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Costa d’Avorio: per una Coscienza Nazionale ed Africana

A causa della sua lunga storia coloniale, Dopo 40 anni di regno senza divisione, lasciato da Houphouët-Boigny, “il dittatore dolce" l’impero si è disgregato

di Thierry Avi - mercoledì 5 aprile 2006 - 5402 letture

A causa della sua lunga storia coloniale, la situazione della Costa d’Avorio resta molto confusa. Dopo 40 anni di regno senza divisione, lo Stato assistenziale lasciato da Houphouët-Boigny, “il dittatore dolce” ( primo Presidente della Repubblica, dal 1960 al 1993) si è disgregato. In effetti, la potenza colonizzatrice aveva un dominio totale ed intero sui centri di potere dello Stato: è la Francia che decideva tutto.

Persino il Presidente Houphouët aveva segretari e consulenti francesi. Nessuna decisione veniva presa senza l’avallo di Parigi. Al Consiglio dei Ministri, l’ordine del giorno doveva preventivamente passare da Parigi per approvazione. È imbarazzante ma era la realtà. Questo stato di cose è durato fino al giorno in cui una nuova classe politica illuminata è comparsa sulla scena dando la speranza a milioni di Ivoriani di recuperare la loro dignità nazionale a lungo ridicolizzata.

Oggi la sfida politica per affrontare la crisi ivoriana vede contrapposti coloro che vogliono il ritorno dello Stato assistenziale dipendente dalla Francia e coloro che vogliono recuperare la loro dignità di uomini liberi. La nostra storia è piena di esempi. Il Presidente Bédié (secondo Capo dello Stato, 1993 -1999) che è succeduto a Houphouët-Boigny è stato deposto da un colpo di Stato perché ha voluto controllare i redditi provenienti dal commercio del cacao e del caffè.

Il sistema bancario ivoriano dipende interamente dal tesoro francese. La massa di denaro generato dalla produzione di materie prime, dal trasporto, dal porto marittimo di Abidjan, che è uno dei più importanti dell’Africa, viene pressoché tutto depositato nelle banche francesi. Non si può continuare così: o si ha il coraggio di eliminare questo abuso o saremo sempre costretti sotto il giogo francese.

Il presidente Laurent Gbagbo (eletto democraticamente nel 2000) non ha veri avversari politici interni: il raggiungimento dell’indipendenza nazionale è solo formale in quanto lo Stato vive in una situazione di sfruttamento da definirsi di tipo “neo-coloniale”. Bédié è stato deposto semplicemente perché si era ribellato a questa forma di sfruttamento. E’ stato detto: “pretendete di controllare la gestione della vostra economia, attirate su di voi l’ostilità della Francia e siete per questo combattuti”.

Gli accordi firmati negli anni ‘60 e l’impianto di basi militari francesi nel nostro paese sono una minaccia permanente alla sovranità nazionale. Tutte le azioni che riguardano la difesa dei nostri interessi nazionali sono percepite, di fatto, come atti ostili dalla Francia che non ha alcuna voglia di lasciare la “sua” bella Costa d’Avorio. Ogni volta che i patriotes alzano la voce per denunciare questo sopruso sembra nuovamente echeggiare lo stesso suono di campana. Come ha affermato sua Eccellenza Signor André Jarnier, ambasciatore della Francia in Costa d’Avorio, in una recente intervista nel quotidiano nord-sud: "sarebbe semplicistico dire che la crisi ivoriana si riassume in un problema soltanto o ad un confronto tra il nord ed il sud. È molto più complicato di tutto ciò. Molto più politico”

Noi ivoriani abbiamo un ruolo da giocare. L’esistenza di questo ruolo è dimostrata dalla volontà di molti Ivoriani che non rimproverano alla Francia soltanto di implicarsi negli affari della Costa d’Avorio ma anche di essere militarmente ed economicamente presente sul territorio per le ragioni suddette.

