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Bombe e petardi

I petardi di fine anno e le bombe contro Romano Prodi, la destabilizzazione dell’Europa passa attraverso l’Italia. Il 2003 preannuncia un 2004 che temiamo sarà davvero "scoppiettante" :-(.

di Sergej - domenica 28 dicembre 2003 - 11347 letture

E’ d’uso scacciare il vecchio anno e salutare il nuovo con fuochi d’artificio, petardi, girandole di fiamme e scintille. I "botti" sono una tradizione invano perseguita dalla Pubblica Sicurezza per gli effetti collaterali di mani mozzate, occhi accecati, amputazioni e morti che l’uso stupido di tali armi comporta. In questo fine 2003 accanto agli usi diffusi di petardi, assistiamo alla riapparizione - quasi uno spettro del passato recente - dell’uso delle bombe quali armi politiche.

L’attentato a Prodi richiama la più recente storia sanguinante dell’Italia - l’attentato a Togliatti, 14 luglio 1948, certo: ma anche le bombe della "strategia della tensione" e il terrorismo degli anni Settanta -. Si pone all’interno di un quadro politico che vede sempre di meno la democrazia e sempre di più il "regime" - di cui ha parlato qualche anno fa Cossiga, che è uno che se ne intende -. La lotta per la successione alla presidenza della Repubblica - di cui le bordate contro Luciano Violante all’indomani dell’assoluzione di Giulio Andreotti e i vari "papabili" del centro-sinistra.

Mentre i soliti inossidabili inquirenti indicano subito la pista "anarchico insurrezionalista" secondo un copione prestampato da qualche decennio a questa parte che non arrossisce neppure davanti all’evidenza - ciò che sottolinea solo quanto efficenti siano, volutamente, questi inquirenti professionisti di stragi politiche -, l’Italia si ritrova in primo piano nello scontro in atto tra Paesi europei e Stati Uniti. In gioco c’è la storia futura della regione europea, e il tipo di Europa che sta nascendo. E’ "un rumore di sciabole" - l’espressione nacque ai tempi del tentato golpe di De Lorenzo e Segni - che non ci piace.

In questo contesto preoccupa molto l’assoluta inadeguatezza, politica e organizzativa, di ciò che viene chiamata "opposizione" e "sinistra". Girotondi e movimenti testimoniano di una residua volontà di impegno civile all’interno di strati della "società civile" - l’espressione entrò in uso negli anni Ottanta, da allora non sembra sia più molto usata. Ciò mentre i ceti medi della borghesia sono sempre più colpiti dalla ristrutturazione economica in atto - che si chiama recessione, globalizzazione, americanizzazione -. Scuola, pensioni, ospedali.

Ps: non ci sembra notizia marginale che, nel giorno dell’attentato a Prodi, un operaio a Palermo sia morto per il crollo di una impalcatura. Lavorava in nero, nei giorni di festa. I passanti hanno sentito un enorme boato. La sua vita valeva 40 euro.


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Bombe e petardi
14 novembre 2005, di : yty

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