Appunti su Agostino di Ippona

Appunti dal libro di Henry Chadwick, Agostino, PBE, 1989

di Pina La Villa - sabato 2 dicembre 2006 - 5674 letture

Henry Chadwick, Agostino, PBE, 1989

All’inizio del libro un interessante excursus sul peso di Agostino nella riflessione filosofica successiva (Chadwick non parla però di Arendt, che fece la sua tesi sul concetto di amore in Agostino) attraverso la molteplicità dei temi che a partire da lui si impongono al pensiero occidentale: rapporto ragione-fede; mistica (amore); la grazia (Riforma e Controriforma); gli illuministi contro (concetto di peccato, problema del) male); apprezzamento del Romanticismo (il cuore, il sentimento); sintesi fra cristianesimo e teismo classico, neoplatonismo; linguaggio, parole e realtà.

La formazione

La cultura latina: “Ai tempi di Agostino molte persone istruite conoscevano a memoria intere orazioni di Cicerone e tutto Virgilio. Poiché l’invenzione della stampa ha reso i libri molto meno costosi dei manoscritti, simili prodezze ci sembrano oggi inutili e quasi incredibili, ma nel mondo antico e in quello medievale gran parte dell’istruzione scolastica consisteva nell’apprendimento a memoria di testi nell’età in cui la mente era ricettiva. La prosa di Cicerone e la poesia di Virgilio erano così profondamente impresse nella sua mente, che Agostino difficilmente riusciva a scrivere parecchie pagine di fila senza reminiscenze o allusioni verbali. In gioventà lesse anche con grande ammirazione le cupe storie della repubblica romana di Sallustio e le commedie di Terenzio. Anche queste opere facevano parte dell’atmosfera letteraria che si respirava a quel tempo; non di rado Agostino inserisce nella sua prosa giri di frase presi di sana pianta dalla letteratura classica latina. Molte di queste allusioni sono state scoperte in tempi relativamente recenti, e senza dubbio molte altre sono ancora in attesa di essere individuate.

Agostino non era l’unico uomo del suo tempo che possedesse una cultura letteraria così elevata. Il suo bagaglio culturale era quello tipico dell’Africa romana, formata da ricche province coloniali che godevano da lungo tempo di pace e prosperità; certi personaggi molto istruiti decoravano le loro ville con splendidi mosaici e sculture, che oggi si possono ammirare nel Museo del Bardo a Tunisi. Dopo la conquista musulmana di questa regione, avvenuta più di duecento anni dopo la morte di Agostino, la sponda settentrionale e quella meridionale del Mediterraneo sono sempre appartenute a mondi culturali, se non commerciali, diversi, e hanno sempre parlato lingue differenti tranne che nel periodo relativamente breve e recente della dominazione francese. Quando Agostino era in vita, tanto il nord quanto il sud appartenevano a un unico mondo e scrivevano e perlavano un buon latino, che gli africani pronunciavano con forte accento regionale. L’Africa settentrionale provvedeva gran parte del grano necessario all’Italia. Il viaggio estivo via mare da Cartagine o da Ippona a Puteoli (Pozzuoli) o a Ostia era breve e veniva affrontato da parecchie navi ogni settimana; i contatti con l’Italia erano frequenti e facili. Il benessere nell’Africa italiana era spesso superiore a quello delle famiglie benestanti italiane, e le province africane avevano un forte spirito d’indipendenza e un gran desiderio di agire senza interferenze esterne.”

Milano

Sant’ Agostino va a Milano, grandi strade si aprono davanti a lui. Ma c’è un problema. La donna con la quale sta da circa 11 anni, la madre di suo figlio Adeodato, era in origine una serva. Se fino a quel momento, poiché la condizione sociale di Agostino era quella di semplice professore, la cosa non aveva suscitato scandalo, adesso, con la prospettiva di diventare anche governatore la situazione non è più tollerabile. La madre di Agostino, Monica, suggerisce e la coppia esegue. Si separano. Lei andrà in Egitto, lui si fidanza con una ereditiera, un’ereditiera che però non ha ancora l’età per sposarsi. Quindi nel frattempo Agostino sta con un’altra donna, che non conterà molto nella sua vita, in realtà con l’amore Agostino sembra aver chiuso.

La filosofia di Plotino, dice Chadwick, per quanto possa sembrare strano, pur nella sua astrattezza, ebbe molto successo.

