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La piccola storia di Mohsen

Mohsen è un ragazzo di colore, francese, ha 20 anni, da due vive in Italia e frequenta a Perugia l’università per stranieri...

di Sandro Simone - giovedì 17 novembre 2005 - 4237 letture

Mohsen è un ragazzo di colore, francese, ha 20 anni, da due vive in Italia e frequenta a Perugia l’università per stranieri. Conduce un’esistenza normale di un ragazzo della sua età: un piccolo appartamento, una fidanzata, un gatto. Una mattina di agosto si sveglia tardi, si veste in fretta e scende per comprare il giornale e fare colazione al bar.

Di fronte a lui ci sono due poliziotti, vedono un ragazzo nero, trasandato, che scruta le pagine di un quotidiano, si avvicinano e gli gridano: "Documenti!". Mohsen si fruga nelle tasche, non c’è niente, li ha lasciati su, a casa. "Vado a prenderli".

Ma per i poliziotti è un vecchio trucco: il ragazzo vuole guadagnare un po’ di tempo e poi scappare. "Seguici in centrale". Mohsen si arrabbia, come farebbe ognuno di noi se due poliziotti lo trascinassero in questura solo perché è andato all’edicola sotto casa senza portarsi il passaporto e grida "Sono francese!", i poliziotti non gli credono, gli immigrati sono maestri nel trovare scuse improbabili. Mohsen capisce che le cose si stanno mettendo malissimo, comincia ad aver paura, supplica i poliziotti di accompagnarlo a casa.

Niente da fare. La macchina della Bossi-Fini si è già messa in moto. Mohsen viene portato a Milano nel Centro di permanenza temporanea di Via Corelli dove gli succede di tutto. L’incubo dura ventidue giorni. Il tempo che occorre alla madre per interrompere le sue vacanze in Egitto, prendere un aereo per Milano e trovare un avvocato che chiarisca ciò che lo stesso Mohsen, quella torrida mattina di agosto, avrebbe facilmente chiarito.

PS: Purtroppo è tutto vero, questa storia è raccontata su La Repubblica

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