Gloria Fuertes

La poesia come simbolo di linguaggio universale, con il quale identificarsi. Se vogliamo realmente che i bei versi diventino il nostro stile di vita.

di Piero Buscemi - mercoledì 11 marzo 2015 - 5047 letture

Isla ignorada

Soy como esa isla que ignorada,
 late acunada por árboles jugosos,
 en el centro de un mar
 que no me entiende,
 rodeada de nada,
 sola sólo.

Hay aves en mi isla relucientes,
 y pintadas por ángeles pintores,
 hay fieras que me miran dulcemente,
 y venenosas flores.

Hay arroyos poetas
 y voces interiores
 de volcanes dormidos.
 Quizá haya algún tesoro
 muy dentro de mi entraña.

 ¡Quién sabe si yo tengo
 diamante en mi montaña,
 o tan sólo un pequeño
 pedazo de carbón!

Los árboles del bosque de mi isla,
 sois vosotros mis versos.
 ¡Qué bien sonáis a veces
 si el gran músico viento
 os toca cuando viene el mar que me rodea!
 A esta isla que soy, si alguien llega,
 que se encuentre con algo es mi deseo;
 manantiales de versos encendidos
 y cascadas de paz es lo que tengo.

Un nombre que me sube por el alma
 y no quiere que llore mis secretos;
 y soy tierra feliz que tengo el arte
 de ser dichosa y pobre al mismo tiempo.

Para mí es un placer ser ignorada,
 isla ignorada del océano eterno.
 En el centro del mundo sin un libro
 sé todo, porque vino un mensajero
 y me dejó una cruz para la vida
 para la muerte me dejó un misterio.

Cosa sia la poesia nella vita di un essere umano, Gloria Fuertes lo aveva capito già da ragazza, quando costretta dedicarsi al lavoro dopo la morte della madre, non rinunciò agli studi e alla passione per la letteratura. Tra le sue frasi, scolpite sull’eredità culturale che ci ha trasmesso, echeggerà per sempre nei pensieri di chi riconosce alla poesia il ruolo di mitigatrice delle vicende umane, quella che cita "Un bambino che tiene tra le mani un libro di poesia, non avrà mai motivo nel suo futuro di custodire nelle stesse mani un’arma".

Per comunicare, aggiungiamo noi, la poesia sarà sempre il punto di incontro tra le culture diverse di popoli diversi. Quel bambino di un futuro che, inevitabilmente, sarà anche il nostro, e sul quale si affaccia trascinandosi dietro la crudeltà che, per motivi meno nobili della poesia, ha sempre preferito l’utilizzo delle armi a distruggere il dialogo, prima ancora che la vita.

Questa poetessa intuì l’importanza di educare l’essere umano, già in tenera età, ad abituarsi alla lettura e alla bellezza del linguaggio poetico, perché se i bambini si avvicinano a questo necessario e sublime mezzo comunicativo, finiranno per affezionarsi al gusto del bello e a quanto merita ancora di essere coltivato, nonostante la cattiveria dei suoi simili.

Un sogno, che se si manifesta dai versi di questa poetessa spagnola, vogliamo credere ancora, possa diventare parte integrante della nostra realtà.


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