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L’arrocco nell’esagono

A Grammichele si è appena svolta la diciottesima edizione del festival internazionale degli scacchi, uno dei più grossi tornei della Sicilia. Ma la cittadina è ancora scossa dai recenti fatti di cronaca nera.

di Shining - giovedì 22 ottobre 2009 - 4589 letture

Domenica 18 ottobre 2009 si è concluso il festival degli scacchi di Grammichele. Grammichele è una cittadina all’estremità sud-orientale della provincia di Catania. Se la confinante Caltagirone ha dato i natali a don Luigi Sturzo, Mario Scelba e Silvio Milazzo, Grammichele vanta Raffaele Lombardo, l’attuale presidente della Regione siciliana, tanto da qualificare l’area come la maggiore esportatrice di democristiani influenti.

Ma il vero motivo di orgoglio, condiviso a prescindere dal colore politico, è la piazza esagonale con la chiesa madre fuori asse, il cuore della Grammichele voluta da don Carlo Maria Carafa principe di Butera e di Roccella, barone di Occhiolà, che concesse un angolo del suo feudo ai terremotati del 1693. La pianta fu disegnata con la concezione razionale che inserisce ampi spazi aperti tra le case, utili punti di raccolta in caso di un nuovo terremoto. La piazza principale oggi ospita il municipio da poco restaurato, le sezioni dei partiti, i vari circoli cittadini e alcuni bar, assolvendo in pieno alla sua vitale funzione di agorà.

Materiale scacchistico

Il torneo si è svolto molto lontano dall’esagono, in un centro di aggregazione giovanile costruito da poco. Una struttura molto adatta per la manifestazione, anche perché particolarmente luminosa, sia di giorno grazie alle ampie vetrate, sia di sera per la diffusione dell’illuminazione artificiale che non proiettava fastidiose ombre sulle scacchiere. Si è giocato lì per due interi fine settimana, con sessioni mattutine e pomeridiane. I giocatori erano separati in tre diverse competizioni: una riservata agli esordienti; una per i giocatori che hanno conseguito le categorie di terza e seconda nazionale, detta “Open secondario”; e l’“Open magistrale”, con - in ordine di forza - le prime nazionali, i candidati maestri, i maestri, i maestri Fide (dal nome della federazione scacchistica mondiale) e i maestri internazionali. Entrando il colpo d’occhio era notevole: su due file di tavoli erano disposte 42 scacchiere. Su un palco permanentemente montato a ridosso della parete di mezzogiorno erano state deposte file di libri sul gioco, scacchiere portatili, orologi e altri gadget con la forma dei pezzi: il maestro internazionale Zivoj Ljubisavljevic arrotonda vendendo questo materiale a quello che guadagna con le lezioni private e i premi di torneo.

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Il primo week-end di gioco, quello del 10 e 11 ottobre, è stato in coincidenza con il festival delle mosche. Centinaia di insetti hanno occupato l’ampio salone andandosi a posare sui pezzi e distogliendo la concentrazione dei giocatori. Uscendo dalla porta settentrionale del fabbricato si veniva avvolti da un intenso odore sgradevole. La porta dava su un cortile ampio come una piazza tra le case popolari. Una signora che abita lì al piano terra ci indica la fonte della puzza: «C’è un venditore di pesce proprio lì all’angolo. Viene tutti i giorni da Catania». In effetti, sul marciapiede che costeggia la parete occidentale del centro, quasi all’angolo con il cortile, un pescivendolo ambulante ha piazzato la sua bancarella. Le macchine accostano sull’altro lato della strada e i guidatori vanno a rifornirsi di primizie del mare.

orologio

Quando partono gli orologi a lato delle scacchiere il silenzio regna sovrano nello stanzone e si può distinguere il ticchettio dei meccanismi; merito dell’arbitro Alexiei Bottino, nome da russo, origini catanesi e rigore tedesco. Riesce a domare ottantacinque fracassoni – tanti erano i partecipanti - che una volta finita la loro partita si alzano per andare a guardare nelle scacchiere degli altri bisbigliandosi l’un l’altro l’analisi della posizione.

