Sei all'interno di >> Flash |

Ma non siamo in democrazia?

I Carabinieri mi hanno restituito il certificato elettorale che avevo riconsegnato al Presidente della Repubblica. Una decisione che mi lascia parecchio perplesso.

di Emanuele G. - lunedì 6 agosto 2012 - 2539 letture

E’ il sabato sera di un mese fa. Vedo fermarsi un’auto dei Carabinieri. Bussano alla mia porta. Mi dicono che c’è un verbale da firmare. Domando per cosa. Loro mi riferiscono che qualcuno ha trovato per strada il mio certificato elettorale. Ma come se l’ho riconsegnato al Presidente della Repubblica? Devo firmare. Punto e basta. Firmo. I Carabinieri se ne vanno. Rimango parecchio perplesso. Anche confuso.

Questo è quanto mi è successo. Avete capito bene? I Carabinieri mi hanno ammollato il certificato elettorale che avevo riconsegnato a mezzo lettera raccomandata il mese di aprile di quest’anno al Presidente della Repubblica! Due considerazioni mi sono subito balzate in mente. Prima di tutto, sono stati addirittura mobilitati i Carabinieri per effettuare la consegna! In secondo luogo, quanto è costato allo Stato la procedura di riconsegna del certificato elettorale visto che siamo in piena “spending review”? Sono considerazioni che mi frullano da un mese circa e a cui non riesco a dare una risposta plausibile e convincente.

Ma ci sono altre cose che non mi convincono. Vediamo quali.

Una domanda a bruciapelo. Ma siamo in democrazia? Questo è il senso della mia reazione alla riconsegna del certificato elettorale. C’è qualche norma che impone a noi cittadini di votare per forza? Non credo. Il votare o meno è un perfetto atto di liberalità di ognuno di noi. Sapere che la rinuncia pubblica al voto comporta un atto di coercizione da parte dello Stato mi fa temere dell’effettiva democrazia del nostro paese.

L’azione del votare non “aumenta” la mia qualità di cittadino. E’ un accessorio che posso usare. Anche no. Io sono cittadino perché appartengo a una comunità, condivido con altri alcuni valori e rispetto le leggi. Tutto qui. Ma non c’è nessuna relazione fra l’essere cittadino e l’esprimere il voto. La possibilità di votare è una facoltà aggiuntiva. Attiene alla sensibilità di ciascuno di noi. Mica se non voto viene “diminuita” la mia qualità di cittadino. Siamo tutti cittadini uguali davanti alla legge anche se non andiamo a votare.

La normativa vigente recita che ho la libertà di fare e non fare purché la mia azione non comporti un atto di non rispetto nei confronti della medesima. Orbene il fatto che abbia dimostrato in maniera pubblica e ufficiale il mio desiderio di non votare è un atto di non rispetto nei confronti della legge e quindi dello Stato? Per nulla. All’atto della riconsegna non ho minacciato nessuno, non ho proferito parole che ledono la dignità di organismi costituzionali ed è ben lungi da me l’idea di sovvertire l’ordine sociale. Trovo la riconsegna un atto fin troppo eccessivo.

L’azione del votare è un atto che è allo stesso tempo un diritto e un dovere. Su questa definizione “nulla quaestio”. Non ho da eccepire alcunché. Tuttavia se il votare è anche un dovere perché allora non si costringono i partiti a fare il loro? Ma avete visto in che stato sono? E dovrei votarli semplicemente perché sono intoccabili e hanno maggiore importanza di me che sono un singolo cittadino? Che se lo sognino il mio voto. Finché i partiti avranno più potere rispetto alla legge e agli interessi della comunità nazionale essi rappresentano un pericolo per tutti noi. Che pericolo posso rappresentare per lo Stato se ufficializzo il fatto che non voglio andare a votare? La disparità di trattamento è inquietante.

A questo punto l’unico modo per disfarmi del certificato elettorale è distruggerlo. Lo brucerò? Lo ridurrò in mille pezzettini piccoli piccoli? Chi lo sa… Tuttavia, “rebus sic stantibus ” non contribuirò certo a consolidare il potere dei partiti politici in quanto continuano a fare ciò che vogliono e non sembrano voler cambiare il loro modo di agire. Presidente il mio atto di riconsegna del certificato elettorale è un atto politico. Altro che l’apolitica professata da vuoti sacelli quali sono i partiti politici ai giorni nostri. L’antipolitica? Un’invenzione giornalistica perché esiste o la politica o la non politica. E mi pare che attualmente siamo in piena non politica.


- Ci sono 0 contributi al forum. - Policy sui Forum -