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Il cattivo gusto dei processi televisivi

Ci risiamo. Ancora una volta si assiste al triste fenomeno dei processi celebrati di fronte al piccolo schermo televisivo con la partecipazioni di esperti di settore, psicologi e gente comune. Il linguaggio è quello del linciaggio morale. Nessuna garanzia costituzionale ma soprattutto nessun rispetto del diritto di difesa...

di baggiano - mercoledì 9 marzo 2005 - 4806 letture

Alla faccia delle norme costituzionali poste a salvaguardia del cittadino comune incappato nelle maglie della Giustizia.

La regola secondo cui il cittadino può sempre dimostrare la propria estraneità ai fatti è muta rispetto alle condanne inflitte in televisione per le quali non c’è né scampo né salvezza.

Dalla vicenda Cogne all’aggressione consumata in danno del Presidente del Consiglio passando per la sentenza sul terrorismo fino a giungere al processo x. In troppe occasioni, e per motivi differenti, si è gridato allo scandalo per il contegno tenuto dai Giudici e per le decisioni da questi intraprese senza tenere nel debito conto che costoro sono tenuti all’osservanza della legge: quella sostanziale e quella processuale. Ce n’è per tutti i gusti.

I Giudici sono quasi giornalmente aggrediti da una classe politica che ha travalicato i cosiddetti tre gradi di giudizio( primo, secondo e cassazione) per introdurre un differente processo: quello mostrato in televisione. Con le critiche proposte da questa classe politica essi dimostrano solo di non conoscere le norme processuali posti a garanzia del cittadino.

Possiamo solo attendere le " grandi opere" legislative realizzate da costoro. Salva Previti Docet.


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