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Della banalità del razzismo

L’opposizione al razzismo va fatta con impegno rigoroso e continuo, per evitare che proprio il razzismo diventi parte integrante dell’essere umano, a partire dalla sua natura fisica e lo giustifichi.

di Massimo Stefano Russo - mercoledì 14 agosto 2024 - 584 letture

L’art. 3 della nostra  Carta Costituzionale riporta: «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso,  di razza , di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali». Nonostante l’evoluzione delle società e le riflessioni avanzate il razzismo rimane tuttora un fenomeno complesso e sfaccettato e risulta sempre difficile analizzarlo in chiave esaustiva e compiuta.

Il razzismo, da problema sociale complesso, affligge gli Stati Uniti che rimangono una società profondamente divisa e ingiusta dal punto di vista razziale sin dalla loro nascita. La parola “razza” è una parola “maledetta”, una brutta parola che “ripudia l’identità umana”. (Il 15 luglio del 1938 in dieci scienziati italiani firmarono il Manifesto della Razza e diedero il loro benestare alle leggi razziali responsabili della morte e della persecuzione dei cittadini di origine ebraica, caduto il fascismo nessuno di loro pagò per questo, anzi reintegrati nell’Università, riabilitati all’insegnamento, diventarono titolari di cattedre di rilievo, ricordati persino con targhe commemorative e nella toponomastica).

L’assemblea Nazionale in Francia nel 2013 ha deliberato di cancellare il termine “razza” dalla legislazione francese, ma “bianco” e di “colore,” quali “categorie razziali,” rappresentano indicativamente due suddivisioni macroscopiche e socialmente riconosciute della gerarchia razziale.

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Una sola razza, quella umana

A ben guardare la parola razza ha un’origine incerta e illustri studiosi continuano a discuterne. Una ricostruzione teorica dell’origine della parola razza fino agli anni Cinquanta sosteneva l’ipotesi “razionale” e vedeva prevalere l’ipotesi di una derivazione dal latino generatio o ratio nell’evocare la stirpe. Spettò al grande filologo Gianfranco Contini rilevare e dimostrare come il riferimento della parola razza andava rivolto all’antico francese haraz che indicava un allevamento di cavalli, una mandria, un branco. Si riconosce così alla razza “una nascita zoologica, veterinaria, equina”. Bob Marley di etnia, “razza” mista la società lo percepiva nero e lo trattava come tale. Le persone di “razza mista” vengono sottoposte a una pressione costante per definirsi e scegliere da che parte stare. Il termine “razza” come concetto sistemico quale categoria politica, sociale e culturale di oppressione genera il razzismo. Quali gli assunti alla base delle nostre reazioni razziali?

Nel dover sostenere una conversazione sulla razza, come bianchi diventiamo fragilissimi, spesso ci inalberiamo e ci poniamo sulla difensiva al solo accenno di poter avere qualcosa a che fare col razzismo. Il razzismo presenta una dinamica sociale complessa. L’identità bianca nell’aver dei pilastri ha un significato e porta con sé dei privilegi. Una concezione radicata considera razziste solo le cattive persone. In America si insegna a pensare al razzismo solo in termini di singole azioni commesse da singoli individui, rispetto a un sistema complesso e interconnesso. Come funzionano i pilastri del razzismo. Il razzismo come si insegna a definirlo e concepirlo nel sistema educativo?

Le paure sociali dei bianchi: azioni o parole possono apparire discutibili sul piano razziale. Quanti si definiscono democratici e progressisti respingono con sdegno l’ipotesi di poter essere visti, intesi come razzisti. La “fragilità bianca” ha un suo ruolo nel perpetuare il razzismo, con gli stessi progressisti bianchi responsabili della gran parte delle feriste razziste subite quotidianamente dalle persone di colore. Ricordiamoci che gli afroamericani discendono da antenati schiavi per generazioni, in una condizione di apartheid abolita solo tecnicamente nel 1865 e che il razzismo ha avuto e ha i suoi intellettuali di riferimento. La propaganda razzista, poiché ai razzisti interessa costruire il loro consenso nel rifiutare tutto ciò che si presenta diverso e superiore, continua tra l’allarmismo per le ondate migratorie. Una motivazione ideologica e politica che ritroviamo nelle sottoculture esplose con Internet. La nozione di razza ha preso forma nella violenza concettuale di idee e pensieri. Un immaginario costruito sotto le forme più varie.

Ingiustificabile la barbarie della schiavitù e il genocidio dei popoli indigeni così come il razzismo che esclude e discrimina per avvantaggiare chi è ritenuto superiore. I nostri vissuti modellano il modo come interagiamo col mondo e l’abitiamo e siamo tutti prodotto di una realtà razzializzata. Le razze inesistenti in senso biologico hanno un peso enorme quali costrutti sociali e caratterizzano ogni aspetto delle nostre vite. Il bianco raffigura l’ideale umano.

La brutalità e l’ingiustizia che le persone di colore subiscono, a partire dall’America, hanno messo al centro dell’attenzione il razzismo. Le persone di colore da sempre lottano, urlano e cercano di proteggersi dal razzismo e dall’oppressione razziale in un mondo indifferente all’orribile e al terrificante. Parlare di razza e razzismo in modo costruttivo è difficile e problematico: bisogna avere onestà con se stessi e acquisire le conoscenze necessarie e indispensabili per parlare di razza in modo efficace e gentile, dialogando con accogliente sicurezza così da capire quando e come la “questione” razza diventa un problema e genera razzismo.

Il razzismo, ovunque lo si incontri, va guardato in faccia e combattuto, senza scappare di fronte a esso o peggio ancora mostrarsi freddi e distaccati. L’opposizione al razzismo va fatta con impegno rigoroso e continuo, per evitare che proprio il razzismo diventi parte integrante dell’essere umano, a partire dalla sua natura fisica e lo giustifichi.


Per saperne di più

- AA. VV., Il bias della razza, Durango Edizioni, Trani (BT) 2018.

- R. D’Angelo, Fragilità bianca, Chiarelettere, Milano 2020.

- I. Oho, E così vuoi parlare di razza?, Tlon , Roma 2023.

La Crusca: Le parole hanno un peso

La Crusca: Razzismo, che brutta parola

TCLIO: Razza

Wikipedia: Storia dei concetti razziali



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