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Il Castello del Gattopardo ucciso da un restauro

Laddove non arriva il tempo, a volte basta la mano dell’uomo. Ha più danneggiato il castello del "Gattopardo" di Tomasi di Lampedusa il restauro operato recentemente che l’usura dei secoli.

di Lorenzo Misuraca - mercoledì 21 aprile 2004 - 8893 letture

Laddove non arriva il tempo, a volte basta la mano dell’uomo. Ha più danneggiato il castello del "Gattopardo" di Tomasi di Lampedusa il restauro operato recentemente che l’usura dei secoli. Italia Nostra, associazione che da decenni si occupa della tutela del patrimonio artistico e del paesaggio, ha denunciato all’opinione pubblica lo scempio subito dal castello medievale di Montechiaro (vicino Agrigento) durante l’ultimo restauro del 2002/2003, e elenca gli esempi della noncuranza con cui caratteristiche essenziali della secolare fortezza sono state modificate o eliminate: Il portale ogivale d’accesso è stato squadrato; la losanga sovrastante il portale con lo stemma, rimossa; alcune finestre a sesto acuto squadrate; in altre finestre le cornici in pietra sostituite da mattoni; la muratura medievale coperta da intonaco moderno a disegni di libera interpretazione; alcuni merli ridotti o rimossi.

Senza contare l’intonaco bianco con cui sono stati ricoperte diverse pareti di pietra, quasi come si trattasse di un edificio moderno. Si stenta a credere come un restauro (che dovrebbe ripulire e rafforzare una struttura senza snaturarla) possa aver ignorato l’importanza dello stile architettonico di così tanti elementi dell’edificio, oltre a disattendere i principi ed i criteri fondamentali fissati dalle istituzioni in materia di conservazione dei beni culturali, come la "Carta di Venezia" e la "Carta di Cracovia 2000".

Tanto più che lo stesso Ministero per i Beni e le Attività Culturali , allertato dalla documentazione fotografica che testimoniava il deturpamento del castello, nel novembre corso aveva invitato la Soprintendenza agrigentina a verificare le condizioni dei lavori di restauro. Verifica che il Soprintendente non ha mai fatto. Il complesso architettonico era già stato sottoposto nel 1913 ad un generale intervento di restauro che non ne aveva snaturato l’identità stilistisca.

Il castello, a pochi chilometri dal comune di Palma di Montechiaro, ha un rilevante valore storico. Fondato da Federico III Chiaramonte nel 1335, il più potente signore feudale della Sicilia del tempo, il castello passò nei secoli da una casata nobiliare all’altra (seguendo passaggi strettamente intrecciati con la storia delle dominazioni dell’isola), fino a diventare possedimento di Ferdinando Tomasi principe di Lampedusa nel 1614. Proprio il Castello di Montechiaro divenne scenario di varie vicende legate alla famiglia di Tomasi di Lampedusa, ricordate secoli dopo in uno dei romanzi più importanti della letteratura del Novecento, "Il Gattopardo".

In una foto degli anni ’50, Giuseppe Tomasi di Lampedusa posava orgoglioso davanti al portale ogivale del castello, cancellato dal restauro. Luogo carico di memoria storica e letteraria, possibile metà di un turismo culturale che in Sicilia trova sempre più spazio, Il castello di Montechiaro è stato ormai ridotto a una fortezza senza né anima né storia.

Adesso le autorità coinvolte in quello che può essere definito il "restauro" del castello del Gattopardo soltanto con uno sforzo di fantasia enorme dovranno rendere conto ai cittadini di Palma di Montechiaro, e insieme a loro a tutti gli estimatori del patrimonio artistico italiano, di tale deturpamento. Innanzi tutto, il Comune cui appartiene il territorio in cui fu costruito il castello, ma anche la Provincia di Agrigento e la Regione siciliana, che hanno consentito le operazioni di restauro nonostante la richiesta del Ministero per i Beni e le Attività Culturali di fare un sopralluogo durante i lavori per verificare le preoccupate segnalazioni inviate da alcuni cittadini. È però importante che della denuncia dell’ignoranza con cui si è proceduto al recupero del castello si appropri anche l’opinione pubblica, cui tocca vigilare sul territorio.


- Ci sono 3 contributi al forum. - Policy sui Forum -
> Il Castello del Gattopardo ucciso da un restauro
25 maggio 2004

le immagini. Prima,e dopo il ’restauro’.Fa capire.
> Il Castello del Gattopardo ucciso da un restauro
7 settembre 2004, di : Cerere

E’ la storia di tutti i Restauri fatti nell’Isola di Sicilia. C’è da scandalizzarsi e correre ai ripari. Con il personale delle Soprintendenze scelto senza un curriculum adeguato: cosa vogliamo ottenere? Questo è il risultato. Con funzionari e tecnici che negli anni 80 e 90 sono stati reclutati dalle segreterie dei partiti isolani. Solo perchè fratelli o amici stretti di politici influenti in quel determinato periodo storico. Nessuno di questi ha fatto un "Concorso" e non avevano neanchè studi specifici di restauro nei loro "curricula". La prova eclatante è che a Siracusa, per la stessa ragione politica: è diventata Soprintendente una che fà parte integrante di questa chiamata di architetti senza competenze. Se per i restauri che si stanno facendo in Sicilia non si corre immediatamente ai ripari si correrà il rischio di vedersi cancellati migliaia di anni di storia.....
> Il Castello del Gattopardo ucciso da un restauro
29 settembre 2005, di : luigi carli

oggi è un giorno importante per il Castello di Montechiaro. Il TAR di Palermo, con sentenza n. 1646 del 28 settembre 2005, ha condannato il Comune all’immediata restituzione del castello all’originario proprietario privato, al quale era stato espropriato nel 2000 per effettuare i restauri e destinarlo alla pubblica fruizione. L’esito del restauro è sotto gli occhi di tutti; anche l’impegno di destinarlo alla pubblica fruizione è stato platealmente disatteso: dall’ultimazione del restauro il castello è stato totalmente abbandonato e il comune dichiara di non essere in grado neppure di provvedere alla ordinaria manutenzione. Adesso può sperarsi che il legittimo proprietario del castello rimedi agli scempi del Comune.