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Bellas Mariposas

Regia di Salvatore Mereu (Ita, 2012, drammatico, 100 min.) Con Micaela Ramazzotti, Sara Podda, Maya Mulas.

di Orazio Leotta - martedì 21 maggio 2013 - 5391 letture

Tratto dal libro postumo “Bellas Mariposas” (belle farfalle) edito da Sellerio nel 1996 e scritto da Sergio Atzeni, giornalista e scrittore sardo morto nel 1995, il film, parlato in sardo e sottotitolato, è ambientato a Cagliari e vede protagonista Cate e Luna, amiche e sorelle, in quanto figlie dello stesso padre, venute al mondo a distanza di soli tre giorni.

La voce narrante è quella dell’adolescente Cate che racconta di sé e di Luna, del degrado del suo quartiere (l’ambientazione potrebbe essere tranquillamente quella di qualunque altra città metropolitana), della sua famiglia (una madre coraggio, un padre parassita bellas-mariposas-cover1[1]definito “pezzemmerda”, un fratello drogato e una sorella rimasta incita a tredici anni che si prostituisce) e soprattutto dei suoi sogni per andare via da lì. Vuole fare la cantante e sposare il suo innamorato, Gigi, vicino di casa, figlio di una rockettara, ragazzo timido, vessato dai bulli di quartiere e che ha perso la testa per una “bagasedda” (giovane donna di facili costumi).

Il film è intenso, dialoghi diretti, pieno di colori; Cate e Luna sono i personaggi positivi, rappresentano la speranza, il trampolino di lancio verso una comunità migliore di quella dove le due sono cresciute: palazzi fatiscenti, sottopassi pieni di drogati, un padre che non ha mai lavorato che si porta in bagno il televisore di notte durante le trasmissioni delle hot-line e che struscia le donne sull’autobus.

Una enormità di fuori di testa in un quartiere altamente pericoloso in cui è meglio crescere presto per sapersi difendere e per provare così a volare via lontano, leggere come le farfalle. La sensazione è che Luna e Cate ce la faranno, noi facciamo il tifo per loro…..


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