Birra Moretti

Il mio amico Franco non è per nulla democratico. E’ un vetero-comunista ancorato alle dinamiche novecentesche, con i partiti divisi: da una parte i "bianchi", dall’altra i "rossi", che pensa ancora allo sciopero come soluzione dei problemi, che pensa, incredibilmente, che sia necessario far pagare le tasse, mettere in galera gli esportatori di valuta, abbassare numero e soldi dei parlamentari, eliminare le greppie che vivono attorno alle industrie di Stato e tanto altro. Insomma, è uno che ha poca dimestichezza con i tweet e non è neppure cool.

Ora, da qualche giorno, ha come obiettivo quello di criticare ogni posizione che prende Alessandra Moretti, la brava deputata italiana ed europea che, a suo tempo, si era inventata di smacchiare il giaguaro insieme al Pierluigi, appunto definito dalla Moretti "Bello come Cary Grant". Poi le cose, come si sa, cambiano e solo gli idioti non cambiano mai. Lei, invece è addirittura avvocata e cambia, cambia cambia... Era partita, nel 2007, sostenendo una formazione centrista di Vicenza, sua città natale, inventata da un ex di Forza Italia ed era finita a smacchiare il giaguaro con l’uomo di Piacenza. Poi però, ecco che spunta Renzi che trascina il carro del vincitore: "Venghino, venghino, ovvia, prendo tutti, belli o brutti" e Alessandra, lesta lesta, oplà salta, lancia in resta sul carro, tanto più che non è neppure brutta.

Renzi la premia e la manda in Europa. Una vita da cani, su e giù dagli aerei, altro che quelle che lavorano alla catena di montaggio. Eppure, tutto ciò a Franco non importa nulla e mi chiede "Che tracce del suo lavoro avrà lasciato nei pochi mesi che si è ’appoltronata’ la sempre sorridente, senza motivo, la sora Moretti?". Domanda mal posta, caro Franco. Perché la sora Moretti come la chiami tu, è una lavoratrice indefessa che, lo dice lei, "si fa un mazzo così". Così come? Non è dato sapere ma in un’intervista ci rende edotti del lavoro che compie: "Mi sto facendo un mazzo così, perché alla sera preparo un dossier sulla maternità che mi è stato affidato a Strasburgo".

Bene, questo alla sera. E durante il giorno cosa fa? Sta in Veneto a far campagna elettorale dove Renzi la vuole candidare come governatrice. E’ proprio una sfruttata e, infatti, lei stessa calca questa tesi. Si rivolge al giornalista con una serie di domande: "Conosce la fatica? Sa cos’è un sacrificio? Ha mai fatto un doppio lavoro? Ecco, io sto dando l’anima al Veneto, ma non perdo di vista i miei doveri in Europa".

Di vista, appunto, da lontano, dal Veneto. Il giornalista le pone un quesito: prima di candidarsi come governatrice non sarebbe stato meglio aver dato le dimissioni dall’Europarlamento? Sarebbe stata una bellissima prova di trasparenza, di sincerità, di coraggio. Ma che cazzo dice questo... E, infatti, l’Alessandra alla vicentina così risponde alla domanda: "Ma cosa sta dicendo? Io me lo tengo stretto il dossier sulla maternità e lo porto in sessione plenaria. Io fatico caro mio, e sono abituata a far bene le cose...".

Questo dossier deve essere una cosa preziosissima. Cosa ci sarà mai scritto all’interno? Che per fare i bambini ci vogliono un uomo e una donna? Che il latte materno è il migliore, il più digeribile? Che le pappe si cominciano a dare attorno ai cinque mesi? Il fatto è, caro Franco, che tu sei prevenuto, sei un "vecchio" comunista e, per di più toscano, della stessa terra del Democristiano non Eletto. Eh no, risponde lui. Non puoi offendere. Io non c’entro nulla con quello di Rignano, io so dell’Elba, provincia di Livorno, io sto col Vernacoliere.

Insomma è la solita disputa da strapaese. E invece a me questa Moretti comincia a piacermi, perché decisa, coerente, determinata. E poi ricordati, caro Franco, questa è come la Birra Moretti: sincera per tradizione.

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Il Vangelo secondo Matteo /3 ‒ "Uno che prende 7 mila euro al mese di pensione, se ne prende 6.500 campa lo stesso. Chi ne prende 600 euro, se gli do 200 euro in più è meglio" ‒ 8 novembre 2013 ‒ (continua)