Scacchisti distaccati

Altri che hanno finito di giocare, in attesa che tutti consumino le quattro ore complessive ammesse per la partita, vanno a farsi un giro in paese. Si scopre così che non arriva “il Manifesto”. «Sono altri – spiega la signora che gestisce l’edicola – i quotidiani che vanno. Soprattutto quelli locali, che ci raccontano le disgrazie del paese». Qualcuno non si esime dal fare la battuta: «Lombardo è tra queste disgrazie?». «Lombardo – risponde l’edicolante – è un nostro concittadino e lo rispettiamo». Una settimana dopo la signora ci riconosce e ci informa che ha messo “l’Unità” da parte per noi.

A ora di pranzo, due sono i posti a cui si rivolgono principalmente i giocatori: il Capogiro, vicino alla posta e il bar Iudica, sulla piazza Dante, il centro di uno dei sestieri. Al Capogiro l’arredamento è raffinato e il bianco domina su tutto. Bianco è il bancone bar all’ingresso e sono bianche le rifiniture e le pareti della sala dove si mangia. Un prezzo a forfait garantisce primo, secondo e bevanda. Le portate sono di ottima qualità e vengono disposte con eleganza sui piatti; per avere una fettina di vitello bisogna ordinare una paillard che arriva circondata da ghirigori di aceto balsamico; per condirla con l’olio bisogna chiedere il ménage. «Con queste porzioni – mugugna una prima nazionale – mi tornerà la fame prima di sedermi alla scacchiera».

Da Iudica non si va tanto per il sottile: se sotto il gazebo nella piazza spira troppo vento si può mangiare nella saletta a lato del bancone. Non è bene illuminata, c’è la televisione accesa e il video-poker in un angolo, ma qui si dice pane al pane e vino al vino. Il menu è poco più caro dell’altro, ma viene aggiunto un antipasto di salumi e formaggi e il caffè. Le porzioni non sono da nouvelle cuisine, ma possono soddisfare scaricatori di porto e giocatori di scacchi. Nella saletta chiassosa non c’è imbarazzo a tirare fuori una scacchiera e scaldarsi prima di tornare in gara.

I bar sono anche un’occasione per andare in bagno. Al centro giovanile si va per emergenza, perché chi ha consegnato i lavori ha dimenticato sia di mettere una finestra che di istallare un impianto di aerazione. A Grammichele ci sono bar eleganti: è diverso dal tipico paese dell’interno della Sicilia. Nello stereotipo, che è poi la verità dentro tante province siciliane, capannelli di anziani maschi con la coppola stazionano dentro e fuori agli esercizi sonnolenti. Qui invece i bar sono frequentati anche dalle donne come in una grande città ed è facile trovare belle ragazze dietro al bancone. E proprio al bar c’è stato l’ultimo omicidio nella cittadina: Sebastiano Privitera, 24 anni, verso mezzogiorno del 20 settembre fu raggiunto da una coltellata al torace capace di perforargli il fegato davanti a una panineria di piazza Dante. Per l’accaduto è stato fermato un trentacinquenne di Catania il giorno dopo, Salvatore Puccia, uno che tempo fa aveva tentato di investire un carabiniere e in un’altra occasione era stato accusato di un’aggressione a coltellate, come riporta blogsicilia.it. Due notti prima del torneo c’è stato un altro fatto di cronaca nera: una signora di 74 anni è stata rapinata e violentata dentro casa sua da due balordi che hanno confessato: Vasile Borgovan di 29 anni e Nicolae Ghinea di 22. «Negli ultimi anni – racconta un giocatore over 60 che vive nella cittadina – si saranno stabiliti a Grammichele almeno un migliaio di rumeni su tredicimila abitanti. E questo fatto desta preoccupazione nella popolazione. Adesso si vedono più spesso i carabinieri in giro», dice indicando la gazzella che fa la ronda sul corso Vittorio Emanuele.

