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L’era di Icaro

"Dimentica la cera e le piume, e costruisci ali più solide". - Stanley Kubrick

di Martina Famulari - mercoledì 11 maggio 2022 - 2756 letture

Il pregiudizio è la lacerata distanza che l’essere umano ha la capacità di dominare. La precarietà con cui i social network hanno preso il sopravvento e il loro uso inadeguato. Siamo davvero liberi di stare bene? Il desiderio di primeggiare, stare nei tempi, essere diverso pur simulando un’identità che non è riconoscibile. Lo scorrere incessante e veloce del tempo ha maggiorato l’involuzione a cui assistiamo, effetto di dinamiche che si ripercuotono inconsapevolmente sulla società della Generazione X. La generazione attuale è influenzata da un sistema sociale capitalistico e ancora patriarcale, che affonda le sue radici nell’avvento del Welfare state, lo Stato di benessere.

Nei social e nei mezzi istantanei di fruizione dilaga l’apparenza con cui viene raccontato questo stato di benessere, uomini in giacca e cravatta competenti, lontani e ostili ai sentimenti, precari nel pensiero ma agili nei calcoli. Una società dove un ventenne si aspetta grandi sogni e consensi, dove essere diverso ed egoista è una vittoria. Guai sia diverso, un’anima vagante... è caccia alle streghe.

L’Era di Icaro

Il mito greco ha tralasciato sapientemente un grande repertorio di personaggi che con le loro storie, colpe e vergogne hanno segnato la storia della Vita umana. Il giovane è Icaro, che pur avvicinandosi al Sole, sacrifica tutto anche la sua vita, finendo per scottarsi e di non realizzare il grande sogno eroico. Malgrado il consiglio del padre, Icaro sceglie di peccare di hýbris - tracotanza, sfida gli dei, la natura e i suoi limiti. Non accetta di non essere capace di avvicinarsi al sole, lo sfida. L’amore non prevede un prolungamento dei desideri genitoriali nel figlio, come Dedalo, e tempestivamente questo è reso consapevole maggiore aiuto può essere fornito alla generazione attuale e a quelle future. Le notizie di “eroi ed eroine” che con la loro carriera arrivano a costruire l’impossibile non è la considerazione adeguata e sana che va fatta, la possibilità di notorietà, di premiazione quasi eroica, il susseguirsi del mito - Genio, sta distruggendo la nostra società e condannando all’esilio, alla vergogna e alla morte il figlio dell’Altro.

Tra le cause vi è anche la perdita della vera essenza linguistica e l’uso improprio dei termini: femminista, che corrisponde a donna successo e non ad una giovane che lotta contro una malattia, per il posto di lavoro o una posizione lavorativa in cui è discriminata. Maschilista è attribuito ad un uomo che mostra una virilità e una mascolinità tossica solo nel modo di produzione e di conseguenza di vivere nel lusso e nella qualità di vita che offre alla propria prole.

Stare nei tempi

Socrate il maestro per eccellenza della filosofia greca, sapeva bene che essere ignorante permetteva di essere anche sapiente. Invece la dinamica attuale, della società occidentale permette l’esatto contrario; tutti sappiamo, tutti possiamo sapere e quindi non accettiamo di essere ignoranti, umili, di essere gli ultimi. Essere ultimi è l’esatto contrario di primeggiare, di essere in competizione, essere nei tempi, geniali, fantastici, efficienti e persone responsabili, ma nessuno ci ha insegnato che la vittoria sta nei fallimenti, nei ritardi, nei volti dei falliti e scansafatiche che si permettono il lusso di sentirsi stanchi o di avere hobby creativi. Essere ultimi come chi sceglie di dormire davanti ad un supermercato e chiedere elemosina, chi viene condannato ad anni di carcere ingiustamente o chi su un barcone deve affrontare un viaggio ignoto con il cuore lacerato a metà. Alla società attuale gli ultimi, gli scomodi, gli homeless, fanno male, sono l’elemento tossico. Devono eliminarsi da soli. Sono condannati a rimanere nell’oblio del nulla, dove niente e nessuno possono attribuirgli il peso di qualcosa. Devi far ammalare l’anima per essere al primo posto.

Generazione No future

Zero Calcare in Strappare Lungo i Bordi rappresenta la mistificazione di un mondo attuale che sfida a dover essere diverso, chi deve puntare tutto su un sogno per poi vederlo svanire e chi invece, quel sogno, riesce a strapparlo, seguire il suo percorso e fa beffa del “diverso”, ma nel finale del fi lm la realtà è ben diversa perché ogni vita è un percorso strappato a proprio modo; “My way” canta Frank Sinatra, ognuno con il proprio stile cammina su questo percorso costellato di incertezze, chiamato vita. Una soluzione potrebbe essere riconosciuta nell’accettazione del diverso dentro la psiche umana, la parte ombra, l’Icaro che non punta sulla vittoria, ma sulla perdita. Un piccolo gesto che potrebbe mettere fi ne a suicidi ingiustificati perché si è senza un posto di lavoro, in tempo con l’università, omosessuale, “nero”, una donna “leggera”, condannare alla solitudine e al fallimento il figlio di un signor Nessuno, come la storia di Lucia ingegnera, madre e con un lavoro non- retribuito e di Norman Z., palermitano e ricercatore di filosofia, entrambi hanno deciso di mettere fi ne a questo sistema negandosi la vita. La finalità di questo articolo non è accentuare tematiche che abbiamo lette e rilette, condizionare pensieri e condannare chi persevera in determinate linee etiche, ma di aprire gli occhi ai convinti e fermi sostenitori di un sistema che oltre a distruggere il sistema monetario e sociale, sta frammentando la Natura umana, e la Libertà. Così il suicidio che colpisce il cuore dell’Europa racchiude il senso e le contraddizioni di un presente dominato dall’economia neoliberista e destinato a ripetersi nella sua visione.

L’ira di Icaro

Se Icaro per un solo istante si ribellasse, se invece di avvicinarsi al sole e scottarsi fi no a scomparire avesse deviato la sua direzione verso l’oscurità, le tenebre, la Luna o avesse fortificato le sue ali? Abbiamo avuto il privilegio e il sacro dono di possedere il libero arbitrio, comprendere che anche un misero giudizio possa condizionare e dettare la fi ne di una vita umana. Scegliere la sua fine ma anche poterla salvare. Le parole sono balsamo, possono condannare e salvare, bisogna scegliere anche questa volta, tra il bene e il male. Condividere storie di fallimenti e rivincita, di morte e rinascita. Salvate una vita, siate Icaro ribelli.


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