Mezzo secolo di storia di Girodivite

Capita anche questo. Nelle piccole redazioni di quartiere, quando la monotonia di un diritto di cronaca si mischia ad un momento goliardico, del quale si era pensato di poterne fare a meno.

Ed invece ci si ritrova coinvolti a condividere una distrazione, uno status sornione, impigrito, addirittura latitante. Uno sguardo perso nel vuoto, adagiato su una scomoda poltroncina di plastica, ingiallita al sole. Molto di più di una pennichella romana esportata nella canicola lentinese.

Ma basta un attimo. Un profumo inebriante di salsiccia dei nebrodi, ma anche palazzolese. Un alito mangereccio che risucchia gli istinti e risveglia un letargo mentale, affogato in un litro e mezzo di coca-cola, da non spartire con nessuno. Perché l’abbandono e l’autocommiserazione sono sentimenti da vivere da soli. Senza il sostegno opportunista di un sommelier improvvisato che si nasconde dietro l’anonimo pseudonimo di Antonio.

Senza l’entusiasmo enfatizzato di una Magic...a follia di provincia messinese, travestita da una Serena condizione mentale, che il tempo rende difficile da emulare.

Senza incombenze invernali d’altri tempi, con metri di neve spala...Ta No...n senza sudore di fronte e rimettere alla luce nostalgie emigranti, in cerca di soli meno freddi.

Senza false e virtuali cure snellenti, ai tavoli di legno di antichi cortili rimodernati, perché Giù...seppe resistere alle adulanti tentazioni, provando a rifiutare portate a base di carne impura.

Senza fumate clandestine, tra ser...Pi na...scoste tra cataste di legno, osservati a debita distanza da gatti mammoni, che si vorrebbero davvero, emulare.

Senza discussioni Pie... ro...vistate in passati da dimenticare, tra ideologie fuori moda, tra Orazi...o Curiazi di dubbia coerenza storica, ed inganni del tempo da imparare ad eludere.

Ma sopratutto, senza Gentile prosopopea, occultata da zeppole in bocca ad intonare idiomi franco-lentinesi, con i quali ispirare sarcastici istinti omicidi da soffocare con afone telefonate.

Ed è così, che ci si volta indietro ad osservare l’uomo che non vorremmo essere mai. Sulla soglia di un traguardo da mezzo secolo che con un raggio la...Ser gio...verebbe cancellare per sempre.

Resteremo in attesa, catturati da un rag...Giro di vite, che ci ha carpito le menti sognanti, in tempi non sospetti. Critici, ironici, solidali, a volte annoiati, scarichi ed incazzati, ma disposti ancora una volta, a ringraziare un uomo che ci osserva dall’alto dei suoi 50 anni, perché grazie a lui, siamo qui a raccontare un traguardo, che non è più solo suo!