Alessandra Arnetta

Il secondo fine settimana si è aperto con una buona notizia: la sparizione delle mosche e la contemporanea riduzione della puzza sul piazzale. Forse a qualcuno nella giunta comunale saranno fischiate le orecchie per i malumori degli scacchisti e hanno deciso di lavare la strada, migliorando un po’ la vita degli abitanti delle case popolari. O più probabilmente sarà stato necessario l’intervento della famiglia Sileci. Nino è il papà: un uomo che ha speso la vita per gli scacchi al suo paese ed è anche una seconda nazionale classe 1932 che dà filo da torcere ai giovinetti al tavolo da gioco, piazzatosi a metà classifica del secondario. E’ autore di tre libri, “I record”, “Gli scacchi a Grammichele” e “Cocciniglie” che ha regalato a tutti i partecipanti. Su ciascun volume è riportato: «La distribuzione del libro è gratuita. Si accettano però libere offerte a beneficio del circolo “Alvise Zichichi” di Grammichele per scuole scacchi, tornei, acquisto di materiale tecnico, ecc.». Suo figlio Filippo è a capo del movimento scacchistico della regione e ha raggiunto due obiettivi: la Sicilia è diventata seconda solo alla Lombardia per numero di tesserati; e ha aumentato il numero di presidenti regionali originari di questa cittadina. Il giocatore più forte della famiglia è però Salvo, secondogenito ma prima nazionale. I tre hanno organizzato (ed è un verbo appropriato trattandosi, a detta di molti giocatori, di uno dei meglio preparati in Sicilia) per la diciottesima volta il torneo, invitando a questa edizione il maestro internazionale Zivoj Ljubisavljevic, i maestri Fide Piero Mazzilli e Francesco Bentivegna e i candidati Marco Fiducioso e Maria Teresa “Alessandra” Arnetta. Quest’ultima, nota per avere fatto parte della squadra femminile italiana alle olimpiadi degli scacchi di Torino nel 2006 e per essere giunta seconda al penultimo campionato italiano femminile, era purtroppo l’unica donna iscritta al torneo tra tutte le categorie.

Dentro al camper

Scarsa l’intraprendenza degli esercenti della zona: anche durante la seconda domenica di gioco, il chiosco vicino alla struttura aveva le porte della veranda sbarrate. Così come il camion dei panini parcheggiato nel piazzale di meridione ha continuato con i suoi soliti orari notturni durante tutti e quattro i giorni della manifestazione, non concedendo alternative rapide ed economiche al pranzo dei partecipanti. Oltre al camion, un altro veicolo era costantemente parcheggiato nello stesso piazzale e si trattava di un camper: «vado con questo a tutti i tornei – racconta Salvatore Norrito, palermitano di 66 anni e iscritto al torneo secondario – perché ho tutte le comodità e risparmio pure». Dentro al camper omologato per sei posti, c’è la doccia, l’angolo cottura e la scacchiera che copre per intero il tavolo. «I tornei sono – continua Norrito – una buona occasione per fare turismo: in questi cinque giorni tra un turno e l’altro, con mia moglie ci siamo spostati per andare a visitare Noto e altre zone del siracusano. In fondo questo è anche un modo per non farle pesare troppo il mio hobby».

Premiazione Grammichele 2009

Alla fine tra gli esordienti l’hanno spuntata i ragazzi di Giarre, in provincia di Catania: Orazio Virgitto, Mario Susinni, Francesco Tosto e Vittorio Cipria hanno conquistato le prime quattro posizioni. Nel secondario ha vinto Gianluca Fernandez da Palermo, davanti a Federico Montalbano e Daniele Occhipinti. Il magistrale è andato per la settima volta al maestro Fide palermitano Piero Mazzilli; secondo dopo lo spareggio tecnico il candidato maestro Marco Fiducioso, davanti a un altro maestro Fide di Palermo, Francesco Bentivegna.


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