La telefonata

Il ministro Patroni Griffi obbliga gli impiegati pubblici ad effettuare solo telefonate urbane. Le telefonate internazionali le potranno fare solo i dirigenti. Chi, invece, non ha problemi a telefonare è Nicola Mancino. Un consiglio: tenete sempre a portata di mano i numeri del Quirinale. Non si sa mai

di Adriano Todaro - martedì 26 giugno 2012 - 2062 letture

Le cose, molte volte, sembrano difficili ma poi, in realtà, sono facilissime. Prendete, ad esempio, la questione dello spending review, parola dalle molte suggestioni che i professoroni della Bocconi utilizzano a man bassa per tagliare qualche cosetta che ancora rimane. Economisti mondiali hanno cercato di spiegarci l’origine della crisi e le eventuali soluzioni. E le soluzioni quali sono? Tagliare, tagliare e ancora tagliare. Tagliare le pensioni, tagliare i servizi, tagliare i posti di lavoro, tagliare gli stipendi. Tagliare le spese inutili e superflue? Certo. Allora tagliamo parlamentari e i loro stipendi?

Come al solito non avete capito un cacchio. Con una mossa, nello stesso tempo semplice e ardita, il ministro dal doppio cognome sobrio, Patroni Griffi, ha tramandato ai posteri i risultati del suo profondo studio sulle cause della crisi. Ha studiato per nove mesi e alla fine ha partorito e ci ha fatto sapere che “bisogna sempre più tagliare le spese inutili, quelle superflue, quelle evitabili”. Forse si riferiva alle auto blu? Sbagliato! Alle inutili scorte? Errore! Niente di tutto questo. Nell’ottica dello spending review, dei tagli alla spesa pubblica, il buon ministro Filippo ha deciso che i dipendenti pubblici potranno effettuare telefonate solo urbane.

Poi ha precisato che le chiamate internazionali potranno essere compiute solo dai dirigenti. Ora a noi tutto ciò non sembra equo. Anche perché il Filippo ministro ha dimenticato le telefonate interurbane. In pratica, l’impiegato all’anagrafe può telefonare alla suocera, il segretario comunale all’amica in Svezia ma quale categoria della pubblica amministrazione può telefonare fuori distretto telefonico? Un quadro, ad esempio, può telefonare al suo amico che abita chessò a Milano mentre lui lavora nel municipio di Canicattì?

Un dubbio che toglie il sonno anche perché in questi giorni si parla molto di tagli e telefonate. Nello stesso giorno della pensata spending review di Filippo, si doveva discutere del taglio del numero dei senatori ma il vicepresidente dei senatori Pdl Gaetano Quagliarello (pensate che questo è il vice di Gasparri o meglio che Gasparri possiede anche un vice) ha letto velocemente La Palice e ha tuonato: “Fino a quando non sapremo com’è composto questo Senato, non possiamo calcolare i parlamentari”. Bel colpo! Tutto rimandato a data da destinarsi.

Uno che invece non ha problemi a telefonare, è l’ex ministro Mancino. Ha telefonato al vertice del Quirinale pur di non farsi mettere a confronto, davanti ai giudici, con l’altro ex, Claudio Martelli, per la questione della trattativa fra Stato e mafia. Il signor Nicola Mancino, democristiano di lungo corso, è ora un cittadino senza cariche, senza potere, insomma uno come il sottoscritto. Una cosa ha più di me: è indagato per falsa testimonianza. Quelli che cianciano che in Italia non c’è democrazia, dovrebbero seguire bene questa vicenda dove risalta che un cittadino qualsiasi per non farsi interrogare dai giudici palermitani, soprattutto dal barbuto Ingroia, telefona e si raccomanda al portavoce del presidente Napolitano e al suo consigliere giuridico. E Napolitano c’entra? Non lo sappiamo. Intanto ha chiesto, tanto per non farsi mancare nulla, una legge sulle intercettazioni e subito ha ricevuto il plauso di Pdl e, pur con qualche distinguo, del Pd.

Ciò che mi preme farvi notare è che per un cittadino qualsiasi è facilissimo telefonare a Pasquale Cascella o a Loris D’Ambrosio. A me, ad esempio, è capitato di prendere una multa per eccesso di velocità. Poca cosa: 70 euro. Andavo a 59 chilometri l’ora in un tratto di strada, extracomunale, dove il limite era di 50. Se avessi avuto il numero di telefono di Cascella o D’Ambrosio, avrei potuto chiedere d’intervenire sul comandante dei vigili urbani. Magari mi avrebbero consigliato di parlare con lui o mi avrebbero passato il Presidente che “ha preso a cuore la situazione” per poi far distruggere le conversazioni perché il Presidente detiene l’immunità.

E invece non avevo il numero giusto e mi è toccato pagare la multa. Ricordatevi sempre di tenere a portata di mano i numeri giusti del Quirinale. Non si sa mai cosa possa avvenire. Una telefonata, diceva una vecchia pubblicità, allunga la vita. Verissimo. Ma state attenti a non sbagliare numero. Se per caso sbagliate numero e vi risponde quel partigiano della Costituzione che si chiama Antonio Ingroia, sono cazzi vostri.


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