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L’ecologia

Facciamoci sentire! Manifesto per una nuova ecologia / Bruno Latour e Nikolaj Schultz ; traduzione Francesca Bononi. - Torino : Einaudi, 2023. - 96 p. ; br. - (Einaudi. Stile libero extra). - ISBN 978-88-06-25461-2

di Alessandra Calanchi - sabato 29 luglio 2023 - 714 letture

Voglio iniziare da una frase che mi ha colpita a p. 5: “Lungi da unire, la natura divide”. Se non si parte da questa semplice e amara constatazione non possiamo capire come mai in tutte le nazioni i governi fingono da anni che la preoccupazione ecologica, ambientale, climatica, sia parte di quelle fastidiose fake news che affliggono le società di ogni colore e partito. La natura dovrebbe unire, non dividere. Dovrebbe superare le barriere, non innalzarle. E soprattutto, dovrebbe imporsi come urgenza (non emergenza).

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Copertina di Facciamoci sentire

Invece, gli umani che potrebbero fare qualcosa di serio danzano sull’orlo dell’abisso, mentre chi non ha potere in quell’abisso c’è già entrato. E abbiamo tutti (almeno noi occidentali) la nostra piccola porzione di responsabilità. Non si tratta solo di separare la carta dalla plastica, ma di uscire dalla cultura dello spreco in cui siamo immersi; non si tratta solo di riempirci la bocca di progetti ecosostenibili, ma di reinventare la cultura, a partire dai programmi scolastici fino all’università e al mondo del lavoro.

Quando, nel 2009, nella mia Università fu deciso di non riattivare la Facoltà di Scienze Ambientali (e probabilmente non fu la sola), il processo del cambiamento climatico era già irreversibile, il bisogno estremo di interventi di messa in sicurezza del territorio era già palese, e gli incendi, le grandinate, i terremoti non erano fantascienza. Ma era più importante e vantaggioso formare altri tipi di professionisti, anche perché a dire il vero erano ben pochi i concorsi per chi si laureava in Scienze Ambientali, nonostante il curriculum comprendesse chimica e fisica dell’ambiente, geologia, biologia, matematica e statistica, chimica di laboratorio, chimica dell’atmosfera. Tutte materie che oggi risultano non importanti, ma essenziali, vitali.

Questo libro ci restituisce lo sguardo della filosofia sull’ecologia, vista come il superamento della lotta di classe e degli interessi nazionali. Gli autori parlano infatti di “classe ecologica”. Punto. Nel senso che solo una consapevolezza ecologica condivisa può diventare il perno di una nuova politica mondiale. Come leggiamo nel retro di copertina, “Non c’è altra strada, perché l’alternativa è la resa a uno status quo che scivola inesorabile verso l’autodistruzione”. Anche parole come collasso, rivoluzione, trasformazione, hanno perso significato, sono paralizzate nell’uso, e il linguaggio va riorientato nel senso di un’azione autentica che prescinda dal mito della produzione, della proprietà, degli investimenti. Il Moderno si sentiva a suo agio nella natura, noi no: il Covid ne è stato un esempio. “In un mondo galileiano, l’epidemia sarebbe una crisi in via di risoluzione; in quello in cui viviamo, il Covid continuerà a costringerci a mutare insieme a lui” (p. 39).

Infine, la guerra. L’ecologia non si occupa solo di prendersi genericamente cura della Terra, ma ha a che fare anche con il dominio di un territorio sull’altro, così come sappiamo che è inestricabilmente collegata ai diritti civili, alla vendita di armi, alle migrazioni. Un pensiero ecologico non è mai escapista, e giustamente gli autori citano papa Francesco, di cui vorrei personalmente ricordare le encicliche Laudato sii (2015) e Fratelli tutti (2020) che sono documenti politici preziosi.


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