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L’Etna Valley dopo lo sboom

Parliamo di Etna Valley - il "polo" delle aziende e associazioni che "fanno" Internet e New Economy nella Sicilia orientale - con Carmelo Cutuli, uno dei protagonisti del Web in Sicilia.

di Sergej - mercoledì 9 giugno 2004 - 5570 letture

Carmelo Cutuli è nato a Catania nel 1969, vive a Giarre. Dopo una breve ma intensa attività associazionistica si dà all’imprenditoria fondando nel 1995 il capostipite dei portali siciliani Etna On Line e nel 1996 la prima new media agency del meridione, la Global Communication. Durante il boom della New Economy, Cutuli è project manager dei CdRom allegati alla rivista Inter.Net e contemporaneamente afferma la Global Communication in tutta Italia anche grazie al software per l’e-commerce ShopMaster 2 che distribuisce in esclusiva nazionale per conto di ConvertNet Ltd. Nel 2000 ristruttura la Global che diventa un internet incubator che lavora per gli allora nascenti progetti internet di aziende come Brianza On Line, LTS spa e Onecom spa etc. non disdegnando di lavorare anche a progetti propri tra cui l’Etna Valley Open Community Project e BizBureau. Nel 2003 viene chiamato alla direzione del Dipartimento di Comunicazione Interattiva e Nuove Tecnologie dell’Informazione dell’ISSRF portando con sè il progetto di comunità aperta dell’Etna Valley e fonda l’Associazione Solacria ritornando al vecchio amore... l’associazionismo. Cutuli è responsabile regionale Sicilia di Giornalisti Specializzati Associati (GSA).

Come vede l’attuale situazione del web in Sicilia (e nel meridione)?

Vedo purtroppo tanti progetti isolati che difficilmente si muovono in una direzione unitaria. La necessità di un coordinamento tra gli sforzi individuali è oggi sicuramente avvertita come urgenza primaria al fine di rendere più omogeneo il mercato e poter far fronte comune alle difficoltà ... il problema è che più a Sud si va e più aumenta la propensione all’individualismo. Basti pensare che esistono almeno tre grossi progetti relativi all’Etna Valley, il nostro Etna Valley Open Community Project, l’Etna Soft Valley del Sindaco Scapagnini e Hi-Ct dell’Università di Catania ed ancora non si è trovato un accordo comune ... un tavolo di concertazione. Anche nel web siciliano vedo molta polverizzazione, così facendo non si riesce a costituire quella massa critica che serve per avere un impatto incisivo all’interno del panorama nazionale.

Dopo lo sboom di un paio di anni fa, che prospettive ci sono?

La prospettiva di costruire un buon business con il web c’è sempre stata e ci sarà sempre. Lo sboom ha penalizzato le DotCom ipertrofiche e con contenuti banali che non dotate di un business model valido vedevano come unica fonte di redditività i giochi finanziari derivanti dalla quotazione in borsa. Oggi, ma lo sostengo da tempi non sospetti, è possibile utilizzare il web in maniera molto redditiva, ma bisogna puntare ad un break even il più immediato possibile, massimizzare il ROI contenendo le spese e soprattutto puntare ad idee semplici, che funzionano e che soprattutto non stravolgano le abitudini del consumatore.

Il progetto Etna Valley: cosa è, quali iniziative sta sviluppando?

Il mio progetto di Comunità aperta dell’Etna Valley nasce per dare continuità all’idea iniziale di Bianco e Pistorio a cui si deve sicuramente la paternità di questo termine. L’idea è quella di consorziare le attività IT del Polo Tecnologico del catanese con particolare attenzione alle microaziende fortemente innovative e competitive. Per agevolare quest’obiettivo abbiamo condotto in seno all’Istituto Siciliano Studi Ricerche e Formazione una campagna di informazione sull’Etna Valley basata su alcuni studi che abbiamo distribuito attraverso importanti media nazionali (il Dossier, il Who’s Who etc.), abbiamo portato il progetto alle maggiori fiere del settore IT (Webb.it, I-Tem ma anche SMAU Sicilia) e condotto una campagna stampa internazionale che ha raggiunto testate autorevoli come la Spagnola ’LA VANGUARDIA’ e Radio BBC contribuendo a creare una giusta cultura dell’Etna Valley.

Cosa è l’associazione Solacria?

L’Associazione Solacria, Sol(etrin)acria, si pone come riferimento per l’utenza nazionale di internet al fine di lanciare progetti ed attività che mirino allo sviluppo di questo settore. In circa un anno di attività Solacria ha un palmares davvero invidiabile ed è addirittura approdata alla Camera dei Deputati dove ha partecipato all’audizione della VII commissione sul Decreto Urbani e ad un tavolo di lavoro sul Digitale Terrestre a Palazzo Marini organizzato dall’On. Carla Mazzuca Poggiolini.

Quella siciliana, in Internet, può essere una impreditoria autonoma, o avrà bisogno (ancora, fino a quando?) della regia e dei finanziamenti delle istituzioni (Province, Regione ecc.)?

Se si vuole è ancora possibile fare imprenditoria autonoma e comunque gli aiuti comunitari vanno sfruttati. L’importante è indirizzare bene questi fondi, non aggiungo altro.

Cosa vede muoversi, in Internet, in Sicilia? Quali iniziative (imprenditoriali o culturali) vede muoversi attualmente, o ritiene più interessanti?

La nostra terra, si sa, è fertilissima di iniziative e di energie ed ogni giorno riceviamo comunicati che annunciano spledide idee. A fronte di queste, purtroppo, riceviamo sempre più sos da parte di aziende che hanno un po’ perso la strada e che iniziano a vedere nel nostro progetto di Etna Valley una via sempre più praticabile per uscire dal ’tunnel’ dell’isolamento e della diffidenza.

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