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Cutro

Corteo silenzioso e all’insegna delle vittime del naufragio di Steccato di Cutro, ad oggi 76 accertate

di Piero Buscemi - domenica 12 marzo 2023 - 1644 letture

Sembra di vivere un sogno, scusate un incubo, quello che negli ultimi decenni viviamo con costanza quotidiana nel Mediterraneo. Ci viene in mente la strage del Natale del 1996 a Portopalo di Capo Passero nell’estremo sud del siracusano, in Sicilia. Forse la madre di tutte le stragi di migranti, alla quale ne sono seguite tante altre. Troppe.

Un incubo che assomiglia troppo a una crudele realtà, con la quale abituarsi a convivere, come in altri drammi italiani, è diventato inaccettabile. Chi ha avuto occasione di tenere in braccio quegli esseri umani, bambini, donne, su tutti. Chi ha avuto modo di ascoltare l’ultimo respiro o raccogliere quei corpi inermi. Chi ha visto i segni della violenza su quei corpi, chi ha visto lo sguardo disperato. Chi ha lasciato da parte l’ipocrisia e ha avuto il coraggio di guardare la cruda realtà dei nostri tempi, non può accettare che anche queste vittime diventino altri effetti collaterali di fame, povertà, violenze, morte. In un’unica parola: guerra.

Le migliaia di manifestanti che si sono ritrovati ieri a Cutro, hanno provato a diffondere questo pensiero, che ha il sapore dell’umanità e dell’altruismo. della solidarietà e dell’attaccamento alla vita umana. Unici sentimenti da contrapporre all’ipocrisia politica che, indifferentemente, ha gestito la questione migranti come un mero argomento di propaganda politica. C’è una stanchezza diffusa, almeno quella assorbita tra i partecipanti della manifestazione, di inutili parole e di passerelle nauseanti.

Potremmo sprecare anche noi il tempo su disquisizioni e ricostruzioni storiche che hanno portato a vivere questa assurda situazione. Accordi politici, finanziamenti alla guardia costiera libica, moderni campi di concentramento, armamenti a sostegno di un’ipotetica democrazia o "pace" internazionale.

Potremmo. Ci limitiamo a evidenziare, ancora una volta, che dietro tutte queste parole al vento, dietro queste prudenti prese di posizione dei nostri politici, dietro all’indifferenza, sempre molto diffusa nell’animo umano, ci sono queste vittime del terzo millennio che, inconsapevolmente, ci hanno riportato in un oscurantismo medioevale, nel quale la sorte, le opportunità, il futuro, è solo una questione di casualità del luogo dove si è nati.

Perché tutto questo, come una nota canzone di Fiorella Mannoia recita, non è un film. "Non è un film quello che scorre in torno Che vediamo ogni ogni giorno che giriamo distogliendo lo sguardo. Non è un film e non sono comparse le persone disperse Sospese e diverse tra noi e lo sfondo..."


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