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I trucchi propaGANDHIstici di Telecom

Nello spot pubblicitario su Gandhi, in onda nel 2004 e riproposto nel 2005, realizzato da Telecom Italia e ricoperto da premi e riconoscimenti...

di titty - giovedì 13 ottobre 2005 - 3868 letture

Suggestivo, incisivo, completo, impeccabile, accattivante ... insomma ... missione compiuta. Dal punto di vista pubblicitario è un autentico capolavoro. Complimenti.

Nello spot pubblicitario su Gandhi, in onda nel 2004 e riproposto nel 2005, realizzato da Telecom Italia e ricoperto da premi e riconoscimenti, torna il tema del ‘comunicare’, questa volta lanciando una riflessione: se gli attuali mezzi di comunicazione fossero esistiti in passato, avrebbero potuto modificare gli eventi in chiave positiva? La Telecom ha forse deciso di sintonizzarsi sulle frequenze di Gandhi, facendosi paladina della pace nel mondo? Incitando all’amore piuttosto che alla guerra? Spronando alla creazione di un mondo unito, in cui le diversità siano finalmente un elemento complementare e di arricchimento, piuttosto che fonte di odio e guerre?

Cullate dalle toccanti note di Lisa Gerard, il messaggio di Gandhi riesce a penetrare ogni cuore: “Se volete dare un messaggio (all’Occidente), deve essere un messaggio di ’amore’, deve essere un messaggio di ’verità’. Voglio catturare i vostri cuori. Fate battere i vostri cuori all’unisono con quello che dico. Ieri un amico mi ha chiesto: ‘Credi davvero in un mondo unito?’. E come potrei fare altrimenti? Ovviamente ci credo".

Passiamo ora al messaggio che Telecom vuol trasmettere (espresso tramite uno dei suoi più autorevoli portavoce): "L’obiettivo della campagna è di confermare l’autorevolezza del Gruppo Telecom Italia verso i clienti, la business community, le istituzioni, i competitors".

Ma ... c’è qualcosa di strano ... dove sono andati a finire i bei propositi di Gandhi? Lui parla di Amore, Pace, Verità, Mondo Unito. Telecom parla invece di competitors, business, autorevolezza economica. Nessuno di questi concetti si declina con quelli di Gandhi, anzi ... sono in ovvia antitesi.

Soprattutto quando si ha a che fare con una grande società come Telecom, notoriamente focalizzata solo sulla conquista del mercato, sull’applicazione sistematica dei principi capitalistici, che implicano, come imperativo primo, la generazione di capitale per gli azionisti e la guerra incondizionata ai competitors, costi quel che costi!

’I have a dream: ... ’; così iniziò Martin Luther King un suo leggendario discorso. Ebbene, Gandhi avrebbe terminato la frase con: ’Peace’. Telecom con: ’Money’. Da questo scenario sarebbe veramente fantasioso, per non dire utopistico, riuscire ad estrapolare dal ’cilindro’ di Telecom dei sani principi di amore, etica, pace e verità da ’comunicare’ al mondo intero.

Ma allora che c’entra il povero Gandhi nello spot? Strumentalizzazione? Sfruttamento gratuito del suo carisma e successo per abbattere ogni barriera ricettiva dei telespettatori, riuscendo poi ad iniettare subdolamente messaggi sotterranei tutt’altro che ’Gandhistici’?

I grandi misteri del ... mostro pubblicitario.

Talmente misteriosi che non se n’è accorto quasi nessuno. Tutti invece, estasiati dall’esteriorità dello spot, acclamano: suggestivo, incisivo, impeccabile, accattivante! Un autentico capolavoro.

... e anch’io mi inchino di fronte a cotanta ‘arte’ pubblicitaria: Complimenti. Veramente complimenti.


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