Crème fraîche

Il senatore Lusi spende 30 mila euro per il menu del suo secondo matrimonio. Renzo Bossi si laurea a Tirana ma vuole fare il muratore o l’agricoltore. Sempre con i nostri soldi

di Adriano Todaro - martedì 8 maggio 2012 - 1960 letture

C’è una domanda che aleggia sempre nella mia famiglia. Un tormentone che dura da anni e che mia moglie, immancabilmente, mi pone ogni giorno: "Cosa vuoi mangiare oggi?". Il più delle volte faccio finta di non sentire e lei fa quello che vuole. Qualche rara volta esprimo un desiderio ma lei fa ugualmente quello che vuole. Ma oggi mi sono imposto e ho chiesto di farmi il "Negativo di Carbonara".

Gli occhi di mia moglie erano spalancati dalla meraviglia e roteavano fra il mio viso e il frigorifero. Poi, presa di coraggio mi ha domandato: "Ma cos’è ’sto Negativo?". L’ho guardata con sufficienza ma in realtà non lo sapevo neppure io. Dopo anni e anni passati a mangiare cotoletta padana, risotto monzese e pastina del pensionato, il "Negativo" mi era proprio nuovo. Doveva, però, essere buono perché per mangiarlo, il senatore Lusi, quando si è risposato nel 2009, l’ha voluto all’interno del menu che ha organizzato in un famoso ristorante romano. Costo del menu: 30 mila euro provenienti dalla cassa della Margherita e, quindi, nostri.

E così io e mia moglie ci siamo dati da fare, abbiamo fatto delle ricerche e abbiamo saputo che ci volevano 4 uova, il pecorino romano, il parmigiano ma solo quello reggiano, il guanciale, pasta all’uovo, pepe e poi una crema che ci ha mandato in crisi: la Crème fraîche. Ora non sapere le lingue è davvero un handicap. Il primo impulso è stato quello di tradurre maccheronicamente, tipo crema fracida. Grande errore perché bisognava preparare una fonduta di questa crema, ma non fracida quanto piuttosto acida. Per farla breve, il risultato è stata una schifezza immangiabile, quasi peggio della pastina del pensionato.

Bisogna convenire che ’sti senatori non è che mangino bene. Già sono sottoposti ad uno stress continuo, ad un lavoro debilitante, fra Parlamento, collegio elettorale, leggi da studiare, commissioni da seguire e quant’altro. E in più mangiano anche male. In compenso non pagano perché paghiamo noi che siamo comprensivi e ci facciamo carico dei loro problemi.

Prendete, ad esempio, Renzo Bossi. Mi sono ricreduto perché sono venuto a sapere che in un anno ha dato 29 esami (tutti superati) all’università di Tirana e che si è laureato in gestione aziendale. Ora che il figlio più intelligente di Umberto, fosse abilitato a gestire un’azienda è già di per sé una notizia incredibile. Eppure è così perché la laurea in "Menaxhim biznesi" gli darebbe, in teoria, questa possibilità. Solo in teoria, certo, perché il Renzo può gestire solo il biliardino di Gemonio.

Malgrado la laurea Mena, Renzo è restato un ragazzo semplice, senza grilli per la testa. Straordinariamente, Vanity Fair è andato ad intervistarlo e il Bossi jr. ha lanciato un messaggio di buon senso: "Voglio continuare a studiare, trovarmi un lavoro e costruire il mio futuro". Sul futuro è giusto che ci pensi, in quanto a studiare e trovarsi un lavoro è un po’ più difficile. Ma Renzo va oltre, butta il cuore oltre l’ostacolo e impavido afferma che farà il "muratore o l’agricoltore, per stare un po’ all’aria aperta... Due anni vissuti con la cravatta sono troppi".

Ha ragione. Infatti, quando uno vuole stare all’aria aperta che fa, si fa una passeggiata? Frequenta qualche parco? Passeggia in riva al mare o va in collina? Niente di più sbagliato. Un giorno il muratore e un’altro l’agricoltore. Quasi ogni giorno i muratori cadono dalle impalcature e gli agricoltori hanno incidenti con i trattori. Molti di loro muoiono e peggio per loro perché non si può fare un giorno il muratore e un altro l’agricoltore. Debbono decidersi a scegliere. E poi la cravatta! Questa sì che una battaglia di civiltà. Basta con le cravatte. Lo dice anche Vanity Fair. Due anni con la cravatta sono in realtà troppi. E poi, conveniamone, il muratore o l’agricoltore è meglio farlo senza cravatta che dà anche fastidio.

Un consiglio gratuito, noi a Renzo lo vogliamo dare. Caro Renzo, costituisci una società visto che sei laureato in Mena gestione aziendale. Un’impresa edile, ad esempio. Certo ci vuole un socio. Ma noi ti forniamo un nominativo: Emanuele Filiberto, un altro personaggio di nobile casato, un altro lavoratore indefesso come te. Ecco, fate una bella aziendina, andate sui ponteggi, mangiate pane con la mortadella e una spruzzata di Crème fraîche.

Certo, ogni tanto i ponteggi cedono e i muratori, cadendo, muoiono. Voi legatevi bene perché non auguriamo a nessuno di cadere da un ponteggio. Se però dovesse succedere, sappiate che noi saremo dalla vostra parte. Per noi sarà dura ma ce ne faremo una ragione e cercheremo di sopravvivere, in questo ingiusto mondo, pur senza di voi.


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