Depressione endogena

Come guarire da questa terribile malattia. Un’indicazione, un esempio

di Adriano Todaro - martedì 1 maggio 2018 - 6091 letture

Voi non potete sapere come pesano le lauree. I laureati si riconoscono subito dal passo, da come camminano. In genere guardano per terra, un po’ ingobbiti e prediligono camminare rasenti i muri. Questi sono quelli che hanno una laurea. Pensate un po’ quelli che di lauree ne hanno ben due come sono conciati, come soffrono, come sono permeabili alle infezioni, alle malattie.

Io ne conosco una che ha due lauree e diversi nomi e cognomi. Anzi, la regola è: una laurea, un nome e un cognome. Due lauree: diversi nomi e, quantomeno, due cognomi. In questo caso, Vittoria Francesca Maria Bogo Deledda. Inoltre uno di questi cognomi è Deledda e subito la mente ricorre a “Canne al vento” del premio Nobel Grazia Deledda. La scrittrice era sarda e anche Vittoria Francesca Maria Bogo Deledda è sarda. Le analogie si fermano qua perché la meno nota Deledda, la Vittoria Francesca Maria, è Responsabile area servizi comunali cultura, turismo, socio-assistenziale del Comune di Budoni, in provincia di Sassari, comune di poco più di 5 mila abitanti.

Nel suo sito ufficiale così scrive Vittoria Francesca Maria Bogo Deledda: “Essere se stessi è la cosa più facile al mondo. Non capisco come tanta gente sia impegnata a disperdere energie per diventare fasulla”. Lei di energie non ne ha più tanto è vero che si è messa in malattia dal Comune di Budoni. I poco più dei 5 mila abitanti sono caduti nella disperazione più nera. Sì perché quando vanno allo sportello della Deledda sarda, trovano un cartello con scritto: "Chiuso per malattia”. Tornano il giorno dopo, la settimana seguente, il mese consecutivo. Niente. Il cartello è sempre lì, in bella mostra.

Una volta non c’è Francesca, una volta manca Maria, un’altra Vittoria. E poi non c’è neppure la signora Bogo e neppure la signora Deledda. Al che i budonesi cominciano a preoccuparsi perché la donna dalla doppia laurea ormai manca da 243 giorni.

Avendo più nomi e cognomi, il comune la utilizzava, o meglio la sfruttava, a tutto spiano: Francesca doveva sovraintendere e organizzare la Cultura, Vittoria il Turismo, Maria il settore Socio assistenziale che, tenendo conto che è molto vasto, oltre a Maria hanno aggiunto Bogo e Deledda. A forza di tirare, però, come risaputo, la corda si rompe. E così la nostra responsabile per ben otto mesi resta a casa a curarsi, giustamente.

Queste sono malattie subdole. In realtà io non so, di preciso, che grave malattia abbia Vittoria e neppure Francesca certo che per stare a casa otto mesi deve essere ben grave. Depressione? Boh. E poi si fa presto a dire depressione. Che tipo di depressione? Mica sono tutte eguali. C’è la depressione clinica, la depressione maggiore, la depressione ricorrente, la depressione unipolare, il disturbo unipolare o la depressione endogena. Noi propendiamo per quest’ultima, la depressione endogena. Comunque è malattia invalidante, causa di episodi di umore depresso accompagnati principalmente da una bassa autostima e perdita di interesse o piacere nelle normali attività.

Aveva voglia il medico di consigliargli di reagire, di uscire di casa, di interessarsi di qualcosa. Lei niente. La Vittoria litigava con la Maria e questa con Francesca. C’era anche questo sdoppiamento della personalità che incideva negativamente sulla salute. E così, a un certo punto, lo strizzacervelli di Sassari consiglia alla Deledda sarda una terapia d’urto: impegnarsi in qualcosa che la possa fare uscire dall’apatia. Pensa e ripensa, improvvisamente la Deledda, dopo essersi consultata con Bogo, con Francesca, Maria e Vittoria, ha un’ideaccia mica stupida. Scenderà in campo. No, cosa avete capito, non per giocare ma per fare politica. Con chi. Ci vuole qualcosa di nuovo e quelli più nuovi sono i 5Stelle. Ed eccola in pieno agone politico.

Si dà molto da fare e a poco a poco gli sembra di stare meglio, di essere meno depressa. L’autostima sale, sale, sale al punto che è eletta senatrice. Vittoria Francesca Maria Bogo Deledda da quando è stata eletta sta molto meglio. Prima non usciva neppure a Bodoli, ora va a Roma. Un bel cambiamento. E, a quanto sembra, anche in Senato cercavano una/uno che potesse entrare nella Commissione lavoro. E chi meglio della Deledda budonesa può rappresentare il lavoro?

Essere se stessi è la cosa più facile al mondo. Non capisco come tanta gente sia impegnata a disperdere energie per diventare fasulla”. Ecco, appunto, non disperda energie. Non vorremmo che stesse a casa anche dal Senato 243 giorni. E diventasse fasulla.

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Elisabetta dixit 5 – “Berlusconi paga le ragazze giovani? E’ generoso con tutti, anche con le persone bisognose che incontra per strada. In una manifestazione di piazza, c’era una donna, che non aveva i denti. Le ha dato dei soldi per comprarsi la dentiera”. (Maria Elisabetta Alberti Casellati, eletta presidente del Senato, seconda carica dello Stato).


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