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Mi pungii

Cusi e Scusi : Cuci e Scuci / Angela Bonanno. - Messina : Mesogea, 2024. - 112 p. - (La piccola ; 118). - ISBN 978-88-4693-030-9.

di Alessandra Calanchi - mercoledì 10 luglio 2024 - 342 letture

Premetto che non conosco il siciliano, se non tramite i romanzi di Camilleri, ma che mi affascina e mi abbraccia anche quando mi è oscuro il significato delle parole. C’è un canto, dietro questa lingua, che ti rapisce e ti porta in un altrove carico d’emozione. Vorrei ascoltare le pagine di questo piccolo gioiello dalla viva voce dell’autrice, a occhi chiusi. Invece ho dovuto leggerlo a occhi aperti, e per di più soffermandomi sulla versione in italiano, meno magica ma altrettanto intensa e poetica.

Bella fin dalla copertina, che evoca sia il filo delle Parche, sia il prezioso lavoro di cucito delle donne nelle famiglie tradizionali, questa raccolta di versi passa con naturalezza da un registro dickinsoniano – scrivo lettere d’addio / ma non ho dove andare (p. 7) – a uno stile minimalista / esistenzialista – ci sono canzoni che fanno / più male di una febbre (p. 13), passando per una poesia del corpo che ci restituisce lo spessore materiale delle emozioni – leccami le suole delle mani / lisciami la maniglia della speranza / fuori c’è un mare di luce che acceca / se potessi respirare senza spine (p. 34).

I gatti, la terra, il fango, la pioggia, il mare, le nuvole, sono le tessere di un mosaico che si mescolano a una nevicata di foglie al sole (p. 48), a una strada colore di strada (p. 69), agli alberi che, per parlare, si aggrappano al vento (p. 102). Sono poesie scritte in una lingua cattiva e disperata (p. 81) capace però di parlare d’amore e di tenerezza, d’intimità, e anche di farsi denuncia corale e politica. E qui l’originale va sussurrato, recitato ad alta voce, urlato, cantato. Perché è musica fatta di parole.

ahi
mi pungii
spimmula di focu ca non coci
cc’ sangu si nni va macari a vuci
arassiti quannu passu
l’ura mi dici
di latu
di lignu
muta
cc’u n puntu mi cusu a lingua
a parola paci

ahi / mi sono punta / spillo di fuoco che non cuoce / col sangue se ne va anche la voce spostati quando passo / l’ora mi dice / di lato / di legno / zitta / con un punto mi cucio la lingua / alla parola pace (p. 85).


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