Il libro di Chadwick su Agostino è ricco, ben scritto, stimolante. Per quanto dica di non volersi occupare della biografia di Agostino, le parti più interessanti mi sembrano quelle in cui descrive il contesto storico-culturale nel quale avviene la formazione del filosofo. Quel mondo unito dalla dominazione romana e dal Mediterraneo, l’Africa settentrionale, la Sicilia, Milano.Il museo del Bardo a Tunisi ne è la testimonianza. Sembra di essere nel cuore dell’Europa, il cuore mediterraneo dell’Europa, all’origine della sua civiltà. I mosaici assomigliano a quelli di Piazza Armerina, forse anche più ricchi, ma anche le testimonianze di altre epoche ci sono familiari, per non parlare poi dei ricchi lampadari di foggia francese e di vetro di Murano.

L’Ortensio di Cicerone, un adattamento dell’esortazione alla filosofia di Aristotele – Il Protrettico – è la lettura giovanile di Agostino. Da qui in poi l’importanza del problema etico. A proposito dell’influenza del platonismo a p. 26 Chadwick dice che lo stesso Agostino pensa alla chiesa come a un platonismo per le moltitudini.

La conversione

La crisi di Agostino: senso di colpa a causa del persistere dei suoi appetiti sessuali, lettura di Paolo, malattia. Nel 386 stabilsce di rinunciare al matrimonio e alle ambizioni mondane e di farsi battezzare. Rinuncia anche alla sua cattedra municipale. La decisione seguì un cambiamento etico più che intellettuale. Stando al racconto delle confessioni, nel 386 Agostino capì che la passione sessuale era l’unico ostacolo fra la sua anima e l’unione con la verità eterna e incorporea (p.27)

Principale oggetto della filosofia diventa “la scienza di Dio e dell’Anima. Il motivo che spinge l’anima a filosofare è la ricerca della felicità” (p.31)

Rapporto fede-ragione Nel trattato sul libero arbitrio Agostino cerca di dimostrare che è ragionevole credere in Dio, nell’immortalità e nella responsabilità morale, tutti punti sui quali i filosofi platonici erano d’accordo e non avevano dubbi anche senza l’aiuto di una Bibbia (p. 43)

Nel tardo autunno del 388, dopo i funerali di Monica a Ostia, Agostino tornò definitivamente in Africa, a Tagaste. Fece parte di una comunità laica, da qui il testo, costituito dalle sue risposte alle questione poste, De diversis quaestionibus.

De musica

La bellezza di un edificio dipende dalle sue proporzioni matematiche. La simmetria della finestratura dipende dalla esecuzione di misurazioni corrette. Ecco quindi che la bellezza ha una base oggettiva. Le cose piacciono all’occhio perché sono belle, non viceversa. (p. 47)

De magistro e De vera religione ( p. 48)

Agostino aveva un interesse fuori del comune per i grovigli logici. Ma l’interesse per ciò che un lettore moderno chiamerebbe psicologia del profondo accrebbe il suo scetticismo nei confronti degli ingegnosi giochi di parole sfoggiati dai bravi dialettici (p. 50)

Anima, mente, corpo : soluzioni aperte (p. 51)

“Quando qualcuno sa qualcosa, sa anche di essere colui che sa” (p. 53). Lungo questo percorso, l’argomento che la comprensione richiede amore per giungere al suo fine sfocia nella teologia. Agostino riassume così : qualsiasi indagine su come sia possibile conoscere Dio ripropone la domanda “che cosa intendiamo per amore?” (De Trinitate ) (p. 53) “I nostri costumi inoltre di solito vengono giudicati non in base a ciò che sappiamo ma a ciò che amiamo" (Epistulae, 155.13) (p. 53)

Il monastero di Ippona divenne anche un ospizio per alcuni tragici casi di disadattamento sociale. (p.59)

Le regole: il messaggio centrale di Agostino è che, non avendo noi qui una residenza duratura, ci conviene viaggiare molto leggeri. (p.60)

L’esposizione dei neonati: il ruolo delle monache. (p.63) Tanto nell’etica quanto nella psicologia di Agostino la volontà è un concetto, e un argomento, centrale, “e l’amore è come la forza di un peso, che trascina l’anima dovunque sia attratta". (Confessioni, XIII.10) (p. 65)

La volontà funziona sicuramente alla perfezione....(p. 66)

Agostino vescovo: le preoccupazioni. Durante i primi tre anni di vescovado scrive "Le confessioni" (p.67)

Le confessioni sono al tempo stesso encomio e penitenza, poema in prosa in 13 libri che si rivolge a Dio; il cambiamento è notevole rispetto ai Soliloqui, di stampo prettamente neoplatonico nei quali Agostino dialogava con la ragione. Bersaglio polemico del testo è il manicheismo. Nove capitoli autobiografici che servono ad esemplificare l’avventura umana (la sua storia personale è considerata la storia di un uomo qualsiasi) i quattro capitoli conclusivi danno alla vicenda personale una dimensione cosmica (p.69) Valore della memoria (p. 71) Il tempo: pp. 71-72-73 La questione del rapporto col potere: il contesto (pp. 76-77) I donatisti.

