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L’amico americano (l’ultimo?)

Credo oggi in quello che ho sempre creduto: che non c’è niente che l’America non possa fare, quando lo facciamo insieme. Dobbiamo solo ricordare che siamo gli Stati Uniti d’America.”

di Massimo Stefano Russo - venerdì 26 luglio 2024 - 568 letture

Joe Biden, figlio di un venditore d’auto, dopo la morte della moglie Neila e della figlia Naomi Christina in un incidente stradale nel 1972, salvato e riportato alla gioia di vivere grazie al seggio senatoriale, (eletto a ventinove anni e rieletto per sei volte – dal 1973 al 2009 - quale rappresentante del Delaware; Vicepresidente degli Stati Uniti dal 2009 al 2017, 46° Presidente con inizio mandato 20 gennaio 2021) nell’accettare il destino, da buon cattolico irlandese ama raccontare storie. Amici e critici coinvolti ad ascoltare la sua lunga serie di aneddoti gli hanno attribuito l’etichetta di “noioso”.

Biden che fin dall’infanzia ha fatto di tutto per vincere la balbuzie esercitandosi guardandosi allo specchio, rimane convinto che una buona narrazione fondi una buona politica. Vuol coinvolgere il pubblico richiamando personaggi vividi e aneddoti avvincenti. L’ha dimostrato anche in quest’ultima occasione nel rivolgersi al popolo americano. Da buon diplomatico ci tiene a parlare in modo franco e inviare segnali chiari agli avversari.

La politica sua vocazione e passione l’ha portato, sicuro e testardo, con scatti d’ira senza mai portare rancore, aperto alle critiche, a essere il presidente americano più anziano che oggi lascia il testimone a nuove voci e affida alla vicepresidente Kamala Harris la sfida elettorale per l’alta carica. Biden ha sempre avuto una grande fede nel popolo americano che continua a rappresentare molteplici idee, valori ed esperienze. Gli Stati Uniti hanno già eletto (l’8 novembre 2016) un presidente senza esperienza e privo di qualità, di qualsiasi requisito morale o intellettuale, inadeguato a quella carica, che ha saputo raccogliere il benestare decisivo della classe operai. Tutto un proletariato bianco, aggrappato al mito americano della mobilità per riuscire a immaginarsi ricchi, ha espresso la sua frustrazione votandolo e portandolo alla vittoria.

Fa riflettere come a partire dagli Stati Uniti l’ascesa della cultura di massa abbia portato il declino della cultura di élite: nell’intrattenimento di massa la connotazione un tempo negativa della cultura di massa si è trasferita progressivamente sull’élite. Nella cultura mediale, con l’emergere dei nuovi media digitali che ha sgretolato la cultura, e disallineato l’élite economica da quanto resta dell’élite culturale, viene a mancare la distinzione netta fra l’intrattenimento e la politica. Le applicazioni web, i siti social media e i videogiochi, adattatisi a propagare e intensificare i cambiamenti, hanno disgregato le gerarchie con effetti rilevanti e diretti.

Cosa significa oggi essere americani nel condannare l’immigrazione che ha permesso agli Stati Uniti di costruire una propria identità nazionale del tutto particolare e rompere con le visioni precedenti? Gli USA rimangono la nazione col più alto numero di migranti (45 milioni di persone che vivono negli Stati Uniti sono nati in altri paesi, 10,5 milioni sono entrati illegalmente, arrivati a piedi attraverso il deserto o guadando il Rio Grande).

Negli Stati Uniti più profondi ritroviamo una classe operaia di bianchi, accomunata dalla povertà quale tradizione di famiglia: una volta affollavano le chiese, coltivavano le terre e lavoravano nelle industrie. Un mondo e un’idea implosi ma di cui rimane il sogno, convinti che le strade d’America siano lastricate d’oro. Gli americani di origine irlandese e scozzese rappresentano uno dei gruppi più caratteristici della popolazione degli Stati Uniti: esprimono una sottocultura persistente dalle profonde tradizioni familiari, dalle convinzioni religiose e politiche più che conservatrici, rifiuta gli estranei e i diversi.

I sondaggi - all’ordine del giorno negli USA - indicano nei proletari bianchi il gruppo sociale più pessimista, ancor più dei latinoamericani nell’avere una vita complicata. J. D. Vance indicato come vicepresidente da Trump, nel descrivere il sentimento di alienazione e rabbia della classe bianca impoverita, rivendica l’identità americana fondata sul costituzionalismo, lo stato di diritto e il principio che “tutti gli uomini sono creati uguali”.

Gli americani amano fare le cose in grande: per sostenere l’economia e i cittadini già nel 2020 si ebbe uno stanziamento di 3000 miliardi e tra il 2021 e il 2022 la presidenza Biden ha immesso oltre 4000 miliardi di dollari. (Il fondo europeo per la ripresa rivolto a un territorio più popolato ha stanziato poco meno di 800 miliardi). Uno stanziamento quadruplo rispetto alla crisi dei mutui subprime del 2008, per sostenere la popolazione, lottare contro il cambiamento climatico, intervenire contro l’inflazione e investire nelle infrastrutture. L’obiettivo riorientare l’economia statunitense.

I consumi e la domanda interna hanno costruito il predominio economico degli Stati Uniti nel Novecento. Negli ultimi anni la crisi dell’industria e del settore manifatturiero con la fuga di uno stabilimento dopo l’altro ha impoverito e incattivito i lavoratori, ma gli USA confermano la propria supremazia con gli investimenti pubblici, per aumentare i consumi, anche se l’offerta fatica a mantenere il passo della domanda. Produrre diventa sempre più costoso e trovare lavoratori sempre più difficile, mentre le persone più benestanti o senza grandi preoccupazioni economiche, che passano più tempo a informarsi, si riconoscono pessimiste sulla direzione e le condizioni del paese.


Per saperne di più

- J. G. Ballard, Hello America, Feltrinelli, Milano 2020.

- J. Biden, Papà fammi una promessa. Un anno di speranza, sofferenza e determinazione, NR Edizioni, Pescarea2018.

- Id., Promesse da mantenere, Baldini & Castoldi - La Nave di Teseo, Milano 2021.

- F. Costa, Questa è l’America, Milano, Mondadori 2020.

- Id., Frontiera, Mondadori, Milano 2024.

- K. Harris, Le nostre verità, La Nave di Teseo, Milano 2021.

- J. D. Vance, Elegia americana, Garzanti, Milano 2017.

Articoli online su: CBS News, Economy Magazine.



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