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Master in Logistica Umanitaria presso l’Università di Ancona

Da dove ricominciare dopo 25 anni di attività da parte della Ong Emergency?

di Piero Buscemi - mercoledì 15 gennaio 2020 - 2453 letture

I primi 25 anni di Emergency sono stati ricchi di entusiasmo, di sempre nuove idee e progetti da realizzare, di continue adesioni umane con nuovi volontari, ed economiche con le costanti donazioni a favore dell’associazione. Venticinque anni non sono trascorsi senza "effetti collaterali", il caso contrario non avrebbe giustificato oltre misura la continua attività dell’associazione fondata da Gino Strada negli ultimi cinque lustri.

Afghanistan, Algeria, Angola, Myanmar, Burundi, Ciad, Gibuti, Sierra Leone, Iraq. Ci sarà sempre qualche angolo di mondo che dimenticheremmo, qualsiasi tentativo di stilare una drammatica cronologia di eventi bellici che sembrano non aver mai fine.

Il decennio che andrà a concludersi alla fine del corrente anno, non si sta discostando dall’andamento del passato su questioni politiche da dover risolvere "democraticamente" con lo scoppio di un nuovo conflitto. Il 2020 non ha tradito le aspettative di chi specula da sempre sulla vita di milioni di civili, in nome di una guerra. Santa, intelligente, inevitabile, democratica, giusta. Noi, umilmente, non riusciamo ad immaginare un attributo, se proprio è necessario accostarne uno, diverso da "stupida". Le considerazioni e le congetture più fantasiose le lasciamo a chi ha ancora voglia di soffermarsi sui dettagli, in un non troppo coinvolgente scambio di opinioni sull’argomento.

Ci è capitato, anche in questi giorni, assistere a reazioni da più parti del mondo da parte della società civile contro l’ultimo focolaio acceso da Trump ad inizio anno. Abbiamo ascoltato anche le dichiarazioni di Gino Strada, durante l’intervista televisiva rilasciata a Diego Bianchi nella trasmissione Propaganda Live su La7 lo scorso 10 gennaio e che riproponiamo a fine articolo per coloro che non l’avessero vista. Un tentativo di ribadire le risposte pacifiste a chi si ostina a chiedersi se una qualsiasi guerra sia ancora necessaria.

Dobbiamo ammettere che il volto del fondatore di Emergency, in quei poco più di venti minuti di dialogo con Zoro, non è riuscito a nascondere completamente lo sgomento e un’evidente traccia di delusione su come ancora una volta i potenti del mondo siano indirizzati a gestire i rapporti internazionali. Un sentimento che ha invaso lo studio televisivo, oltre le case di coloro che si sono sintonizzati, forse anche per necessità di sentirsi ancora stimolati ad un pensiero positivo. Nonostante tutto.

Questo non vuol dire che chi negli ultimi venticinque anni appunto, si sia prodigato a diffondere un’idea concreta ed unica possibile - ci permettiamo di manifestare questa presunzione affinché si possa capire, più che trovare, una via di condivisione e tolleranza da percorrere -, abbia perso la voglia di lasciare un punto di partenza per le generazioni future.

La guerra piace a chi non la conosce. Sono state le parole più toccanti pronunciate da Gino Strada. Per assurdo, a questa dichiarazione si potrebbe aggiungere che la guerra piace a chi la guarda comodamente dal proprio divano di casa. A chi sostiene un’industria bellica con la quale speculare facili guadagni e in sicurezza, lontano dalla povertà, dalla disperazione e spesso dalla rassegnazione di chi ha soltanto ancora la forza di fuggire. Non si sa bene verso cosa. Né se sia così importante saperlo.

Abbiamo accennato allo spirito anti-belligerante che ha sostenuto gli sforzi e l’entusiasmo di coloro che si sono avvicinati negli anni al progetto di pace di Emergency. Se da qualcosa si debba ripartire, provando a dare una risposta alla premessa di questo articolo, allora aggrappiamoci ancora una volta alle giovani generazioni, sulle quali forse eccessivamente stiamo affidando la responsabilità delle soluzioni ad una sempre più inevitabile implicazione sui destini del mondo.

Lo facciamo proponendo un Master in Logistica Umanitaria, lanciato dall’Università Politecnica delle Marche con sede ad Ancona, destinato ai giovani studenti e al quale Emergency è coinvolta accanto ad altre organizzazioni umanitarie, come Croce Rossa Italiana, Save the Children, Think Global e INTERSOS.

Il master è rivolto a quei giovani che hanno intenzione di intraprendere una carriera in logistica umanitaria e diventare dei professionisti in veste di operatori umanitari. Un team di professionisti accademici metterà a disposizione degli studenti la propria esperienza in campo di crisi umanitarie. Il corso prevede, attraverso lezioni in aula, seminari, workshop il seguente programma:

- 240 ore di insegnamento frontale presso l’Università Politecnica delle Marche;

- 5 moduli tematici;

- una settimana di simulazione pratica di emergenza presso la Base UNHRD di Brindisi (la massima espressione della logistica umanitaria in Italia);

- webinar;

- esercizi pratici;

- uno stage finale di 300 ore per lo sviluppo di una tesi da discutere alla fine del corso.

La durata del master è di un anno, le lezioni saranno tenute in inglese e il numero di partecipanti è fissato ad un massimo di 25. Le domande di adesione scadono il prossimo 22 gennaio. Per informazioni più dettagliate consultare il sito al seguente link:

HUMANITARIAN LOGISTICS MASTER

Un’interessante opportunità per ripartire da quel messaggio di pace che Gino Strada e il suo staff hanno lanciato 25 anni fa. Un’occasione per far tornare il sorriso sul volto dello storico fondatore di Emergency e su quello di coloro che raccolsero quel messaggio.

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Humanitarian Logistics Master


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