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LA MORTE SOSPESA: storia di sopravvivenza

Una storia di sopravvivenza, amicizia e coraggio in un docufilm dal forte impatto emotivo

di calogero - giovedì 17 marzo 2005 - 5370 letture

Fare una scelta, prendere una decisione inevitabilmente comporta dovere fare i conti con alternative e possibilità di inedite o “vecchie” strade da percorrere vuoi a beneficio del proprio benessere la maggior parte delle volte altre invece - e qui il dilemma è ancora più doloroso e lancinante - a discapito di altri.

L’autentica avventura dei due amici alpinisti Joe Simpson e Simon Yates - che nel 1985 lungo le pareti della Siula Grande, nelle Ande peruviane, dovettero fare i conti con scelte tragiche e situazioni drammatiche - è il perfetto esempio ed universale “parabola” di come spesse volte nella vita l’uomo sia chiamato a dover scegliere (?) del proprio destino.

Il docu-fiction “La morte sospesa” di Kevin MacDonald (premio Oscar nel 2000 con il suo documentario “One day in September”) racconta di questa incredibile vicenda umana: iniziata la scalata , Joe scivola e cade, restando nel vuoto, attaccato a Simon, solo dalla corda di sicurezza che cerca di non mollare.

E Simon prova a tirare su il compagno ma senza alcun risultato... il tempo passa e si ritroverà costretto a prendere una decisione dolorosa: tagliare la corda. Torna al campo base convinto della morte dell’amico precipitato nel vuoto ma non sarà così!

Un incredibile racconto umano di sfida, coraggio e volontà in un dramma-documentario che tra ricostruzioni di fiction e testimonianza dirette dei protagonisti ci avvince ed appassiona con la complessità e ricchezza di quello spettro multiforme e variegato che è la natura umana nel suo vorticoso divenire.


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