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Base Italia

"Ma forse il vero problema va ricercato nelle regole del mercato economico che trova, ancora oggi, nell’industria bellica i maggiori introiti, solo nel 2005 le esportazioni di armi in Italia sono aumentate del 72%..."

di Sonia Lombardo - mercoledì 21 febbraio 2007 - 3130 letture

Uno dei punti rilevanti del programma dell’Ulivo era il ritiro delle truppe dall’Iraq, ma per fare la guerra non è necessario essere presenti sul campo, lo sanno bene i cittadini di Vicenza che a giudicare dall’entità della manifestazione del 17 febbraio, sembrano le vittime più consapevoli del riassetto delle staretegie militari Usa.

Le mobilitazioni dei comitati cittadini iniziano nel maggio del 2006, quando gli accordi tra il precedente governo e il sindaco di Vicenza, sull’ampliamento della caserma Ederle, diventano di dominio pubblico. Le proproste di un referendum comunale restano inascoltate e così ecco oragnizzato il presidio premanente No Dal Molin, perchè ampliare la base militare significherebbe piegare i bisogni e i beni di un’intera città alla causa "Americana", significherebbe essere in prima linea negli attachi in Medio Oriente.

C’è anche chi, come Francesco Ruggeri, che in un’inchiesta per Libero afferma: " il popolo dei pacifondai sbaglia bersaglio", che la vera contraddizione non è a Vicenza, ma ad Aviano o a Ghedi, le basi che custodiscono novanta bombe nucleari B-61 con una potenza, ciascuna, equivalente a 13 bombe di Hiroshima. Sono tenute in speciali hangar insieme ai caccia F-15 e F-16 pronti per l’attacco nucleare, violando così i trattati di non proliferazione e la volontà popolare che rifiutò perfino l’energia proveniente dal nucleare. O forse la contraddizione è a Napoli dove la legge del 2001 secondo cui le navi militari Usa non possono attraccare nei porti civili, viene continuamente violata: da lì passano tutte le navi impiegate nelle operazioni militari, sottomarini nucleari, portaerei, sommergibili dotati di reattori nucleari simili a quelli delle centrali, ma non dotate delle stesse misure di sicurezza di quest’ultime. Tutto questo in una città che non ha nemmeno un piano d’evaquazione nel caso di eruzione del Vesuvio.

L’elenco è ancora lungo, si potrebbe citare Camp Darby tra Pisa e Livorno, Sigonella a Catania, ma forse il vero problema va ricercato nelle regole del mercato economico che trova, ancora oggi, nell’industria bellica i maggiori introiti, solo nel 2005 le esportazioni di armi in Italia sono aumentate del 72%. E soprattutto nella totale mancanza di volontà d’investire nella ricerca di fonti di energia pulita che siano anche fonte di pace prima che ci si autodistrugga per l’ultima goccia di petrolio.

www.altravicenza.it


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Base Italia ? si grazie !
24 febbraio 2007

si, facciamo come col nucleare : non costruiamo le centrali in italia ma dipendiamo totalmente dalle centrali nucleari francesi a 100 metri dal confine ! Cosi con la base di Vicenza : non facciamola in Italia (poi pagheremo come membri Nato le basi in Germania o in Francia) Ma fatemi il piacere ! Questa base oltre che coerente con la nostra politica internazionale (Atlantica, occidentale ) porterà posti di lavoro, commesse e lustro politico. Ha ragione DALEMA : certa sinistra non serve !
    Base Italia ? si grazie !
    26 febbraio 2007

    Forse è la politica così com’è che non serve più...chi tutela il diritto dei cittadini a vivere nella e della propria città? A non sentirsi colonizzati? E’ questo il ruolo della politica, altrimenti che si abolisse il concetto di STATO e cominciamoci a considerare merce di scambio..terra di consumo o discarica di rifiuti a seconda delle esigenze del mercato più forte del momento. Grazie del tuo commento. Sonia
    e di cosa vivi?
    26 febbraio 2007

    ma tu lavori o hai lavorato o lavorerai per il vil denaro o per qualche utopico concetto etico ? Siccome il vil denaro puo anche far schifo ma è necessario per campare non vedo cosa ci sia di male nel noleggiare un pezzo della propria città per creare fra le altre cose posti di lavoro, posti di lavoro su cui molte famiglie ci camperanno. Siccome non credo che Turigliatto e company devolverebbero parte del proprio lauto stipendio in favore delle famiglie disagiate o senza lavoro di Vicenza forse sarebbe il caso di benedire questa opportunità con molta umiltà e senso della realtà poichè di realtà si campa, di parole assolutamente no !
    Base Italia ? si grazie !
    26 febbraio 2007

    Hai ragione si lavora e si campa di vil denaro...ma ti chiedo: c’è un modo di guadagnare vil denaro senza nuocere a nessuno? Lavorare per e grazie ad una base militare, nel caso specifico base americana, significa essere partecipi delle guerre in atto, significa lavorare con la coscienza sporca, allora tanto vale arruolarsi nelle fila della mafia, si guadagna sempre bene, non ti pare? Se il vil denaro è tutto uguale? SOnia