Bibì & Bibò oggi sposi

Napolitano li ha benedetti e prolunga il suo mandato. In piazza, catarsi collettiva con lacrime e grida a favore di Rodotà

di Adriano Todaro - martedì 23 aprile 2013 - 2040 letture

Forza italiani che ce l’abbiamo fatta! Finalmente abbiamo il presidente, anzi il Presidente. Quello di prima: Re Giorgio di Savoia. Tutto è finito nel migliore dei modi con le spinte del Vaticano onnipresente e con il Pd che ancora una volta ha lavorato, fino allo spasimo, per toppare. Non ne imbrocca una che è una da innumerevoli anni. Passano i dirigenti, ma sempre perdenti sono. Alla guida di questo partito che doveva essere leggero e che se continua così sarà evanescente, ci sono state le teste più pensanti della cosiddetta sinistra: Fassino lo Smilzo, Baffetto D’Alema, Veltroni l’Africano, Bersani lo Smacchiatore. Senza dimenticare la "gioiosa macchina da guerra" di Occhetto. Non ne hanno mai azzeccato una!

Ma sono sempre lì, a dettare legge, a fare inciucci, a cercare di dare un "aiutino" a Bibò, a toglierlo dai guai e fare figure che dire barbine è un eufemismo. Ho ascoltato, per radio, una dichiarazione del sindaco di Torino Piero Franco Rodolfo Fassino, quello che era felice di Marchionne e vedeva in lui il padrone democratico, quello che aveva dichiarato, a suo tempo, al magazine del Corriere, che si era iscritto al Pci per combattere il comunismo, quello che in Tv piangeva per aver incontrato la sua "tata". Insomma sì, lui, quello che in Parlamento c’è stato dal 1994, con sua moglie, Anna Serafini, che di legislature ne ha fatte sei. Ebbene questo campione di probità ha dichiarato che era giusto votare Marini perché bisogna finirla con questa "guerra" (nei confronti di Bibò-Ndr.) Incredibilmente sono le stesse parole da lui pronunciate nel maggio del 2006: "La guerra è finita, la candidatura di D’Alema al Quirinale dev’essere il primo atto di una pace da costruire e non l’ultimo atto di una guerra che continua...". Gli anni passano, le persone sono sempre le stesse così come le frasi: basta sostituire D’Alema con Marini o altri e zac il gioco è fatto.

E così Bibò, tutto pimpante, asfaltato e gonfio, si è incontrato con Bibì che sembrava un pugile suonato, dalla faccia mesta da sacrestano. Bibò ha sfoderato subito una sua barzelletta, tipica, quella che fa ridere solo lui. E, infatti, Bibì non ha riso. Continuava a succhiare il sigaro, all’angolo sinistro della bocca mentre con una mano reggeva una birretta, italiana però. Ora noi siamo venuti in possesso di una registrazione che crediamo opportuno farvela conoscere:

Bibò, ad un certo punto, ha smesso di raccontare barzellette e ha chiesto: "E allora, cribbio, lo vogliamo fare questo presidente?".

Bibì: "Sorbole. Sono d’accordo. Ma i 5 Stelle propongono la Gabanelli".

Bibò: "Non se ne parla neppure. Quella giornalista rompe le palle a tutti. Figuriamoci cosa dirà dei miei processi. E poi a me le donne con poche tette non piacciono".

Bibì: "E’ vero, ma devi capire che anche Amato non ha le tette".

Bibò: "D’accordo ma Amato è politico navigato, con lui io vado d’accordo. Proviene dal partito del mio amico Bettino, era vicesegretario, è uomo di mondo... ha fatto il militare a Cuneo, sa come vanno le cose".

Bibì: "Ci sarebbe anche il professore Rodotà...".

Bibò: "... Dio ce la scampi. Questo è uno che difende la Costituzione, figuriamoci... E poi non è controllabile, non è neppure inquisito".

Bibì: "Insomma, qualcuno dobbiamo nominare... Ci sarebbe Strada...".

Bibò: "Vuoi scherzare? Il talebano comunista? Guarda che se si continua su questi nomi, ti puoi scordare il governo".

Bibì: "D’accordo. Vediamo chi proponi tu".

Bibò: "Deve essere un uomo di garanzia. Che dia a me le garanzie di cui ho bisogno. Ad esempio D’Alema lo vedo bene. Con lui ho condiviso la Bicamerale. Ci siamo fatti certe mangiate... Ma questo è un altro discorso... Sì, D’Alema potrebbe essere l’uomo giusto al posto giusto. Oppure...".

Bibì: "... Oppure?".

