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Rileggendo Martin Luther King... anch’io ho fatto un sogno.

Ho davanti a me un sogno: un giorno l’Iraq, uno stato dove regnano solo prepotenza, barbarie, violenza e morte, diventerà un’oasi di giustizia, di libertà, di rispetto.

di Laura Giannini - giovedì 7 ottobre 2004 - 9147 letture

... Amici miei, vi dico che se anche dovete affrontare le asperità di oggi e di domani, io ho sempre davanti un sogno. E’ un sogno profondo, radicato in ognuno: un giorno questo mondo si leverà in piedi e vivrà fino in fondo il senso delle sue convinzioni. Noi riteniamo ovvia questa verità: tutti gli uomini sono stati creati uguali. Io ho davanti a me un sogno: un giorno, sulle sponde dell’Eufrate, i figli di chi è stato ucciso e i figli di chi ha ucciso, i figli dei moderati e i figli dei terroristi, i figli degli ebrei e i figli dei kamikaze, siederanno assieme al tavolo della fratellanza. Ho davanti a me un sogno: un giorno e per sempre l’Iraq, uno stato deserto, soffocante, dove regnano solo prepotenza, barbarie, violenza e morte, diventerà un’oasi di giustizia, di libertà, di rispetto. Ho fatto un sogno: le persone un giorno, in ogni parte del mondo, non verrano più giudicate per il colore della pelle o per la religione che professano o per quella che non professano, ma per le cose belle che possono offire. Ho fatto un sogno: un giorno lo stato d’Israele e di Palestina, della Russia e della Cecenia, il Sudan, la Mongolia, il Kashmir, il Pakistan, l’Indocina..., dove le uniche parole dei potenti sono per la vendetta e per la morte, diventeranno luoghi dove gli ebrei e i musulmani, i sunniti e gli sciiti, i russi e i ceceni, e via via tutti gli altri tormentati che oggi soffrono il rischio e la precarietà, tenderanno le mani e cammineranno insieme come fratelli e sorelle. Ho fatto un sogno: ogni muro del pianto si trasformerà in muro di gioia. Ho fatto un sogno oggi: un giorno ogni valle, ogni collina, ogni montagna saranno esaltate, i luoghi vuoti riempiti e quelli tortuosi raddrizzati e tutti insieme godremo di questo spettacolo. Con questa speranza saremo in grado di abbattere la montagna della disperazione con la pietra dell’amore. Con questa speranza saremo in grado di trasformare i suoni discordi di questo universo folle in una splendida sinfonia di fratellanza. Con questa speranza saremo in grado di lavorare insieme, di pregare insieme, di combattere e di tendere la mano insieme, di alzare un coro per la libertà, sapendo che un giorno saremo finalmente liberi. Questo sarà il giorno in cui tutti i bambini, musulmani ed ebrei, sunniti e sciiti, buddisti ed ortodossi, cattolici e protestanti, canteranno nuovi significati. Risuoni quindi la libertà dai poderosi Urali, dalle alture della Cecenia, risuoni nell’assolata Palestina, sulle sponde dell’Eufrate. Ma non solo. Risuoni da ogni stato e da ogni città e dal Mediteraneo finalmente libero dalle carrette del mare. E quando permetteremo tutto ciò, quando daremo il via a questo processo, tutti gli uomini, neri e bianchi, sapranno cantare un antico spiritual: "Liberi finalmente; Finalmente liberi". Come ci insegnano le nostre italiane, Simona e Simona, che hanno rischiato la vita per un atto umanitario, per una scelta, per un sogno come questo. E che, ritornate in patria, hanno comunque ricordato i compagni iracheni che vivono nel dolore e nel degrado, promettendo loro di tornare per continuare a costruire la speranza. Speranza tuttora viva e vitale nonostante la ferocia della morte di Enzo Baldoni e di tutti coloro che pagano questa triste guerra col loro stesso sangue. Davanti a Simona e Simona, ho pensato: " Allora non è vero che i sogni non esistono, non è vero che la Storia deve sempre finire male: qualche volta è diverso. E questo dipende anche da noi, dalla nostra capacità di sognare"


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Rileggendo Martin Luther King... anch’io ho fatto un sogno.
20 maggio 2007

un giorno e per sempre quando il nostro signore gesu cristo con dio ritornerà alla fine di questo mondo a giudicare tutti non ci sarà piu il male ma solo il bene dunque esultiamo attendendo con grande pazienza la venuta e la vittoria del bene e il paradiso