Cuor Contento Speranza ha

Il capogruppo Pd, Roberto Speranza, è un giovane rivoluzionario. Il sindacalista Giovanni Contento, invece, è sempre contento. Anche quando licenziano

di Adriano Todaro - mercoledì 17 luglio 2013 - 2076 letture

Due buone notizie. La prima: il Nipotino Pallido non andrà in ferie. Resterà a Roma, in maniche di camicia come un buon liberal americano, a lavorare per noi. Questo mi preoccupa molto perché quando sento dire che qualche politico si sacrifica per noi, la vedo brutta. La seconda: il fedelissimo Emilio Fede, 82 anni, non ha più fede nell’Unto del Signore dopo che è stato, diciamo così, licenziato. E’ depresso e dichiara a uno dei giornali del suo ex principale, Chi, che “ci sono stati momenti in cui ho pensato di farla finita”. Dal che si deduce che c’è sempre speranza che intervenga la Provvidenza a sistemare le cose terrene.

E a proposito di speranza, mi corre l’obbligo di segnalarvi un giovane dal grande avvenire e di speranza continua. Si tratta di Roberto Speranza, 34 anni, capogruppo Pd alla Camera che come tutti i giovani non ha riguardi per il potere, lo tratta ruvidamente e fa discorsi rivoluzionari. Pier Luigi, quando il capogruppo interviene alla Camera, lo guarda affascinato e pensa di aver visto giusto quando lo ha designato a capo dei parlamentari del Pd. Roberto è un mix fra Che Guevara e un black bloc, anche se in una versione moderna, depurata dal giustizialismo tipico dei no global. Lui, invece, è riuscito a coniugare le esigenze di giustizia dei lavoratori con il rispetto che si deve a chi opera per salvare il nostro Paese dal comunismo, dalle idee totalitarie ed anche dei propri guai giudiziari. Cosette leggere come non pagare le tasse, frodi fiscali per molti milioni di euro e accompagnarsi ad una prostituta minorenne.

Dobbiamo dire che Roberto, il quale proviene da quella che una volta era la Lucania, si presenta bene: cravatta, capello né lungo né corto, barba lunga di tre giorni che fa tanto figo e macho. Ma, soprattutto, è quello che dice che lo colloca nel Pantheon dei grandi pensatori del XXI secolo. Dichiara al Foglio: “Un nostro limite è stato aver seguito per troppo tempo un carrozzone giustizialista che, complice un anti berlusconismo sfrenato che ha fatto il gioco dello stesso Berlusconi, spesso ci ha costretto a curvare la nostra identità sul nostro essere contro qualcuno”.

Anti berlusconismo sfrenato? Forse eravamo distratti e non c’eravamo accorti. Leggi e leggine per l’Omino ad Personam, le Tv regalate, il conflitto d’interesse e tanto altro proprio perché erano sfrenati antiberlusconiani. Se non erano così sfrenati cosa gli facevano? Gli pulivano il culetto flaccido? Sono stati costretti a “curvare la nostra identità”. Ma come parla questo? Lasciamo stare e vediamo le cose più serie. L’Omino Speranzoso è eleggibile? Qua Roberto fa triplo salto mortale e dichiara alla Stampa: “Le norme vanno rispettate”. Bene! Leggendo queste parole uno pensa subito che esistendo una norma proprio sulla non eleggibilità di coloro che hanno concessioni statali, Roberto voterà, e farà votare, a favore dell’estromissione dal Parlamento di Berlusconi. Speranza mal posta. E, infatti, continua e chiarisce meglio il suo nobile e rivoluzionario pensiero: “Se fin qui Berlusconi è stato dichiarato eleggibile, non vedo come possa essere cambiato rispetto alla norma esistente”. Più antiberlusconico di così!

Poi avviene il golpe di mercoledì 10 luglio. Un piccolo golpe, un golpetto. Siccome l’Omino Ricattatore è trattato come tutti i malviventi italiani e deve essere giudicato dalla Cassazione per non far finire in prescrizione il suo reato, ecco allora che il Pdl vuole bloccare il Parlamento per tre giorni. Cose mai viste. Per fortuna che ci sono i democratici e che li comanda la Speranza nostra. Dopo una strenua resistenza, il Parlamento è stato bloccato solo per un giorno solo. Vittoria! Grande vittoria! Lo dicono diversi esponenti del Pd senza ridere. E soprattutto senza vergogna.

Lo Speranza, in occasioni simili, non può certo tacere, deve far sentire allo zoccolo duro del partito che fu, la linea tracciata delle braghe intese. Ed ecco, allora, incurante delle risate, trattenendo anche lui con fatica una bella risata che esclama: “Non c’è stata nessuna moratoria. Abbiamo solo votato per consentire al Pdl di tenere l’assemblea del gruppo nel pomeriggio. Abbiamo invece respinto una richiesta ingiustificata di sospendere tutti i lavori per tre giorni”.

Il nostro Paese, però, non di sola Speranza vive ma anche di cuor Contento. Si sa che essere contenti fa buon sangue e fa bene alla salute e Giovanni Contento, sindacalista Uil, non solo è contento ma anche ottimista perché riesce a vedere sempre il lato buono delle situazioni. All’Agusta, nel 1992, si firma un accordo che vede 1.680 lavori in esuberi. Giudizio di cuor Contento: “Accordo soddisfacente”. Quest’anno, alla Selex di esuberi ce n’è 1.610. Cuor Contento: “Giudizio positivo”. Lui parla sempre bene dei dirigenti dei grandi enti sino a che comandano. Poi, una volta caduti o passati ad altri incarichi, cuor Contento s’innamora dei nuovi e ne tesse le lodi. Quando a dirigere Finmeccanica c’era Alessandro Pansa, questi aveva “la propensione a dare rilievo alla prospettiva industriale”. Ora che è arrivato l’ex capo della polizia, De Gennaro, uno che non ha mai visto una fabbrica in vita sua, Giovanni Contento, sindacalista Uil, è molto contento. Perché? Perché “De Gennaro è un professionista capace e competente, esprimo apprezzamento sia per la persona che per la storia professionale”. Contento lui…

Ecco come vanno le cose nel nostro Paese. C’è chi ha Speranza e chi è Contento. Io, che non conto nulla, non ho né Speranza e non sono neppure Contento. Anzi, sono sempre più incazzato.


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