La poesia della settimana: Ruth Miller

La voce femminile del Sudafrica, dal linguaggio duro e tagliente, ma intriso di una suadente musicalità.

di Piero Buscemi - martedì 2 luglio 2013 - 2211 letture

Ci sono ferite

Scritte sul vento o sull’acqua
 La parola è carne. Presto o tardi
 La carne parlerà con suoni
 Così cupi da bucare la pelle.

Le stigmate sono visibili
 In questi casi : ci sono ferite
 Dentro cui un Tommaso non oserebbe
 Affondare la mano.

Ruth Miller nacque nel 1919 a Uitenhage, una cittadina del Sud Africa. Visse gran parte della sua breve vita nella zona nord del paese, quelle terre a ridosso del fiume Vaal e che prendono il nome di Transvaal.

Dopo un’infanzia umile, si dedicò agli studi con notevoli risultati. Studi che la costringeranno a trasferirsi a Johannesburg, dove sarà assunta come segretaria didattica, riuscendo a proseguire la carriera scolastica e diventando insegnante di inglese.

Attratta dalla composizione poetica, iniziò la sua attività letteraria scrivendo brevi racconti e opere teatrali, ma divenne famosa per le sue poesie, che sono contenute in diverse antologie, pubblicate postume, e dedicate alla produzione poetica del Sud Africa.

Esordì nel 1965, con la raccolta Floating Islands, che le avvalse il premio Ingrid Jonker, un premio destinato alle opere d’esordio dei poeti africani e inglesi. La Miller se lo aggiudicò in occasione della prima edizione, istituita dopo la morte di Ingrid Jonker - altra notissima poetessa sudafricana -, avvenuta proprio nel 1965.

La sua seconda raccolta fu pubblicata nel 1968 con il titolo Selected Poems, poco prima della sua morte, avvenuta nel 1969 a causa di un cancro. Dopo la sua morte, una raccolta di opere inedite, che comprendevano oltre a poesie, anche qualche produzione in prosa e alcuni scritti per il teatro, fu pubblicata dall’editore-poeta Lionel Abrahans, anch’egli sudafricano, con il titolo di Poems, Prose, Plays.


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