per archiviare una sequenza assurda di atti di violenza gratuita, davanti ai quali, ancora una volta, si preferisce distrarre le paure della gente, con rivendicazioni sociali adornate da slogan inneggianti ad un ipocrita rispetto e difesa dei diritti di espressione di culto e di manifestazione della libertà.

Qualcuno, davanti al silenzio delle istituzioni, o ai sommari interventi legislativi per arginare il fenomeno, ha già trovato la legge della strada per urlare la propria giustizia ed il caso di Vasto dovrebbe far riflettere, più di quanto l’emotività del momento ha fatto.

Ma di cosa stiamo parlando? E’ la nostra umile domanda, alla quale non pretendiamo risposta. L’informazione delle bufale, che inondano quotidianamente i gruppi sociali virtuali, sta occultando palesemente le notizie pilotate che hanno lo scopo di annullare qualsiasi ponderata riflessione su quanto accade intorno a noi.

L’attentato di turno, come il recente avvenuto in Russia, ci riporta con i piedi per terra, oltre che a distrarci per l’ennesima volta, dalla nostra prosopopea che continua a rivendicare un senso civico da emulare.


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