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Finchè c’è atletica c’è speranza

A chiusura di una lunga stagione di agonismo, il 2 e 3 Ottobre si sono disputati a Rieti i Campionati italiani allievi di Atletica Leggera.

di Dario Lo Scalzo - lunedì 1 novembre 2010 - 3367 letture

Montagne baciate da un sole ancora estivo, boschi di faggio e pinete odoranti di natura, ulivi maestosi a dare respiro alle vallate sotto il Terminillo. Villaggi e monasteri sospesi nel silenzio che sorvegliano dall’alto il muoversi dell’umanità rumorosa sottostante. Luoghi decantati da Virgilio e da Marco Terenzio Varrone. Ma il weekend scorso sul palco della storia sono andati in scena un prato verde circondato da una pista in tartan e degli spalti colorati e vivaci riempiti dalla sana gioventù.

Non commenteremo i risultati dei campionati italiani allievi, seppur interessanti e per alcune specialità anche di rilievo. Lasceremo questo compito agli addetti ai lavori. Oggi preferiamo celebrare l’Atletica Leggera. Si, perché sono rimaste davvero poche le occasioni per farlo senza incorrere in ipocrisie e menzogne. Non perdiamo dunque l’occasione per approfittarne e per esaltare una disciplina che, nella categoria allievi, fascia di età 15-16 anni, rimane pulita, pura e genuina.

Nelle menti di tutti, i presidenti di società, i tecnici e gli atleti sono ancora lontane le idee di scorciatoie illegali da perseguire in nome del successo, dell’introito e della disonestà. Approfittiamo dunque e lodiamo una disciplina che rappresenta una vera e propria palestra di vita per chi la pratica.

I visi dei giovani atleti nella fase di riscaldamento sono puri e trasparenti. Volti sinceri ed espressivi di chi avverte ansia e preoccupazione per l’avvicinarsi della competizione. Durante la gara, ad ogni falcata o ad ogni lancio rivedono scorrere nelle menti le fotografie di mesi e mesi di allenamento, di sforzi, di sacrifici. Sentiranno salire l’adrenalina, ora quella buona, quella che ti carica e che ti esalta, ora quella cattiva, quella che ti blocca le gambe e che le fa tramare.

Non c’è passato nella vera atletica. E se la settimana precedente hai gustato il sapore del primo posto, tutto si azzera oggi. C’è da ricominciare, c’è da dimostrare chi sei e quanto vali con le tue forze, senza aiuti. C’è da correre nuovamente e nulla ti viene regalato. L’atletica è la crescita dell’individuo. E’ il lottare dapprima per e contro se stessi per poi pretendere di competere con gli altri. E’ la storia della vita, quella fuori dalla pista. L’atletica insegna a lottare con per le proprie passioni. L’atletica pura, come ancora nel caso delle categorie allievi, è maestra di vita; educa il giovane al senso della correttezza, del giusto e dell’onestà e rende consci e consapevoli che non si raggiungono obiettivi nè sogni se non attraverso l’impegno, la costanza, la passione.

Nulla è per caso e basta osservare questi giovani atleti. Per l’appunto sono atleti, gente che volontariamente decide di sputare sudore per tre o quattro volte alla settimana, e poco importano le condizioni meteo. Questi giovani vivono l’atletica, sanno convivere e condividere e non fanno distinzione alcuna davanti al colore di pelle diversa. Abbracciano il loro avversario e gli stringono la mano sempre, che sia bianco o nero, che li abbia battuti o che sia l’ultimo arrivato. Questi giovani sono italiani, si, come tutti noi, ed oggi sono la speranza.

Centinaia di giovani provenienti da ogni parte del territorio italiano, adolescenti che conoscono il rispetto, che sanno essere solidali e che sanno sorridere al di sopra di ogni pregiudizio e di ogni giudizio.

Nello stadio di Rieti non ci solo solamente gambe che corrono dietro ad una prestazione, ma c’è anche la raffigurazione di una realtà luminosa dell’Italia moderna, quello che a noi piace e sulla quale speriamo di contare per costruire un paese migliore. E’ sufficiente dare un’occhiata ed osservare la capacità d’interazione e d’integrazione di questi giovani, tutti quanti accomunati dallo sport, dal sano agonismo, dalla gioia della condivisione e della correttezza.

I ruoli si ribaltano ed oggi quegli adolescenti diventano i maestri di vita degli adulti ai quali donano un insegnamento. E’ un insegnamento perentorio per i rincoglioniti settantenni che stanno alla guida del paese, modelli improponibili che ad arte gettano i semi della discriminazione, dell’intolleranza, del razzismo, della disonestà, delle scorciatoie e degli inganni. Principi contrari a quelli dell’atletica genuina e contrari a quelli a cui si ispirano tuttora questi ragazzini.

E’ un insegnamento tuonante per chi vuole creare nelle scuole gli “studenti soldato” con lo scopo di fare crescere quegli stessi adolescenti, ancora non incarogniti alla vita, come dei guerrafondai servili e facilmente manipolabili.

Invece, questi adolescenti, anche grazie all’entusiasmo e la passione dei presidenti e dei tecnici delle società sportive, rappresentano le nuove generazioni del paese e sono piuttosto delle risorse in cui credere e non sono certo da armare per limitarne la creatività.

La loro coscienza morale, la loro inclinazione al sacrificio, la loro voglia di farcela, il loro impegno e la loro capacità di lottare onestamente per una passione ed un sogno vanno salvaguardati, protetti e coltivati perché tale spirito possa fiorire e profumare il futuro del nostra società.

In questo scenario speranzoso per l’avvenire, corre l’obbligo di annotare tristemente la quasi assenza di società sportive del sud del paese. Storiche carenze di infrastrutture? Indisponibilità finanziarie che non consentono la gestione di una società sportiva? Fuga di cervelli che spopola di giovani il meridione d’Italia? Noncuranza in seno alla scuola dell’atletica leggera? Disinteresse dei giovani verso uno sport povero e che richiede sacrifici? Ragazzi distolti e “ammaliati” dalla società dell’immagine commercializzata nell’epoca dal berlusconismo? Chissà, probabilmente una o l’insieme di queste ipotesi potrebbero essere valide, resta un senso di amarezza.

Si chiude così la densa due giorni di gare in pista e di concorsi in pedana. I giovani riprendono la via del ritorno con il sorriso e con la soddisfazione della partecipazione. Da domani ci saranno nuove sfide, altri allenamenti alla vita, altri limiti umani e sportivi da valicare.

Se per un verso, tecnicamente parlando e per i risultati espressi, questa generazione rappresenta la speranza del risveglio dell’atletica italiana in campo internazionale, per un altro verso, quello a nostro avviso più cruciale, questi giovani esprimono le forze sane e vive sulle quali investire e che possono “guarire” la nostra nazione.

Chi volesse consultare i risultati dei Campionati Italiani Allieve/i può consultare il seguente link:

http://www.fidal.it/showquestion.php?fldAuto=12554&faq=65


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