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Odifreddi, le bugie e il mestiere dell’informazione

di Sergej - mercoledì 4 aprile 2018 - 4493 letture

Scrive il filosofo cartolfo:

"Ogni giudizio parte sempre dalla natura di chi lo emette. Perciò è valido solo per i valori di questo individuo, non per quelli di altri.

D’altra parte ogni società, come aggregazione di simili, matura una morale comune. Così nascono le leggi in base a quella morale che dovrebbe essere riconosciuta da tutti. Succede che in certe società è lecito uccidere la propria moglie, in altre che lo schiavismo è una cosa buona e utile all’economia, in altre ancora che la pena di morte è vista come una vendetta e ritenuta un giusto deterrente alla delinquenza, ecc.. Questi sono dei valori che indicano un comportamento derivato dal livello morale o etico di quel gruppo di uomini, ma che non significa affatto il sentimento dei singoli componenti di quella società. Se lo fosse davvero (come avviene in molti ambienti), sarebbe plagio, così come in effetti, esiste in tutte le educazioni famigliari e sociali.

Però ci sono valori interiori che, a volte, emergono prepotenti superando ogni condizionamento. Sono questi che segnano la crescita dell’individuo che esprime la verità della sua natura. Perciò sono sempre giusti ed è sempre necessario che vengano sperimentati nella ribellione ed espressi anche nell’indifferenza dei più."

Personalmente, ho letto il contributo di Piergiorgio Odifreddi sul suo blog, e poi quello che scrive Calabresi sul sito del giornale che dirige. Ne scrive anche Misantropo. Non credo che da parte mia acquisterò più questo giornale in edicola. Su Girodivite offriamo a Odifreddi lo spazio per esprimersi liberamente, spazio che evidentemente non ha trovato lì.



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