La poesia della settimana: Philippe Soupault
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Conseils au poète
Sois comme l’eau
celle de la source et celle des nuages
tu peut être irisé ou même incolore
mais que rien ne t’arrête
pas même le temps
II n’y a pas de chemins trop longs
ni de mers trop lointaines
Ne crains ni le vent
ni encore moins le chaud ou le froid
Apprends à chanter
sans jamais te lasser
murmure et glisse-toi
ou arrache et bouscule
Bondis ou jaillis
Sois l’eau qui dort
qui court qui joue
l’eau qui purifie
l’eau douce et pure
puisqu’elle est la purification
puisqu’elle est la vie pour les vivants
et la mort pour les naufragés
Philippe Soupault nacque a Chaville il 2 agosto 1897, nel cuore della borghesia parigina, alla quale si oppose già da giovane. All’inizio influenzato dal movimento Dadaista, grazie alla sua amicizia con André Breton e Louis Aragon, fondò con la loro collaborazione la rivista surrealista Littérature, con la quale pubblicò la sua prima raccolta di poesie Champs magnétiques. Collaborò e frequentò diversi artisti del suo tempo, ma per disaccordi politici, finì per allontanarsene.
Dopo quest’esperienza parigina, decise di dedicarsi ai viaggi e in seguito al giornalismo. Si accostò così alla così detta Revue Européenne e alla stesura di numerosi romanzi, inizialmente bistrattati dalle sue scelte artistiche. Ricordiamo Bon apôtre del 1923 ; Le Nègre del 1927 e Les Dernières nuits de Paris del 1928. Attraverso la narrativa, provò a volgere uno sguardo realista nei confronti dei tempi così mutevoli e in fermento di quei primi decenni del ventesimo secolo.
Particolarmente bizzarre le sue pubblicazioni di saggi sulle arti contemporanee, quali il jazz e il cinema. Dopo essersi dedicato alle raccolte Odes e Chansons, negli anni ’40, scrisse anche alcuni testi teatrali, prima di curare numerose trasmissioni radiofoniche.
E’ morto a Parigi il 12 marzo 1990.
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