Ho notato che la classe politica è divisa sulla difesa dei grandi interessi nazionali. La gente è dispersa , occorre che la Repubblica sia difesa da tutti gli abitanti di questo Paese. Occorre che la gente sia padrona del proprio destino. Così che, coloro che possono, ci aiuteranno. Non dobbiamo lasciare la nostra sovranità nelle mani della Comunità Internazionale e quindi non dovremmo sorprenderci che la stessa Comunità voglia sciogliere le nostre istituzioni per indebolire il regime uscito dalle elezioni del 2000. Nello stato attuale delle cose, la Costa d’Avorio ha bisogno dell’unione dei suoi figli per salvare la Repubblica.

In Angola, tutti hanno capito che le decisioni devono essere prese autonomamente in virtù delle realtà del Paese. Per esempio, la difesa degli interessi legittimi del popolo, è la preoccupazione principale. Gli Angolesi non hanno avuto bisogno di telefonare a Washington, Mosca, Parigi, Lisbona e Londra per prendere le loro decisioni. È per ciò che la Comunità Internazionale rispetta l’Angola. Vi ricordo che ad un certo momento del processo di pace, il popolo Angolese ha chiesto il ritiro della missione delle Nazioni Unite dal loro Paese. Hanno regolato loro stessi il conflitto con la ribellione senza l’aiuto delle Nazioni Unite e della Comunità Internazionale.

Occorre educare le nuove generazioni. Occorre assolutamente portare la maggioranza degli Ivoriani ad aderire alla causa della lotta per la sovranità del paese ed alla difesa delle istituzioni repubblicane. È forse qualche cosa di difficile, ma occorre fare capire agli uomini ed alle donne che il destino del Paese è in gioco, e che se non lo facciamo noi, nessuno lo farà al nostro posto. Nella vita delle nazioni, in simili momenti occorre sempre dare la prova di equilibrio e patriottismo. Ho fiducia nel patriottismo del popolo ivoriano e sono convinto che guadagnerà la vittoria

Ci sono due pesi due misure nella decisioni delle Nazioni Unite. Le decisioni contro i giovani patriotes dimostra l’incapacità delle Nazioni Unite a regolare i veri problemi della Costa d’Avorio. Queste manifestazioni erano legittime perché si iscrivevano nel quadro della difesa delle istituzioni repubblicane. Coloro che difendono a mani nude la Repubblica sono puniti mentre coloro che uccidono sono tollerati. Ci sono due pesi due misure.

Quando si tratta con un paese membro del Consiglio di Sicurezza che tutela un proprio interesse, come il caso degli americani in Iraq, si dimenticano le sanzioni. Forse il valore di un patriota ivoriano è minuscolo in relazione a quello di un americano. Mi rammarico che un africano (Il Sig. Kofi Annan) originario del Ghana, Paese faro nella lotta per l’emancipazione del popolo nero, abbia perso tutta la sua dignità e giochi volentieri contro gli interessi dell’Africa.

A cura di Thierry Avi, cittadino ivoriano


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UNA VOCE CONTRO
6 aprile 2006

Io credo che il vero errore fu l’abbandono da parte delle potenze europee delle loro colonie. Quando gli europei ritirarono i loro eserciti dalle colonie, l’Africa intera anzichè cominciare un processo di democratizzazione si disintegrò in sanguinose guerre civili, in balia di dittatori cannibali, di despoti psicopatici e di signori della guerra islamici. Ora attribuire tutto questo al cosiddetto "neo-colonialismo" credo che sia un insulto alla ragione. Anche in sud-america ci fu il colonialismo e c’è il neo-colonialismo, ma la situazione è molto molto diversa. Il Brasile è diventata una potenza economica, l’Argentina, nonostante la grande crisi resta un grosso paese industrializzato, il Cile è un gioiello ricco e (finalmente) libero, e cosi via.... Insomma, in america latina esiste la povertà a volte endemica, ma MAI puo essere paragonata alla miseria assoluta dell’Africa. Io credo che dietro a questa situazione non ci siano solo multinazionali, lobby e dittatori, ma credo vi sia una seria incapacità da parte degli africani di governarsi e di tessere una politica sociale. La costa d’Avorio ha ragione di inveire contro la Francia per le pressioni subite, ma, credo, farebbe meglio ad occuparsi del degrado sociale, dei poveri, della propria economia etc... Credo che quella del colonialismo sia una scusa, un modo per distogliere l’attenzione dalle cose vere e importanti. In questi giorni un altro leader africano mi fa proprio sorridere; Gheddafi che inveisce contro gli italiani e il colonialismo italiano. Lo fa perchè non è in grado di spiegare altrimenti al proprio popolo il perchè la Libia sia cosi povera nonostante le risorse di cui gode. E’ colpa dell’Italia l’inettitudine della sua classe dirigente?????? Comunque auguro alla Costa d’Avorio un futuro libero e prospero ed all’amico che ha scritto questo interessante articolo di vedere realizzati i suoi sogni !
    RISTABILIRE LA VERITA
    7 aprile 2006, di : Thierry Avi