Bibò: "Oppure quello che fuma il sigaro come te... il sindacalista, quel vecchietto che non dà mai fastidio a nessuno... Come si chiama?".

Bibì: "Ma chi, Fausto Bertinotti?".

Bibò: "Ma va la! Cosa c’entra ora il Fausto che è impegnato a girare per i salotti romani. Io dicevo l’altro...".

Bibì: "Vuoi dire Franco Marini?".

Bibò: "Bravo, proprio lui. Certo, non è mai stato nelle nostre file, ma lo conosciamo da tempo, viene dal popolo, lo conosciamo come segretario della Cisl. E’ stato presidente del Senato e con lui Schifani ha avuto degli ottimi rapporti".

Bibì aveva inghiottito un altro sorso di birra. Pensava. Pensava ai risvolti che un nome del genere poteva suscitare nel suo partito, già dilaniato. Poi, velocemente, aveva simulato un’ipotesi: se ci giochiamo la carta Marini, io faccio il governo ma non è detto che lui sia eletto. E così lanciamo la Volpe D’Alema e freghiamo Bibò che tanto a lui D’Alema va bene sempre. E così aveva accettato anche perché nel sentire che a Schifanuzzu nostro gli andava bene, come poteva non andare bene a lui?

Ma ecco che improvvisamente va tutto a pallino, anzi a schifiu. L’ex sindacalista viene impallinato dagli stessi pidiellini mentre fuori dal Parlamento si consuma una tragedia, un dramma collettivo fra i militanti di base. Marini non lo vogliono, ci sono pianti, tessere bruciate, appelli per votare Rodotà. Bibì ora non ha più la faccia da sacrestano ma di uno che ha avuto un attacco di emorroidi. Momenti delicati. Poi con i suoi fidi ‒ veri strateghi e studiosi di Carl von Clausewitz ‒ s’inventano un altro nome, quello di Romano Prodi. Si riuniscono tutti in assemblea generale e Bibì dice: "Oh ragassi, non facciamo scherzi. Prodi lo dobbiamo votare tutti neeeeh!". L’assemblea si alza in piedi e applaude convinta. Tutti sono d’accordo.

Infatti l’indomani vanno in aula e affondano anche Prodi. Mancano 101 voti. Chi è stato? Nessuno! I renziani danno la colpa ai bersaniani, i fioronani ai renziani, i bindiani ai dalemini che se la prendono con i veltronini e i lettiani. Insomma un grande caos anche perché tutti assieme danno poi la colpa a Bersani. Una vera guerra per bande. Com’era lo slogan elettorale del PD? Ah, sì: "Un’Italia giusta". Questa? Ma se non riuscite neppure a mettervi d’accordo per chi votare, come pretendete di cambiare e fare più giusta l’Italia? Avete provato a smacchiarvi il cervello? In Parlamento, ad un certo punto, si vede Bersani che se la ride e abbraccia Fronte Alta Angelino. Poi, dopo il voto favorevole a Napolitano, piange. Ora è vero che sondare l’animo umano è impresa difficile, ma qui ci vorrebbe proprio uno strizzacervelli.

Il misfatto è compiuto. La catastrofe, pervicacemente cercata, completata. Il Re dell’inciucio c’è, il governo ci sarà. Quando leggerete queste note magari il presidente del Consiglio sarà stato già nominato. Magari il piccolo Letta, il Lettino, il pallido Nipote del gran ciambellano, oppure il Topino Sottile, con vice Fronte Alta. E poi altri "saggi" tipo il principino degli inciucisti, Luciano Violante o altri morti viventi. Chissà. Forse per il 25 Aprile, festa della Liberazione, anche i ministri saranno nominati e tutti giureranno sulla Costituzione "nata dalla Resistenza". E affosseranno, ulteriormente, la Costituzione.

E mentre Bibì & Bibò studiavano strategie per restare a galla, a Torino, proprio nella città di Fassino lo Smilzo, un muratore di 44 anni si è impiccato. La mattina quando si era recato nel cantiere dove lavorava, gli avevano comunicato il licenziamento. Alla sera è andato in cantina e con un filo elettrico si è ucciso.

Certo ai nostri eroi non capiterà mai. Ma da quando Martin Luther King ha detto di avere un sogno, tutti, nel mondo, hanno un sogno. E anch’io ho un sogno: Bibì a gestire la pompa di benzina a Bettola, Bibò in galera a San Vittore. E tutti gli altri un po’ a Villa Arzilla e, quelli più giovani, in miniera. A lavorare per davvero.


- Ci sono 0 contributi al forum. - Policy sui Forum -