Area
russa tra il 1790 e il 1850
Area russa tra il 1790 e il 1850
Il romanticismo classicista
Il romanticismo nella Russia zarista si distingue per un'impronta
classicista, che lo ricollega al secolo precedente. L'opera lirica
di Aleksandr S. Puskin (1799\1837)
nasce in un clima sostanzialmente classicista e filo-francese,
incline alle forme della poesia "fugitive", e ha il suo antecedente
nell'opera di raffinamento e perfezionamento del verso russo condotta
da Vasilij A. Zukovskij e
Konstantin N. Batjuskov . La prima generazione di classicisti
sentimentali si oppone all'egemonia culturale accademica conservatrice
che ha in Aleksandr Siskov uno dei
maggiori esponenti.
I decabristi
Solo dopo il 1820 penetra in Russia l'ideale romanticista "puro",
e si afferma il culto di Byron . Il passaggio al romanticismo
militante , entusiasta e battagliero è avvertibile soprattutto
nell'opera dei poeti "decabristi", tra cui è
Kondratij Fëdorovic Ryleev . Anche
Aleksandr Bestuzev che fu amico di Ryleev partecipò
al decabrismo, di cui, con i suoi tre fratelli fu uno dei più
importanti rappresentanti. Tra i maggiori esponenti del decabrismo
è Aleksandr Ivanovic Odoevskij
con la sua produzione incline alla malinconia e con una forte
attenzione per gli elementi storici. La condizione degli intellettuali
degli anni '20, la generosa ma sterile lotta contro il conformismo,
l'ottusa falsità e l'oscurantismo, è riflessa nella
commedia Che disgrazia l'ingegno! (1822-24) rappresentata
nel 1831, di Aleksandr S. Griboedov .
.
La plé iade puskiniana
Dopo il fallimento dei moti decabristi (1825), matura quella che
è stata chiamata la "plé iade puskiniana: con
Anton A. Del'vig classicista ma anche autore di ballate che
ebbero grande popolarità, P.A. Pletnë v (1792\1865),
il variegato Pëtr A. Vjazemskij ,
l'elegiaco Nikolaj M. Jazykov . Essi
si ricollegano alla "poesia armonica" di tendenza elusiva e elegiaca
di Zukovskij e Batjuskov , e culminante nell'originale lirica
filosofica pessimistica di Evgenij A.
Baratynskij .
Produzione narrativa russa
Con la scomparsa tragica e emblematica di Puskin e
Lermontov , diminuisce l'interesse per la poesia e si afferma
la prosa. Il romanzo storico alla Scott è seguito da
Michail Zagoskin e Ivan Lazecnikov
.
Storie romantiche ed esotiche scrisse il decabrista Aleksandr
A. Bestuzev ; racconti hoffmanniani Vladimir
Odoevskij .
Il maggiore narratore russo del primo XIX secolo è però
Nikolaj Gogol' (1809\1852).
Nell'impero russo, dopo il fallimento decabrista (1825) con cui
si concluse il romanticismo rivoluzionario, è un periodo
di repressione. A Mosca, e non nella San Pietroburgo corrotta
capitale burocratica zarista, maturarono nuovi orientamenti di
pensiero, sotto lo stimolo dell'idealismo tedesco. Il fervore
intellettuale dell'epoca si esprime nella vivacità di gruppi
e salotti letterari, che nascono in stretto rapporto con l'università.
Il circolo di Nikolaj V. Stankevic
studia Fichte Schelling e Hegel. Il circolo di
Aleksandr I. Herzen introduce il socialismo di Saint- Simon
e Fourier. Si afferma con Alekseij Chomjakov
e con i fratelli Pert e Ivan Kireevskij
la dottrina dello slavofilismo che scorge nell'antica
Russia e nella chiesa slavo-ortodossa il primato della legge morale
e del diritto naturale, e rifiuta ogni influsso dell'occidente
logico e razionalista.
Lo slavofilismo propugnava il ritorno alla tradizione religiosa,
nazionale e popolare, in polemica con gli occidentalisti che si
richiamavano alle riforme di Pietro il Grande e di Caterina II
e alla necessità di un ruolo europeo della Russia. Le radici
del lo slavofilismo erano tipicamente romanticiste (la scoperta
delle nazionalità), ma la spinta maggiore fu data dalla
restaurazione post-napoleonica, anche se il radicalismo slavofilo
si opponeva al corso politico e veniva contrastato dall'autorità
zarista. Il primo documento del dibattito tra le due tendenze
è costituito dalle "Lettere filosofiche" dell'occidentalista
P.J. Caadaev (1794\1856), la cui pubblicazione provocò
una dura repressione nei confronti dell'autore, e della rivista
che per prima pubblicò lo scritto di Caadaev, «Teleskop».