Sant’Agostino: uomo dell’istituzione. Differenza rispetto ai donatisti, che avevano un concetto troppo clericalizzato della Chiesa: per Agostino invece il sacerdozio è solo una mansione, un servizio.

A proposito della creazione e della Trinità: Agostino scrive – è fra le sue opere più importanti, assieme alle confessioni – un commento letterale dei primi tre libri della genesi, De Genesis ad litteram, in dodici libri . Letterale non vuol dire però che il racconto della bibbia sia realistico e il commento alla creazione si serve dei testi dei neoplatonici. Razionalità dell’universo, Dio ha creato i principi germinali da cui tutto deriverà. Alcune pagine dedicate alla concezione dalla donna ( pp. 89-90) sembrano rimasti qui per sbaglio. Si riprende con la questione della trinità. Anche questo, secondo Agostino, è un concetto razionale e razionalmente comprensibile, basta pensare ai neoplatonici e alle loro triadi, che Agostino moltiplica. (De Trinitate, in 15 libri)

La città di Dio in 22 libri, parte dal 410: saccheggio di Roma da parte dei Goti di Alarico.

“La caduta della città eterna il 24 agosto del 410 ebbe un’importanza più simbolica che politica, ma scatenò una controversia sull’intervento della divina provvidenza nella storia e sollevò il dubbio che il cristianesimo stesse provocando il crollo dell’impero romano.”

Agostino si rifiuta di individuare nel corpo la radice del male. Nello stesso tempo ritiene però un’illusione supporre che l’uomo potesse raggiungere il massimo bene in questa vita, e magari trovarlo nelle sue splendide conquiste sociali , culturali o tecniche.

Agostino condanna l’impero ma anche l’atteggiamento stoico e neoplatonico, la storia e la città terrena hanno la loro importanza, ma relativa.(San Paolo, nella lettera ai romani, aveva dato il suo autorevole benestare a una valutazione positiva del governo, visto come strumento della provvidenza per portare ordine: anche se non era sufficiente a mandare il cittadino in paradiso, se non altro gli intralciava la strada dell’inferno). Nel diciannovesimo libro Agostino confronta Babilonia e Gerusalemme. La città terrena , organizzata secondo criteri di potere e ricchezza, agio e piacere, è agli antipodi della città celeste. I valori della città di Dio sono perseguiti in questo mondo dalla Chiesa che, per questo motivo, può essere identificata col regno di Dio. Tuttavia entrambe le città hanno due mete comuni, la giustizia e la pace, anche se con queste parole non sempre intendono esattamente la stessa cosa. I principi di Cristo sono tuttaltro che irrilevanti ai fini della felicità e tranquillità del mondo secolare. Con notevole preveggenza di ciò che sarebbe avvenuto in Occidente meno di una generazione dopo la sua morte, Agostino sostenne che il mondo sarebbe stato un posto più felice se il grande e superbo impero fosse stato sostituito da parecchi piccoli stati. Nel regno di Dio c’era posto tanto per i Goti quanto per i Romani.

Natura e grazia, la questione del libero arbitrio. Per Pelagio la dottrina che tutto è dono della grazia aveva effetti debilitanti. La soluzione di Agostino, che pure aveva molti punti in comune con Pelagio, è, ancora una volta, preoccupato di sostenere l’autorità della Chiesa: la grazia è l’elemento fondamentale nella remissione dei peccati, promessa e concessa con il battesimo, rinnovata nella nuova vita con l’eucarestia. [stranamente poi il rifiuto del libero arbitrio venne usato da Lutero e da altri agostiniani per sostenere l’opposizione alla Chiesa].

Alcune pagine sul sesso (pp. 112-115)

Conclusioni Agostino godette di notevole autorità mentre era ancora in vita, le sue opere venivano lette ovunque era diffuso il latino. Anche se lui non voleva essere ritenuto un ’autorità e presentva le sue idee come rivedibili. La sua conversione dalla retorica alla filosofia prevede anche un utilizzo della retorica nella seconda fase, ma stavolta per difendere la verità di Dio. Edward Gibbon scrive sprezzante: “Troppo spesso la sua cultura era presa in prestito, troppo spesso gli argomenti che adduceva erano suoi”. Dice Chadwick che uno studioso moderno farebbe a meno dello sprezzo e ribalterebbe il giudizio. La cultura di Agostino era in gran parte sua...Quanto ai suoi argomenti invece molti erano presi a prestito, soprattutto da Porfirio e da Cicerone, ma mai mancando di spirito critico.

Su Agostino vedi anche : http://www.girodivite.it/Un-mondo-senza-donne.html?var_recherche=Un%20mondo%20senza%20donne


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