    RISTABILIRE LA VERITA Prima di tutto, vorrei ricordare che le potenze europee non hanno mai abbandonato l’Africa, per il semplice fatto che hanno appoggiato i dittatori che sono saliti al potere all’indomani delle indipendenze formali concesse. Inoltre vorrei ricordare e portare a conoscenza di chi ha scritto, che la Francia per esempio non ha mai ritirato le sue truppe militari dalla Costa d’Avorio, anzi, da prima dell’indipendenza di questo Stato africano e tutt’ora esiste il 43° battaglione di Fanteria e di Marina dell’Esercito Francese (43ème BIMA). Questo dipartimento dell’esercito francese, che ufficialmente doveva aiutare la Costa d’Avorio in caso di aggressione esterna, non ha mosso un dito quando i ribelli, seppur in minima parte di origine della Costa d’Avorio, sono entrati dal Burkina Faso e dalla Liberia. Basterebbe informarsi un po’ di più per sapere che i dittatori cannibali come Lei li ha chiamati godevano di appoggi europei. L’idillio tra Bokassa del Centrafrica ed il Presidente francese dell’epoca, Valéry Giscard D’Estaing, è risaputo. Attribuire ciò che accade in Costa d’Avorio ed in numerosi Stati africani al “neo colonialismo” non è affatto un’offesa alla ragione, anzi, è frutto di precise argomentazioni. Per esempio, riguardo alla Costa d’Avorio è stato detto dallo scrittore Boubacar Boris Diop - Le Monde Diplomatique/ Quotidiano il Manifesto, Marzo 2005: “ Dal 1960 in poi, grazie a contratti leonini, le società francesi trattano (come intermediari) e rimpatriano il 75% della ricchezza prodotto... Gbagbo (il Presidente ivoriano) è segnato a dito per aver osato attaccare gli interessi di un paese occidentale ...La Costa d’Avorio riveste fondamentale importanza francese e per certe multinazionali. Non è certo per amore della Pace che gli elementi di Liocorno (la forza di pace francese) sono il triplo di quelli della Comunità Economica degli Stati dell’Africa Occidentale (CEDEAO)...I Governi di sinistra come di destra hanno sempre avuto mano libera nell’ex impero coloniale. Nascono così gli assassini politici mirati, il saccheggio sistematico delle risorse economiche di numerosi stati, e l’appoggio a dittature sanguinarie” E’ stato detto da Aldo Forbice - Quotidiano Nazionale/ La Nazione 18 Novembre 2004: “La Francia senza l’Africa è solo una potenza di terzo rango...L’armée si propone di tutelare insième ai 14 mila francesi gli interressi economici di Parigi, che da tempo sono insidiati dalla crescente presenza americana e di recente anche dei cinesi...Chirac ha sempre avversato il dispotico e infedele Laurent G. (Presidente della Costa d’Avorio), che aveva osato mettere in discussione gli interessi francesi aprendo gli appalti pubblici di importanti infrastrutture di importanti infrastrutture anche ad americani, cinesi e giapponesi...” E’ stato scritto da Nigrizia, Mensile dei Padri Missionari Comboniani , Dicembre 2004 “ Il Presidente ivoriano si è mosso in cerca di rapporti ed economici non solo francesi avviando contatti, per esempio sia con Pechino sia con Washington. O meglio tentando di aprire anche il mercato anche a investimenti cinesi e statunitensi, sia nel settore dei lavori pubblici, sia in quello delle concessioni per l’estrazione del gas e del petrolio... Questo modo di muoversi non poteva far piacere ai gruppi economici francesi, che hanno sempre fatto il loro comodo in Costa d’Avorio...” E’ stato scritto dal Quotidiano la Repubblica del 6 Dicembre 2004 “ Quaranta quattr’anni dopo l’indipendenza gli interessi dell’ex impero coloniale sono ovunque in Costa d’Avorio: dall’elettricità all’acqua potabile, dalle ferrovie al sistema bancario. Francesi sono anche la telefonia mobile e quella fissa, il porto marittimo di Abidjan (che dopo quello di Durban è il più importante d’Africa), due terzi delle grandi concessioni agricole. Tutto ciò che luccica è ancora nelle mani della Francia...” Anche in Africa ci sono paesi in costante sviluppo, ad esempio il Sud Africa ed anche la stessa Costa d’Avorio, che durante gli anni ’70 ha conosciuto un vero e proprio boom economico che fu chiamato “Miracolo ivoriano” e che portò il paese ad avere un tasso di immigrazione attorno al 30% della popolazione complessiva; uno dei tassi più alti al mondo. Oltre ai milioni di Africani che vennero a cercare fortuna, in Costa d’Avorio esiste la più numerosa comunità dell’Africa (14000 persone) e vi è anche una buona rappresentanza italiana. Tengo a precisare che il Governo eletto democraticamente nel 2000, ha un programma valido nel quale la maggioranza degli ivoriani si ritrovano e che il vero problema è stato l’impedimento da parte della ribellione, armata da alcune multinazionali senza scrupoli, a portare avanti la REFONDATION (Rinnovamento). In effetti la Refondation prevede: 1) Assurance Maladie Universelle: Mettere in atto una solidarietà generale permettendo ad ogni persona che vive in Costa d’Avorio (autoctona o straniera) di pagare una minima quota che dovrebbe servire ad equipaggiare gli ospedali affinché le cure siano generalizzate ed estese a tutti. 2) Ecole Gratuite: si intende la scuola obbligatoria e gratuita fino alla Seconda Superiore, a questo scopo i manuali scolastici sono forniti sempre gratuitamente dallo Stato per le classi di Prima e Seconda elementare e dovrebbe continuare fino Seconda Superiore. Malgrado l’inizio della ribellione e della guerra, nel Settembre 2002, queste operazioni continuano tutt’ora. 3) La diversificazione delle relazioni diplomatiche ed economiche 4) La Buona Gestione: Gli Alti Funzionari delle “régies financières” (Dogana, Imposte, Tesoro) non sono più nominati in funzione della loro appartenenza politica (come nel passato oppure come avviene tutt’ora in altre nazioni), ma vengono selezionati da Studi privati ed i risultati di queste scelte si sono rivelati buoni, perché dopo più di tre anni e mezzo di guerra, gli stipendi sono pagati regolarmente Per il momento, mi fermo qui, pregando comunque tutti di informarsi correttamente prima di esprimere pareri non veritieri ed addirittura offensivi.
eppure
8 aprile 2006

Eppure la faccenda non è cosi semplice. Vi sono casi di ex-colonie che una volta indipendenti divennero ricche e stabili e democratiche. Alcuni esempi? La Nuova Zelanda, l’Australia, il Cile. Insomma, io non credo che la storia possa essere interpretata tramite buoni e cattivi, sfruttatori e sfruttati, non è cosi semplice. Se fosse cosi perchè l’Europa occidentale, militarmente occupata dagli USA dopo la 2^ Guerra Mondiale non divenne come l’Africa ???? Le ricordo che in Italia vi sono numerose e fastidiose basi militari USa, le stesse le trova in Germania, Inghilterra etc.... etc..... Le dico anche che dalla fine della guerra l’Intera Europa divenne politicamente soggiogata al ruolo degli Stati Uniti. Ad esempio perchè in Italia parrebbero evidenti numerose azioni "clandestine" USA per combattere il comunismo (stragismo, caso moro, brogli elettorali, finanziamenti alla DC etc....) Insomma: l’Italia non fu libera di scegliere il comunismo. OK, e allora ????? chi se ne frega ! L’Africa, purtroppo, ha problemi piu seri di quelli politici.