Alekseij Chomjaokov replicò sviluppando i temi più
propriamente slavofili, come l'attacco alla filosofia occidentale,
accusata di razionalismo (e tuttavia presente nel pensiero slavofilo
con Schelling), e l'esaltazione dell'ortodossia intesa come terza
via rispetto al protestantesimo (che rappresenta la «libertà
senza unità») e al cattolicesimo (che rappresenta l'«unità
senza libertà»): l'ortodossia sarebbe invece la via dell'amore
e della comunione, cioè della libertà e dell'unità.
Altri autori come I. Kireevskij (1806\1856), e K.S. Aksakov (1817\1860),
difesero la posizione slavofila sia sotto il profilo religioso
sia sotto quello culturale e politico.
Ideali slavofili si possono del resto riconoscere, nella seconda
metà del XIX secolo, ancora in Dostoevskij e Solov'ë
v. Lo slavofilismo è rimasto attivo anche nel XX secolo
(si pensi alle posizioni di Solzenicyn), come problema irrisolto
dell'atteggia mento dell'intellettualità russa dinanzi
all'antico patrimonio culturale e religioso della propria nazione
da un lato, e dinanzi alla cultura occidentale dall'altro.
Attorno al 1840 filo-idealisti e socialisti utopisti confluiscono
nel gruppo occidentalista che si oppone al credo slavofilo e allo
stato ufficiale, esprimendo tendenze anticlericali liberali e
socialiste. Nel gruppo spicca Vissarion
G. Belinskij destinato a essere, dopo una complessa evoluzione
ideologica, il primo rappresentante del metodo sociologico applicato
all'arte. Con Belinskij ha inizio l'egemonia di una nuova classe
sociale, quella dei raznocincy, intellettuali non nobili.
S'avvia il processo di reciproco condizionamento tra creazione
artistica e l'attività critica dell'intellighenzia progressista.
L'opera di Sergej T. Aksakov rappresenta
nel realismo un momento di pura oggettività , aliena da
motivazioni ideologiche.
La 'scuola naturale'
All'inizio degli anni '40 si forma la 'scuola naturale'. Il termine
fu usato per la prima volta dal critico reazionario F.V. Bulgarin
, per attaccare la corrente capeggiata da Gogol' e sostenuta da
Belinskij , orientata verso una descrizione ironica, immaginosa,
ma il più possibile veritiera della società russa
contemporanea in tutti i suoi aspetti e personaggi. La corrente
rimase influente fino alla fine del XIX secolo.
Il gruppo di scrittori che si riconobbe nei criteri indicati da
Belinskij , si riunì intorno alla rivista «Annali patrii»
e alle antologie Fisiologia di Pietroburgo (1845) e
Antologia pietroburghese (1846). Dostoevskij pubblicò
il suo primo romanzo, "Povera gente", proprio sull' "Antologia
pietroburghese". Dal 1847 organo del gruppo divenne la rivista
«Sovremennik» (Il contemporaneo), dove comparvero "Memorie di
un cacciatore" di Turgenev , "Una storia comune" di Goncarov ,
"Di chi la colpa?" di Herzen .
Al di là delle tendenze e delle inclinazioni diverse, gli
scrittori del gruppo erano uniti dalla volontà di conoscere
a fondo i problemi sociali che li coinvolgevano, senza falsità
e abbellimenti. tra i generi letterari, dominò la prosa
in tutte le sue varianti, dal bozzetto al racconto al romanzo.
Pionieri della "scuola naturale" direttamente influenzati da Gogol',
sono una serie di autori minori: Vladimir
Dal' , Vladimir Sollogub (1813\1882), J. Butkov (1815\1856).
Ma fecero parte della 'scuola' anche, nella seconda parte del
secolo, Nekrasov, Turgenev , Ivan Ivanovic
Panaev ecc. Molto diffusi, negli anni '40, i romanzi a tesi
che trattano con schematica evidenza i più urgenti problemi
sociali; vanno ricordati A.V. Druzinin (1824\1864, autore di
Polinka Salks, 1847), e Aleksandr Herzen con "Di chi è
la colpa?".
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