La poesia della settimana: James Douglas Morrison
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Segnalato da moltissimi lettori, a poche settimane da quello che sarebbe stato il suo 68° compleanno, ci è sembrato doveroso ricordare uno dei poeti del rock, amato anche dalle nuove generazioni.
Canto di dolore e libertà
Ecco, ho potuto assaggiare
Il boccone in equilibrio
Sull’incerto crinale
Tra saviezza e demenza.
Bene, la forma ha preso
Il suo etereo profilo indiano,
Lo sciamano del rock
E’ sprofondato nei meandri
Della scena pericolante.
Bene, poeta, benissimo
I tratti della celebrità
E il profilo della gloria
Varcano l’orizzonte.
Tutto comincia da capo,
Uguali la fronte e il petto,
Così ritorno a gridare
Il mio canto di dolore
Libero, un canto di libertà.
James Douglas Morrison. Nato l’8 dicembre 1943 a Melbourne in Florida, ha lasciato nella musica internazionale la sua indelebile scia carismatica, tanto da lasciare alla creatività dei suoi biografi varie congetture, mai del tutto confermate o smentite, sulle cause della sua morte. O addirittura, mettendo in dubbio che sia mai avvenuta. Leader del gruppo musicale The Doors, si è trascinato nella sua vena poetica su tutti i palchi che lo hanno visto protagonista durante i concerti, famose le sue esternazioni in versi improvvisate anche nel corso dell’esecuzione di una qualsiasi canzone. Vena poetica che lo porterà alla auto-produzione di due volumi di poesie nel 1969, The Lords / Notes on Vision e The New Creatures. Influenzato nell’adolescenza dagli studi su Friedrich Nietzsche, fu affascinato dalla poesia di William Blake, Charles Baudelaire e Arthur Rimbaud. Altra figura letteraria che catturò Morrison fu lo scrittore Jack Kerouac e il suo stile di vita raccontato nel celeberrimo Sulla strada. Ma il ritorno alle origini e alle culture degli americani nativi, le loro tradizioni, la loro religione e i loro miti accompagneranno tutta la sua carriera musicale e poetica. I riferimenti ai luoghi, quali deserti e laghi antichi e ad un certo tipo di animali, quali lucertole e serpenti, presenti nelle sue canzoni e poesie, sono arricchiti dallo stile delle sue interpretazioni che si rifà alle movenze degli sciamani. Morì (?) a Parigi il 3 luglio 1971.
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