La poesia della settimana: Tonino Guerra

Il poeta che ci ha lasciato il 21 marzo del 2012. Un paio di mesi dopo, la sua terra, quasi a volerlo piangere, tremò al silenzio dei suoi versi.

di Piero Buscemi - martedì 20 maggio 2014 - 2639 letture

La fica l’è una telaragna

La fica è una ragnatela
 un imbuto di seta
 il cuore di tutti i fiori;
 la fica è una porta
 per andare chissà dove
 o una muraglia
 che devi buttare giù.

Ci sono delle fiche allegre
 delle fiche matte del tutto
 delle fiche larghe o strette,
 fiche da due soldi
 chiacchierone o balbuzienti
 e quelle che sbadigliano
 e non dicono una parola
 neanche se le ammazzi.

La fica è una montagna
 bianca di zucchero,
 una foresta dove passano i lupi,
 è la carrozza che tira i cavalli;
 la fica è una balena vuota
 piena di aria nera e di lucciole;
 è la tasca dell’uccello
 la sua cuffia da notte,
 un forno che brucia tutto.

La fica quando è ora
 è la faccia del Signore,
 la sua bocca.

È dalla fica che è venuto fuori
 il mondo, con gli alberi, le nuvole, il mare
 e gli uomini uno alla volta
 e di tutte le razze.
 Dalla fica è venuta fuori anche la fica.
 Ostia la fica!

Qualche rappresentante delle nuove generazioni lo avrà visto la prima volta solo in occasione degli spot pubblicitari. Un baffetto irriverente, spesso infastidiva nella sua esortazione ottimistica che, già qualche anno fa, appariva sarcastica.

Ma sono gli amanti del cinema che lo ricorderanno per sempre. Un poeta sceneggiatore che ha saputo mettere in immagini la delicatezza e l’ironia descrittiva di un mondo che provava a cambiare, dopo la guerra nazi-fascista e che forse, non ci è riuscito mai completamente.

Si fece aiutare in questa sua prevalente attività artistica dai nomi più altisonanti del cinema italiano, quello per intenderci che ci ha fatto scrivere una delle pagine più significative e apprezzate della cinematografia mondiale. Elio Petri, Vittorio De Sica, Mario Monicelli, Mauro Bolognini, Damiano Damiani, Federico Fellini e Michelangelo Antonioni sono solo alcuni dei nomi che vengono in mente, e siamo sicuri di averne tralasciati altrettanti che meritano lo stesso posto d’onore.

Il suo ottimismo è giustificato da una sorta di legge di contrappasso in contrapposizione agli anni vissuti in prigionia nel campo di concentramento di Troisdorf in Germania. Ma è stata la sua sincera umanità, associata ad un sano istrionismo e a una visione della vita, a volte onirica, a volte riflessiva, ma sempre ricca di particolari, che solo gli occhi di un osservatore attento può aver diritto di giudicare. Quella di un poeta.

E per rispetto della sua estrosità, che vogliamo ricordarlo con una delle poesie più controcorrente. Una poesia erotica che, come prevedibile, nasconde nei suoi versi, il Tonino Guerra che è passato ai posteri come uno dei poeti più influenti della letteratura romagnola.


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